Io, cristiano venuto dall’islam

Islamici_convertiti Tempi n.48 del 24 novembre 2005

Albanese, giunto in italia via terra, oggi integrato lavora in una multinazionale, fa il poeta ‘clandestino’  e ha messo in piedi una piccola casa editrice. Recensisce per Tempi l’ultimo libro di Giorgio Paolucci e Camille Eid, storie sconosciute di musulmani convertiti dall’islam

di Clirim Muca

Mentre prendevo in mano il bel libro di Giorgio Paolucci e Camille Eid, mi sono detto: «Non è per me scrivere sull’argomento, serve la penna di un erudito o almeno di un esperto sulle religioni, quale io non sono». Ma come si può fare, quando scopri che il libro è dedicato proprio a te? «A tutti i ‘neoconvertiti’ che, incontrando Gesù come risposta alla loro sete di felicità, hanno scoperto che ogni traguardo è un nuovo inizio. E l’hanno fatto riscoprire anche a noi».

Scrivendo della storia di Fatima, Amina, Monica, Agostino, Elda, Bujar, gli autori hanno raccontato anche la mia storia. è vero: tutta la vita dell’uomo è una continua ricerca della felicità, che si può concretizzare nell’incontro con Cristo, se uno è fortunato e sa riconoscere il suo volto. Molte delle conversioni sono avvenute anche perché attratti dalla Messa.

La mistica dell’anima orientale viene affascinata dalla magia dell’Eucaristia, come quando il giovane turco finisce per diventare monaco e poi far parte della Compagnia di Gesù, con il desiderio di servire i cristiani turchi del suo paese.Leggo la prefazione di Samir Khalil Samir jr. e mi scoraggio di nuovo.

Samir è quello che io vorrei essere e non sono, un grande conoscitore delle religioni, un grande intellettuale. Quando ho avuto la possibilità di leggere libri sulle tre grandi religioni monoteiste, cioè quando sono venuto in Italia, divoravo qualsiasi cosa trovassi, per soddisfare la mia sete di conoscenza. Venivo da una terribile dittatura dove della religione era stata fatta tabula rasa.

Solo una cosa c’insegnavano sulla religione nell’Albania comunista, che era ‘oppio per i popoli’ mentre il comunismo era la vera giustizia sulla terra. Il regime aveva innalzato un muro tra noi e il divino, ma si sa i muri sono destinati a crollare e la verità viene sempre fuori. Come può una filosofia come quella marxista oscurare la grandezza di Dio?

La prefazione di Samir Khalil Samir jr. è perfettamente esauriente. L’autore scrive di cose che conosce molto bene. Un tuffo nella storia dell’apostasia nel Corano, nella lunga storia dell’islam. Consiglio di leggere attentamente questa prefazione, è una finestra verso un’altra grande religione poco conosciuta.

Versetti del Corano in una mano, dichiarazione universale dei diritti umani nell’altra, Khalil Samir ci spiega qual è il vero problema. E da quello che io ho capito, il problema non è il Corano ma le interpretazione che si fanno dei versetti coranici. Samir ci spiega anche del dibattito tuttora in corso nelle società islamiche fra i fanatici e i liberali sull’argomento.

TRA RELIGIONE E STATO

Il problema dell’islam sta nel sopravvento dell’interpretazione wahhabita del Corano, come unica e vera, come una dittatura del pensiero.

Nella storia dell’islam le scuole d’interpretazione sono state diverse; c’è stato l’islam moderato, l’islam illuminato, come anche quello fanatico. Le scuole del Cairo, di Damasco e di Baghdad. Soltanto in questi ultimi 50 anni si è arrivati a distruggere ogni scuola d’interpretazione che non sia quella dei fanatici islamici, con la ricchezza inaspettata della famiglia regnante saudita, che per prima ha fatto sua l’interpretazione wahabita del Corano e ha investito molto denaro e risorse umane nella propagazione di essa, favorendo le infiltrazioni dei suoi discepoli in tutte le scuole coraniche. Nell’islam manca una rivoluzione illuminista nella divisione tra la religione e lo Stato.

Non è mai avvenuta, non si sa quando avverrà. Non è un processo che si può importare dall’esterno, ma che deve nascere dalla società stessa. C’è una parte dell’islam europeo che si muove in questa direzione – europeo in quanto fatto d’immigrati che vivono in Europa, intellettuali, anche se pochi. Il fatto che se ne parli nei dibattiti tv o sui giornali è già qualcosa.

ABBRACCI MORTALI

Questo libro è un libro sulla libertà religiosa, che ha a che fare con il più intimo dei rapporti fra l’uomo e Dio. La ricerca della strada che porta alla vera felicità. Perchè solo in comunione con Dio l’uomo è veramente felice. Come molti personaggi di questo libro, anch’io mi ricordo quando per la prima volta ho letto il Vangelo, la prima volta che ho conosciuto la parola di Cristo, la sua crocefissione. Piangevo come un bambino.

Mi domandavo come avrei agito io se fossi stato là, quel giorno. Sarei stato anch’io con quella moltitudine di uomini e donne a spingere, a ingiuriare il figlio di Dio. Credo di capire la difficoltà dei musulmani nel comprendere Cristo. Dio per loro è invisibile, onnipotente, occhio aperto sul mondo intero, lontano nei cieli. Misero è l’uomo di fronte alla sua grandezza, infimo di fronte alla sua purezza, lo sguardo di Dio lo riduce in cenere.

Dio che si fa uomo, un essere infimo! Una vera pazzia dell’uomo. Dio che prende su di sé il peccato dell’uomo! Incomprensibile. Se Dio può tutto, può anche diventare uomo, mi dicevo, morire e rinascere di nuovo, prendere il peccato del mondo su di sé, per solo amore.

Scoprire che Dio è amore è la più grande rivelazione, la più confortante. È quella che più innalza l’animo verso una superiore dimensione. Scopri il vero significato della vita. Non è processo facile, ci vogliono giorni, mesi, anni per comprendere. Un processo del cuore che viene accelerato oppure fermato, secondo l’ambiente in cui ti trovi. Io fui fortunato, avevo conosciuto un giovane prete che mi fu d’aiuto nell’allontanare i dubbi del pensiero, mentre il cuore aveva fatto la sua scelta.

Compresi infine la rivoluzione dell’amore di Cristo, sempre presente nel mondo. Forse per noi albanesi è più facile, visto che siamo cresciuti in una società dove era bandito ogni tipo di religione o forse perché per noi è un ritorno alle radici cristiane di una volta. Anche per il fatto che in Albania non ha mai attecchito il fondamentalismo – parlo dell’Albania multireligiosa, dove le tre religioni convivevano. Come me molti altri hanno trovato la via della fede in Cristo o non hanno ostacolato le figlie o i figli nell’abbracciare la fede di Cristo.

Così han fatto il mio amico Ali con la sua famiglia, Avni, Ylli e molti altri. Ripeto, fortunati. Mentre molti di quelli che si sono convertiti dall’islam al cristianesimo sono costretti a vivere in clandestinità persino in Occidente, con la paura d’essere uccisi, da chi ignora ogni legge del paese ospitante.

La libertà di scegliere la religione che si vuole non è poi così semplice per più di un miliardo di persone. Perché, come dice uno dei protagonisti del libro, l’islam ha una porta d’ingresso, ma non quella d’uscita. E allora la conversione molte volte diventa rottura con la famiglia, gli amici, la società. Cristiani che non possono professare in libertà il proprio credo, succede non solo in Arabia Saudita, Marocco, Tunisia, ma anche in Italia, dove i cristiani convertiti all’islam, provocatoriamente diventano i leader della comunità, mentre i musulmani convertiti al cristianesimo sono costretti a vivere in semiclandestinità o a rischiare la propria vita.

È una bella inchiesta giornalistica questo libro, storie scelte con cura, scritte con uno stile scorrevole. Mette il dito in una piaga che esiste nei rapporti fra le due religioni, sul fondamentalismo islamico che esiste e agisce anche nelle nostre città se non con le bombe, con le minacce verso i nuovi cristiani, molte volte vulnerabili e indifesi. Il libro si conclude con una lista dei paesi dove è condannata l’apostasia, con l’Arabia Saudita in testa. Ma ci sono anche Stati moderni come Egitto e Marocco.

Anche se nelle legislazioni degli Stati cosiddetti moderni la condanna per apostasia non è prevista, vige la tradizione che appunto è quella di esclusione, minaccia di morte, verso i convertiti al cristianesimo. Consiglio a tutti di leggere questo libro, ma soprattutto ai cristiani. Questo libro ci racconta di un’amara verità: ancora oggi si muore solo perché si è abbracciato Cristo.