Corriere della Sera 18 settembre 2006
di Vittorio Messori
I cristiani della mia generazione hanno passato gran parte della vita a confrontarsi con quelli che non credevano in Dio: i comunisti. E adesso, devono confrontarsi con quelli che, in un Dio, ci credono «troppo»: i musulmani. Se questo è il menu, non resta che accettare, purché sempre sorretti dal realismo evangelico. Quello, ad esempio, che renda consapevoli che la lettura distorta delle parole di Benedetto XVI a Ratisbona non è che un pretesto come un altro: un detonatore purchessia, di cui si andava alla ricerca.
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