Si fa presto a dire setta

setta_religiosaArticolo pubblicato su Il Foglio

23 giugno 2005

di Massimo Introvigne

Perchè stiamo approvando una legge liberticida

Il disegno di legge contro la “manipolazione mentale” in discussione al Senato è pe­ricoloro. Per questo ho lanciato un appello sottoscritto da 40 sociologi e storici della re­ligione tra cui figurano i più noti specialisti italiani dello studio delle “sette” e dei nuo­vi movimenti religiosi e i presidenti e segre­tari delle maggiori associazioni accademi­che internazionali che studiano le religioni (Rodney Stark, David Bromley, Karel Dob­belaere).

La legge costituisce un pericolo per la libertà religiosa di tutte le organizza­zioni sgradite a lobby pronte a denunciarle, e che eventualmente trovino giudici disposti a dare loro ascolto, siano queste organizza­zioni parte di nuove o di antiche tradizioni religiose.

La questione è delicata, e va esa­minata con pacatezza e con un occhio ai pre­cedenti stranieri. Spesso si crede che le leg­gi contro la “manipolazione mentale” colpi­scano solo le cosiddette “sette” o i “maghi”, e che non ci siano rischi, per esempio, per gruppi e movimenti cattolici.

Dal momento però che non esistono nozioni condivise nel­la comunità accademica di “setta” e di “ma­nipolazione mentale”, come un’amplissima letteratura specialistica da tempo ribadisce; e che Stati e giudici laici non possono evi­dentemente fare distinzioni fra i movimenti in base alle loro dottrine, o alla relazione con Chiese o religioni maggioritarie o mino­ritarie, questi rischi sono del tutto reali.

Na­turalmente il semplice fatto che la legge mi­nacci la libertà delle minoranze religiose ne giustifica la critica. Il rischio concreto è che la legge, beninteso contro le intenzioni dei suoi promotori, minacci anche organizzazio­ni e movimenti cattolici le cui idee e prati­che non si conformano alla cultura domi­nante. E l’esperienza internazionale dimo­stra che il rischio e tutt’altro che teorico.

Il codice penale spagnolo ha una norma contro “l’alterazione o il controllo della per­sonalità” (art. 515, n.3). Il Juzgado de Primeira Instancia n.42 de Barcelona con senten­za del 9 febbraio 1996 ha criticato, in una sentenza molto severa, la nozione di “con­trollo della personalità” sotto il profilo sia empirico sia costituzionale in un caso in cui era coinvolta l’associazione unti-sette AIS.

La stessa associazione AIS (di impostazione aggressivamente laicista, e che gode del­l’appoggio di ambienti politici di qualche ri­lievo in Catalogna) ha ripetutamente attac­cato l’Opus Dei e ha diffuso e diffonde di­versi volumi in cui sostiene che l’Opus Dei usa la “alterazione o controllo della perso­nalità”. Recentemente ha proposto gli stessi attacchi anche contro i Legionari di Cristo.

In Francia il rapporto parlamentare del 1996 “Les Sectes en France” contiene una contestatissima lista di 172 “sette pericolo­se” in cui figurano gruppi cattolici tra cui l’Office Culturel de Cluny, quest’ultimo un movimento riconosciuto in diverse diocesi francesi. Vari vescovi francesi hanno prote­stato.

Al di là della lista, la politica unti-set­te francese riconosce ad associazioni anti­sette di impostazione laicista (ADFI e CCMM) il ruolo di “ausiliarie” della “lotta anti-sette” del governo, e con la citata legge contro le “sette” la “manipolazione menta­le”del 30 maggio 2001 (a suo tempo viva­mente criticata anche dalla Civiltà Cattolica) a queste associazioni attraverso l’introdu­zione di un nuovo articolo 2/11 nel Codice di procedura penale è stato riconosciuto il di­ritto di costituirsi parte civile contro gruppi accusati di praticare la “manipolazione mentale”.

L’ADFI e il CCMM utilizzano una nozione di “setta” ancora più vasta di quel­la del rapporto del 1996 e le loro pubblica­zioni, o pubblicazioni da loro diffuse e rac­comandate, attaccano regolarmente, fra gli altri, l’Opus Dei e comunità del Rinnova­mento nello Spirito. Quanto a quest’ultimo, agli attacchi che accusano sue comunità di praticare la “manipolazione mentale” ha ri­sposto nel 1996 un duro documento della Conferenza episcopale francese.

Il rapporto parlamentare belga sulle set­te dei 1997, influenzato da quello francese, ha in appendice una lista di “sette pericolo­se” accusate di praticare la “manipolazione mentale” che comprende la Comunità di Sant’Egidio, l’Opus Dei, il Rinnovamento nello Spirito e 1’Oeuvre (una comunità belga di cui fanno parte tra gli altri l’eminente sto­rico delle religioni padre Julien Ries e fun­zionari di congregazioni romane).

Le vee­menti proteste dei vescovi cattolici hanno fatto sì che il Parlamento, votando il rap­porto, dichiarasse di non volere con questo voto approvare anche la lista, ma questa è stata comunque pubblicata con il rapporto ed è alla base per esempio della decisione di consigli comunali e catene alberghiere di negare a tutti i gruppi inclusi nella lista l’u­so di sale pubbliche.

Negli Stati Uniti il governo non incoraggia le campagne contro le sette e la categoria di “manipolazione mentale” non è accettata dalla giurisprudenza maggioritaria, ma le associazioni anti-sette private (in contatto con quelle europee, di cui sono peraltro più moderate) includono nelle loro pubblicazion­i dove si parla di gruppi che pratichereb­bero la “manipolazione mentale” comunità del Rinnovamento nello Spirito, l’Opus Dei e i Legionari di Cristo.

In Italia una delle associazioni che più si batte a favore del disegno di legge sulla “ma­nipolazione mentale”, la FAVIS, propagan­da sul suo sito il libro di Gordon Urquhart “Le armate del Papa. Focolarini, Neocate­cumenali, Comunione e Liberazione. I se­greti delle misteriose e potenti nuove sette cattoliche” (Ponte alle Grazie, Firenze 1996), il cui titolo non fa precisamente mistero di quali gruppi intenda accusare di essere “sette” che praticano la “manipolazione mentale”.

D’altro canto, nella nostra memo­ria collettiva italiana la sentenza della Cor­te costituzionale del 1981 che ha eliminato il reato di plagio è collegata al caso del filo­sofo comunista Aldo Braibanti. Ma in realtà la sentenza non è intervenuta sul caso Brai­banti, ma su quello del sacerdote cattolico carismatico don Emilio Grasso accusato da alcuni genitori di “plagiare” i figli.

La nostra opposizione al disegno di legge contro la manipolazione mentale non deriva, dal desiderio di difendere questo o quello specifico movimento o associazione. La leg­ge è sbagliata, inutile e pericolosa in via ge­nerale, e minaccia la libertà religiosa di tut­ti i cittadini, cattolici o non cattolici.