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Pubblicato su Il Timonen. 33, anno VI, maggio 2004
Chi non ha incontrato infinite volte, ripetuta polemicamente come un mantra, questa espressione («L’uomo della Provvidenza»), conferma definitiva di una sorta di patto mistico-politico tra la Chiesa e il fascismo? In realtà, qualcuno è andato alle fonti e ha chiarito (anche se invano) che si tratta di una citazione scorretta
Chi si confronti con le fonti, deve arrivare a una conclusione “scandalosa”: i provvedimenti presi dal fascismo alla fine degli anni Trenta nei confronti degli ebrei coincidevano in non piccola parte con le aspettative e le richieste portate avanti sin dalla prima metà dell’Ottocento dal cattolicesimo ufficiale.
La Santa Sede con i Pontefici Pio XI e Pio XII, contrariamente a quanto sostenuto da un certo filone della critica storiografica, fu lungimirante nel capire già nei primi anni venti i pericoli insiti nel nazismo.
Fu nella sua lettera ai Romani che S. Paolo pose le basi dell’atteggiamento della Chiesa medievale nei confronti degli ebrei. In essa scriveva: Io domando dunque: Dio avrebbe forse ripudiato il suo popolo? Impossibile! Anch’io infatti sono Israelita, della discendenza di Abramo, della tribù di Beniamino. Dio non ha ripudiato il suo popolo, che egli ha scelto fin da principio.
Dietro ladefinizione di antigiudaismo non c’è alcuna precomprensione ideologica né tanto meno la volontà di sminuire responsabilità storiche dietro l’alchimia di definizioni giustificazioniste, ma soltanto la volontà di studiare i fatti storici valutandoli per quello che sono
Le accuse contro la Chiesa e la ”Civiltà cattolica”
Dietro la definizione di antigiudaismo non c’è da parte della Chiesa, come invece sostengono alcuni, alcuna volontà di forzare ideologicamente i fatti né tanto meno di sminuire le proprie responsabilità storiche dietro l’alchimia di definizioni giustificazioniste, ma soltanto la volontà di esaminare i fatti storici valutandoli per quello che sono . All’opposto invece si nota, dietro la pretesa di chi intende imporre determinate definizioni (quella di antisemitismo per intenderci), la volontà di strumentalizzare ideologicamente i fatti storici.
“se fossi mandato in guerra contro l’Iraq, commetterei peccato ?”
La Chiesa insegna che la guerra non è mai il mezzo idoneo per risolvere le questioni della giustizia perché nella guerra non sempre vince chi è nel giusto, ammesso che sia facile capire chi è nel giusto, dato che ogni contendente giustifica sempre molto bene le proprie ragioni.Tuttavia, la Chiesa insegna che, fino a quando- non ci sarà un’autorità intrernazionale competente, munita di forze efficaci, una volta esaurite tutte le possibilità di un pacifico accomodamento, non si potrà negare ai governi il diritto di una legittima difesa – (Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes n.79). Ma anche quando esisterà una vera autorità internazionale e un vero tribunale internazionale, la Chiesa ricorda che sarà sempre necessario un esercito internazionale in grado di far rispettare le decisioni del tribunale stesso con l’uso lecito della forza : – gli uomini, in quanto peccatori, sono e saranno sempre sotto la minaccia della guerra fino alla venuta di Cristo- (Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes n.78) .
«Non è abbassando il senso del divino al livello umano ma cercando di alzarsi ai livelli soprannaturali che noi riusciremo ad attingere in qualche modo ai misteri divini».
Malcolm Ranjith, segretario della Congregazione del culto divino