La croce di Colombo a Hispaniola ha fatto miracoli

Tradizione Famiglia Proprietà newsletter 31 Ottobre 2025

Nel mese di ottobre del 1492, l’ammiraglio genovese al commando di tre navi spagnole mise piede in America per la prima volta. La recente “cancel culture” tanto diffusa nel mondo anglo-sassone (e non solo) ha tentato di screditare la sua epopea come un sopruso all’umanità. Le sue statue commemorative sono state abbattute e alcune sono finite in mari e fiumi. Eppure, la croce piantata da Colombo a Hispaniola ha fatto miracoli documentati.

di John O’Kane Murray (*)

Il conte de Lorgues, nel suo libro “Christophe Colomb”, racconta diversi miracoli indirettamente attribuibili allo scopritore dell’America. Quello che segue riguarda una croce che egli eresse a Hispaniola, a Fuerte Concepción: “All’inizio di aprile del 1495, Colombo visitò per la seconda volta la Pianura Reale, dove l’anno prima si era fermato ad ammirare il paesaggio, benedicendo Dio ad alta voce in presenza dei suoi soldati e ringraziandolo per avergli fatto conoscere una terra così bella. Dopo la sottomissione di Guarionex, il capo di quella parte del paese, l’ammiraglio aveva ricevuto, secondo i termini del trattato, l’autorità di costruire un forte all’ingresso di questa magnifica regione”.

“Desiderando rendere onore al segno della salvezza in questo luogo incantevole, ordinò al primo ufficiale, Alonzo de Valencia, di prendere una truppa di venti uomini e, con questa scorta composta principalmente da marinai e falegnami, di abbattere un bell’albero che aveva segnato per farne una croce. Il tronco, tagliato a forma quadrata, formava l’asta, e il più grande dei rami era stato posto trasversalmente per formare i bracci. Poteva essere alta diciotto o venti palmi. Questa grande croce, straordinariamente alta, fu eretta dall’ammiraglio su una collina ai piedi delle montagne, da cui si poteva ammirare una vista superba della splendida pianura…”

“Durante lo svolgimento dei lavori, non avendo a disposizione né sacerdoti né chiese, recitava la sua preghiera quotidiana davanti a questa croce. Lì riuniva, mattina e sera, gli operai e i soldati. Recitava regolarmente il suo ufficio accanto al sacro simbolo… Fuerte Concepción è il luogo d’Hispaniola dove trascorse più tempo… Inoltre, desiderava santificare questo luogo privilegiato costruendo una chiesa per la celebrazione quotidiana di tre messe…”

“Quando il rivelatore del globo, in ricompensa delle sue scoperte, fu strappato dal suo governo, caricato di catene e mandato in Spagna, gli spagnoli, seguendo il suo esempio, continuarono a riunirsi lì per dire le loro preghiere in piedi. Un giorno la Croce, invocata con fede sincera, operò un miracolo. Alcune persone furono guarite dalla febbre toccandola. Altri malati ne furono attratti e si raccomandarono con fervore a Dio. Molti di loro furono guariti. La Croce fu chiamata la Vera Croce, perché si distingueva per i miracoli che operava”.

“Il nome e le meraviglie della Vera Croce erano sulla bocca di tutti. Gli indiani, oppressi dagli spagnoli dopo l’insediamento di Bobadilla, avendo osservato il rispetto che i loro padroni tributavano al sacro simbolo, decisero di distruggerlo. Si presentarono in forze per l’assalto e, fissando delle robuste corde di fibra intrecciata al fusto della Croce, cercarono di abbatterla; ma nonostante fossero in tanti, tutti i loro sforzi furono vani. La Croce sfidò la loro forza e rimase immobile. Insoddisfatti del loro insuccesso, cercarono di ridurla in cenere. Raccolsero grandi mucchi di sterpaglie secche, li circondarono di notte con fasci di materiale infiammabile fino a grande altezza e vi appiccarono il fuoco. Le fiamme divamparono con violenza. La croce scomparve presto tra le fiamme e il fumo. Gli idolatri con i loro sacerdoti, i Bohuti, si ritirarono soddisfatti. Ma la mattina seguente videro la croce perfettamente conservata in mezzo ai cumuli fumanti. Nemmeno il colore del legno era cambiato, tranne che alla base era leggermente annerito, come se vi fosse stata applicata una candela accesa”.

“Scoraggiati e sgomenti da questa manifestazione miracolosa, fuggirono tremanti, temendo di aver suscitato l’ira della Croce, che erano convinti provenisse dal Cielo. Tuttavia, la violenza vendicativa dei loro Bohuti li spinse a tornare all’attacco, per cercare di abbatterla con le loro asce di pietra affilata e i coltelli che avevano ottenuto in cambio dagli spagnoli. Il legno offrì una resistenza insolita e osservarono che nel momento in cui ne scheggiavano un frammento, la cavità si riempiva immediatamente e dovevano ricominciare il loro lavoro. La loro frenetica ostinazione cedette di fronte a questa nuova meraviglia. Rendendosi conto che la loro forza unita non era stata in grado non solo di abbattere la croce, ma nemmeno di spostarla, e vedendo i cristiani renderle omaggio, da quel momento si prostrarono davanti ad essa”.

“A questi prodigi se ne aggiunse un altro, permanente e visibile a tutti, che ogni anno diventava motivo di stupore sempre maggiore, ovvero la completa conservazione del legno che, senza alcun rivestimento di catrame o applicazione chimica di alcun tipo, sfidava l’umidità e il calore che in quel clima producono un rapido decadimento. La croce non era fessurata, deformata o tarlata. Sembrava appena stata eretta. Cinquantotto anni dopo la sua erezione era perfetta come il primo giorno. Un altro effetto meraviglioso fece una profonda impressione sulla popolazione di quella zona, ed era vedere la croce in piedi, intatta, non toccata dagli uragani e dai vortici che avevano strappato dal loro posto e gettato a terra alberi e case tutt’intorno”.

“I miracoli aumentarono di numero e notorietà. Oviedo, che era governatore di San Domingo, sebbene ostile, come abbiamo visto, a Colombo, attesta che la croce miracolosa, che al momento in cui scrisse, nel 1535, si trovava all’interno della cattedrale, era stata eretta dallo stesso Colombo a Fuerte Concepción”.

“Nel 1553 la cattedrale fu distrutta da un uragano, e solo la cappella della Vera Croce ne uscì indenne. L’intera città era un cumulo di rovine, ad eccezione del convento francescano; ma molti degli abitanti avevano nelle loro case o addosso una reliquia della Vera Croce, e nessuna di queste fu danneggiata. La popolazione dovette cercare un’altra dimora, e della croce non si seppe più nulla. Roma non aveva mai sancito pubblicamente la devozione a questa Vera Croce, ma una ragione più che sufficiente sembra essere il desiderio di evitare ogni conflitto con le rivendicazioni più antiche di quale era la più antica Vera Croce. Le guarigioni miracolose sembrano ben documentate”

(*) John O’Kane Murray, Lives of the Catholic Heroes and Heroines of America (New York: P.J. Kenedy, 1882), pp. 177-178, nota.

Fonte: Return to Order, 12 ottobre 2020. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia