La rinascita silenziosa

InFormazione cattolica 13 Dicembre 2025

Molti giovani si convertono e cercano la tradizione

di Julio Loredo

Gli analisti le hanno già dato un nome: il “Quiet Revival”, ossia la rinascita silenziosa.

È silenziosa perché, almeno per adesso, non domina le prime pagine dei grandi media. Ma è nondimeno una rinascita, cioè una ripresa della fede e della pratica religiosa, soprattutto nei ceti più giovani. Si tratta ancora di un fenomeno minoritario, quasi di nicchia in certi casi, ma proprio perché coinvolge i più giovani, è in crescita e si proietta verso il futuro, mentre invece la generazione protagonista del crollo della fede negli ultimi decenni sta raggiungendo l’anzianità e man mano scomparendo.

Con la graduale e inesorabile sostituzione generazionale, il dinamismo della storia sembra stia cambiando.

Questa non è un’opinione. È ciò che salta fuori dagli studi sociologici e statistici.

Prendiamo l’esempio degli Stati Uniti. A ottobre è stato pubblicato il “2025 National Study of Catholic Priests”, realizzato dalla Catholic University of America. Esso mostra che mentre il 71% del clero anziano si definisce “progressista”, appena l’8% dei giovani accetta questa etichetta. Anzi, ben il 74% dei giovani si definisce “conservatore” o persino “tradizionalista”. Fra i preti ordinati dal 2020, nessuno si dichiara “molto progressista”.

Una voce in forte crescita è la preferenza per la Messa tradizionale, detta tridentina. Appena l’11% del clero più anziano la valuta in modo positivo, mentre il 39% dei giovani la sostengono e sono disposti a celebrarla. Non sorprende, perciò, che negli ultimi hanno ci sia stata una vera esplosione delle Messe in rito romano antico, che attirano soprattutto i giovani.

E anche fra i fedeli si muove qualcosa. Ne è prova, per esempio, il moltiplicarsi di giganteschi congressi eucaristici, come quello di Indianapolis, che attrasse più di 60mila partecipanti. Ormai, le processioni eucaristiche stanno diventando una scena abituale in tante città americane.

Col titolo “Il declino del cattolicesimo liberale”, mons. Robert Batule, della diocesi di New York, ci offre una fotografia della situazione. “I giovani sacerdoti di oggi sono dottrinalmente molto più conservatori dei sacerdoti che stanno sostituendo”, afferma. E conclude citando le parole dell’allora cardinale Francis Georges, arcivescovo di Chicago: «Il cattolicesimo liberale è un progetto ormai fallito».

Il New York Times ha dedicato al fenomeno un lungo pezzo di Ruth Graham, che cita tra l’altro Brad Vermurlen della Saint Thomas University di Houston: «Dal 2010 abbiamo la coorte di sacerdoti più conservatrice vista da molto tempo».

Non diversa, anche se più ristretta, la situazione in Canada. Un recente studio della Cardus Foundation mostra che i giovani oggi sono due volte più religiosi che i loro genitori. Afferma Padre Andrew Bennett, direttore del Faith Communities Program di Cardus: «Stiamo assistendo a quello che sembra essere un risveglio all’interno della Chiesa e questo va contro la vecchia tesi del secolarismo secondo cui quando una società diventa più secolarizzata, diventa meno religiosa».

E continua: «Vediamo un numero crescente di giovani, uomini e donne, che non solo non lasciano la Chiesa ma anzi si infervorano. Questi giovani non accettano più l’idea altamente soggettiva di verità che offre la nostra società. Stanno cercando integrità, autenticità e qualcosa che abbia una vera capacità di resistenza. Essi vedono che la fede cattolica detiene una verità oggettiva e universale, una verità che non è una filosofia che cambia col vento, ma che è fondata sulla persona di Gesù Cristo».

In Francia il fenomeno è visibile, per esempio, nell’aumento esponenziale delle conversioni e dei battesimi di adulti. Ciò sta mettendo a dura prova le strutture della Chiesa, che si erano ormai adagiate sull’onda del declino. «La vita delle nostre parrocchie cambierà parecchio sotto l’influenza dei nuovi battezzati, perlopiù giovani», commenta il vescovo Olivier de Cagny, responsabile dei sacramenti dell’iniziazione della Conferenza episcopale francese.

Secondo il giornale cattolico La Croix, il numero dei battezzati adulti aumenta anno dopo anno. Il 42% ha meno di 25 anni.

Non tutti questi giovani s’integrano nella propria parrocchia. Alcuni critici laicisti sfruttano questo fatto per cercare di sminuire il fenomeno, affermando che si tratta di conversioni superficiali, cioè fuoco di paglia.

Gli studi sociologici, però, mostrano una verità diversa. Il problema non è tanto che ai giovani non piacciono le parrocchie, quanto che le parrocchie non offrono ai giovani ciò che essi cercano, cioè la Tradizione.

Il prof. Yann Raison du Cleuziou, dell’Università di Bordeaux, si è dedicato a studiare il fenomeno. «Man mano che la società è diventata più secolare, la Chiesa si ricompone attorno a coloro che restano», afferma in un’intervista a Le Figaro, «e si ricompone con una minoranza colta di giovani laici e sacerdoti altamente motivati. Si direbbe che apparentemente la secolarizzazione è vittoriosa, ma resta il fatto che, paradossalmente, questo contesto non è incompatibile con un sentimento di risveglio condiviso nei cattolici praticanti. Diventando minoritario, il cattolicesimo riguadagna al suo interno intensità e omogeneità di convinzione».

I giovani, conclude du Cleuziou, «cercano l’intensità dell’esperienza religiosa per resistere alla cancellazione».

Passiamo alla Gran Bretagna. Scrive Joanna Bogle sul Catholic World Report: «Recenti notizie suggeriscono che in Gran Bretagna si sta verificando una silenziosa rinascita della fede».

La giornalista britannica si riferisce al fenomeno noto come “Quiet Revival”, appunto un rinascimento silenzioso. «La fede cattolica sta mostrando segni di rinascita, in particolare in Inghilterra», scrive da parte sua Edward Pentin, anche lui britannico, sul National Catholic Register.

Queste considerazioni trovano appoggio nel recente studio condotto dalla Biblical Society, intitolato «La rinascita silenziosa, la generazione Z guida il ritorno alla Chiesa». Leggiamo nell’introduzione: «Il declino della Chiesa in Inghilterra e Galles non solo si è arrestato, ma la Chiesa sta crescendo, poiché la generazione Z sta guidando un’entusiasmante svolta nella frequenza alle funzioni religiose. Negli ultimi sei anni la partecipazione alle funzioni religiose è aumentata del 50%, sfatando il mito del declino della chiesa».

“Perché i convertiti della generazione Z stanno affollano le Messe in latino”. Ecco il titolo dell’interessantissimo articolo di una giovane britannica, Georgina Mumford, sul Catholic Herald, il più importante organo cattolico del Paese.

«Il cristianesimo sta tornando di moda tra i giovani britannici, ma coloro che si convertono alla fede cattolica sono in prima linea, scrive Mumford, Ancora più impressionante è che abbiamo visto uno straordinario aumento del 71% nella partecipazione alla Messa in latino, una ripresa guidata dai giovani tra i 22 e i 39 anni».

Scrive sempre la giovane Mumford: «La Generazione Z desidera ardentemente un senso di radicamento, un senso che il sistema educativo britannico non offre da molto tempo. (…) Al contrario, la Messa latina, con il suo ritmo secolare, le preghiere fisse e un canone eucaristico rimasto sostanzialmente immutato per oltre 1.400 anni, guarisce quella ferita. Noi, la generazione Z, abbiamo fame di sostanza. Ci hanno dato brodo e latte. Vogliamo carne rossa, meglio se con l’osso ancora lì! Ecco quello che troviamo nella Messa in latino».

Potremmo andare avanti per molte pagine citando gli studi che mostrano questa rinascita spirituale nella Chiesa. Certo, una rondine non fa primavera. E la scarsa visibilità pubblica del fenomeno in Paesi come Italia e Spagna fa a più di uno dubitare della sua rilevanza. Ma questi piccoli segni sono come i cinque pani e due pesci che, moltiplicati dalla grazia divina, possono portarci verso la restaurazione della Chiesa e della Civiltà cristiana.