InFormazione cattolica 26 Ottobre 2025
Il modernismo religioso e sociale contrari al Cattolicesimo e alla politica cattolica
Per contribuire alla comprensione del progressismo e del democratismo cristiano diamo un’ esposizione su modernismo e sul Sillon, movimento democristiano condannato da san Pio X con la lettera apostolica Notre Charge Apostolique, del 25-8-1910. Fu fondamentale la dottrina del cardinale Louis Billot (1846-1931), del card. Raffaele Merry del Val, definito «onore della Chiesa e della Francia».
L’insegnamento cattolico del cardinale Billot è magistralmente sunteggiato da p. Henri Le Floch, della Congregazione dello Spirito Santo, che fu superiore del seminario francese di Roma, ed è tratto dal volume Le cardinal Billot, lumière de la théologie, senza indicazione di editore, 1932, pp. 62-80. Dalla stessa opera, Cristianità (anno V, n. 24, aprile 1977) ha già tratto Il cardinale Billot sul liberalismo, che si collega a questi argomenti.
Di fronte al Modernismo il card. Billot parla de «l’assurdità di questo errore, della sua illogicità incurabile e dei suoi concetti contradditori», per cui si limita a dare un’idea simbolica della sua «mostruosità». Rammenta il capitolo IX dell’Apocalisse di San Giovanni, dove vede «il pozzo dell’abisso spalancato che oscura il sole e l’aria. E da questo fumo usciva un esercito di locuste che si diffusero sulla terra, e fu dato a esse lo stesso potere che hanno gli scorpioni della terra.
E fu a esse ordinato di non danneggiare l’erba della terra, né verzura alcuna, né alcun albero, ma solo gli uomini che non hanno il sigillo di Dio sulla fronte. Ora, queste specie di locuste erano simili a cavalli preparati a battaglia, e avevano sulla testa come corone che sembravano d’oro, e le loro facce erano come facce d’uomini. Avevano capelli come i capelli di donna, e i loro denti erano come denti di leone. Le loro code erano simili a quelle degli scorpioni, con dei pungiglioni. Avevano come capo l’angelo dell’abisso, il cui nome era “lo sterminatore”, cioè lo spirito cattivo omicida fin dall’inizio, il serpente antico».
«In questa visione, continua il teologo, i commentatori hanno visto la descrizione profetica delle grandi eresie, come dell’arianesimo, del protestantesimo. L’errore del modernismo è rappresentato, dal canto suo, dal fumo che sale dal pozzo dell’abisso, dalle locuste che fanno irruzione dal seno di questo fumo e dalla forma straordinaria di queste locuste.
Quello che è stato chiamato americanismo si collega al liberalismo ed è stato, in un certo senso, il precursore, in Francia, del modernismo e del sillonismo; dottrina di liberalismo, di libertà individuale, tende a essere una religione d’azione democratica sociale e di indifferenza dogmatica, una religione di benessere terreno. L’americanismo predicava lo sviluppo delle virtù «naturali», il primato delle virtù attive su quelle passive.
In Francia, fu sollecitamente accolto dai «democratici cristiani», dai partigiani di un’ evoluzione religiosa e politica della Chiesa. La lettera di Leone XIII Testem benevolentiae, del 22 gennaio 1899, al cardinale Gibbons, provvide alla integrità della fede, di fronte a questo errore nascente. Ma le sue massime e il suo spirito sono rimaste la sostanza degli errori religiosi e sociali che l’enciclica Pascendi e la lettera di Pio X sul Sillon hanno condannato. L’americanismo si presentava come una forma superiore di cattolicesimo, adattata al tempo presente.
Il modernismo è propriamente l’errore, o meglio questo insieme di errori, che va dall’agnosticismo, attraverso l’immanentismo, il pragmatismo e il dogmatismo morale, all’impoverimento e alla rovina della fede. Il tipo completo ha dato origine a varietà e a tendenze: semi-modernismo, modernizzanti, spirito modernista, caratterizzati dal disprezzo della tradizione e dal partito preso di diminuire l’influenza dell’elemento soprannaturale.
Fin dai primi anni dell’insegnamento di p. Billot, il modernismo fluttuava allo stato diffuso nella Chiesa, dove aveva invaso i campi della filosofia, della teologia, della esegesi, del diritto, della sociologia, dell’ascetismo, estendendosi a tutte le forme del pensiero e dell’azione cattolica, con il suo carattere internazionale.
Nel secolo XVI l’unità cattolica era stata spezzata al grido di «riforma!». I capi del movimento modernista vogliono nientemeno che «consacrarsi alla grande opera del rinnovamento del cattolicesimo» (barone von Hügel). Il loro fine è di «rifondere il cattolicesimo» (G. Tyrrel), di «riformare il regime intellettuale del cattolicesimo romano» (A. Loisy), di «rinnovare i valori cristiani» (Buonaiuti).
Si trattava, in realtà, di trasformare il cattolicesimo in un cristianesimo non dogmatico. Il sistema sembra essere venuto in Francia direttamente da oltre Reno, dove i dottori delle Chiese protestanti liberali tentavano di formularlo e di adattarlo. Il principio di questa deviazione universale è il soggettivismo di Kant. Questi, dopo avere posto in modo artificiale il problema della conoscenza e avere vanamente cercato come il pensiero vada dalla soggettività della sua azione all’essere, all’oggetto distinto da essa, ammette che l’essere è il pensiero. L’ordine delle cose e delle idee nasce dunque dalla ragione, invece che dalla creazione divina.
Billot mostra che la congiura non viene più da fuori, da coloro che combattono sotto la bandiera del libero pensiero; viene da dentro, ed è la più temibile congiura di uomini di Chiesa, di preti, di chierici o di sedicenti clericali, che si sono dati parola per riprendere sotto la superficie l’opera degli anticristi di fuori, ma con mezzi di ben altra portata. «Non essendo più dei nostri, hanno tuttavia giurato di essere ancora e sempre dei nostri … E la congiura procede, vive, agisce, opera, rivelandosi o nascondendosi a seconda delle occasioni …
Rispetto alla dottrina cattolica, il cardinale Billot considerava il Sillon come la trasposizione, nell’ordine sociale, degli errori dottrinali dell’epoca, pervasi di immanentismo e di pragmatismo. Il Sillon gli apparve vicino al modernismo per la sua origine e per il suo contenuto, così come per il reclutamento dei suoi adepti. L’immanenza sociale che, ai suoi occhi, riassumeva la dottrina del Sillon, era in realtà soltanto una trascrizione della immanenza religiosa, che costituisce la sostanza della tesi modernista. L’errore sociale aveva come fondamento un errore dogmatico. Il cristianesimo del Sillon è sempre in funzione del suo democratismo e questo democratismo «cristiano» è una deformazione del Vangelo nell’ ideologia rivoluzionaria.
Tutto quanto il cardinale Billot ne pensava è contenuto nella lettera del 25 agosto 1910, e si può seriamente presumere che egli abbia preso parte alla redazione di questo grave documento pontificio. Il punto di partenza degli errori del Sillon derivava, nei suoi fondatori, dal fatto che non erano muniti di scienza storica, di sana filosofia, di robusta teologia e che non avevano saputo preservarsi dalle infiltrazioni liberali e protestanti.
Lo capirà molto bene il grande Giovannino Guareschi, quando pone la differenza tra don Camillo e don Chichì. Il cardinale Billot descrive nello stesso tempo il prete modernista e il prete sillonista che si danno, in collaborazione, alla realizzazione dei loro sogni, alla elaborazione delle loro chimere, come se dovessero improvvisamente fare sbocciare nel genere umano la giustizia, la virtù, la felicità.
« … Ecco il prete democratico, intento a formare cittadini coscienti e responsabili, in attesa che la Chiesa, che, secondo lui, ha spinto oltre i limiti concessi l’espansione del principio di autorità, sia infine, come spera, costretta a trovare metodi più conformi ai diritti dell’uomo, agli immortali principi, all’ uguaglianza fondamentale e alla dignità personale di tutti i cristiani. È la laicizzazione delle cose divine stesse: laicizzazione della esegesi, che si ridurrà a essere un metodo di interpretazione dei testi sacri secondo le sole regole che ora si è soliti applicare a tutti i testi umani, senza badare ad altro che al movimento del pensiero contemporaneo nell’ordine filosofico.
Laicizzazione della teologia, che non sarà più, come la definiva sant’Anselmo, la fede che cerca l’intelligenza dei misteri di Dio, delle loro armonie profonde, delle loro bellezze soprannaturali, del loro senso mirabile, ma che diventerà né più né meno che la storia dei sistemi, il catalogo delle opinioni, la nomenclatura delle teorie dell’uomo, a proposito della verità di Dio: il che costituisce un altro modo per sostituire l’uomo a Dio.
Infine, laicizzazione della morale cristiana, cioè delle virtù, di cui le une, quelle che sono proprie della vita interiore, che derivano dallo spirito di preghiera, di penitenza, di umiltà, che ci mantengono continuamente dipendenti da Dio nostro Signore, da Dio nostro creatore, da Dio nostro fine ultimo, sono congedate come virtù d’ancien régime; mentre le altre, che dicono attive, e che sole considerano degne dell’uomo adulto, emancipato, libero e cosciente di se stesso, devono ormai farsi avanti e avere il primato» (Éloge du card. Pie, p. 20).
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