Un militare cristiano chiede…

“se fossi mandato in guerra contro l’Iraq, commetterei peccato ?”

La Chiesa insegna che la guerra non è mai il mezzo idoneo per risolvere le questioni della giustizia perché nella guerra non sempre vince chi è nel giusto, ammesso che sia facile capire chi è nel giusto, dato che ogni contendente giustifica sempre molto bene le proprie ragioni.Tuttavia, la Chiesa insegna che, fino a quando- non ci sarà un’autorità intrernazionale competente, munita di forze efficaci,  una volta esaurite tutte le possibilità di un pacifico accomodamento, non si potrà negare ai governi il diritto di una legittima difesa – (Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes n.79). Ma anche quando esisterà una vera autorità internazionale e un vero tribunale internazionale, la Chiesa ricorda che sarà sempre necessario un esercito internazionale in grado di far rispettare le decisioni del tribunale stesso con l’uso lecito della forza : – gli uomini, in quanto peccatori, sono e saranno sempre sotto la minaccia della guerra fino alla venuta di Cristo- (Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes n.78) .

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La risposta del Santo Padre ai quesiti formulati dai giovani militari

 L’Osservatore Romano del 3-4 aprile 1989

Una solida formazione spirituale rende compatibili  la vocazione cristiana e il servizio militare

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Servizio militare, vocazione cristiana e disciplina

Cristianità, 169 (1989)

Discorso improvvisato in occasione della visita alla chiesa del Presidio romano della Cecchignola, del 2-4-1989, in L’Osservatore Romano, 3/4-4-1989.

Giovanni Paolo II

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I limiti della vita

(questo saggio è stato scritto prima della pubblicazione dell’enciclica Evangelium vitae e del Catechismo universale della Chiesa Cattolica, N.d.R.)

Un principio valido per la ragione e per la fede è quello secondo il quale la vita umana, la sopravvivenza biologica non è né potrà mai essere il fine ultimo dell’uomo

di P. Thomas M. Tyn O.P.

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Guerra abc cristiano

Articolo pubblicato su Jesus ottobre 2001

Realistiche e libere considerazioni “politicamente scorrette”

di Vittorio Messori

Leggo, in una dichiarazione pubblica di un autorevole prelato cattolico: “Occorre essere consapevoli che la guerra, ogni guerra, porta sempre e solo con sé la miseria”. Affermazione very politically correct , molto in linea -cioè- con la cultura oggi prevalente e, dunque, socialmente accettata. Ma sia permessa qualche realistica osservazione anche a un laico, usufruendo di quella libertà cui il Concilio ci esorta, quando non si tatti di verità di fede dogmaticamente garantite.Diciamo, allora, che bisognerebbe guardarsi da affermazioni drastiche (“sempre”, “solo”) che non riflettono la complessità del reale.

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Tendenze del mondo cattolico sul tema della pace e della guerra

Cristianità, 204 (1992)

Conferenza dell’Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia, tenuta il 20 gennaio 1992 a Roma, nella sala conferenze di Palazzo Salviati, in occasione della XLIII Sessione 1991-1992 del Centro Alti Studi per la Difesa, trascritta con l’autorizzazione del presule da un opuscolo edito da questo organismo, titolo compreso. S.E. mons. GIOVANNI MARRA, Arcivescovo titolare di Ravello, Ordinario Militare per l’Italia,

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La Battaglia di Anghiari

(titolo redazionale)

Rubrica Vivaio (383) su Avvenire del 30 ottobre 1990

La Chiesa, nel suo realismo, sa che l’aggressività tra gli uomini è inevitabile, che di guerre che ne saranno sempre, perché il Cristo ha sì redento il peccato ma non ne ha voluto cancellare le conseguenze. E allora, invece che baloccarsi in un utopico pacifismo che porta a maggior guai, essa  nel Medioevo si diede da fare per mettere in gabbia l’aggressività.

di Vittorio Messori

la battaglia di Anghiari dipinta da Leonardo
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Bellum Iustum

 Il Timone, n° 25 del 2003

In antichità, popoli guerrieri come i Romani e gli Spartani si preoccupavano di ostacolare e ritardare l’inizio delle guerre. Lo facevano per motivi religiosi. Che col tempo vennero meno.

di Marta Sordi

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A braccetto ordine e pace

Avvenire del 6 aprile 1990

Ordine e pace. Dei due termini è il secondo quello che campeggia dovunque e comunque ma nel cristianesimo sono inscindibili

di Rino Cammilleri

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Da Palmiro a Nicodemo

Tempi, 19 dicembre .2002, n. 51

Come può un uomo nascere quand’è vecchio? Agli amici rimasti nell’Ideologia, ai giovani in cerca di Ideale. Confessione di un togliattiano.

di Massimo Caprara

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