Esselunga e lo spot pubblicitario della pesca

Abstract: Esselunga e lo spot pubblicitario della pesca che ha fatto gridare allo scandalo i bacchettoni della famiglia fai da te, ma è la rivincita del reale, ovvero che i divorzi e le separazioni sono un male. Lo scandalo, invece, è il reale che presenta il conto. Ma per osservarlo, occorre lo sguardo lungo, non solo la “Esse”.

Alleanza Cattolica 29 Settembre 2023 

Esselunga e la pesca del peccato

È bastata una pesca per far gridare allo scandalo i bacchettoni della famiglia fai da te, ma è la rivincita del reale

di Domenico Airoma

C’è stata una grande catena di supermercati che pur di non cambiare la propria denominazione, si è affrettata a precisare che di famiglia “iper” non c’è n’è una sola, ma tante quante ne vuoi, come in un banco da supermercato, appunto. E c’è oggi un’altra catena di grandi magazzini, che pare non preoccuparsi del politicamente (e socialmente) corretto.

Capita allora che venga commissionata una pubblicità, non ad un’agenzia governativa (forse non sarebbe riuscita così), ma a dei pubblicitari americani, che provano a tradurre in immagini l’importanza di ogni spesa.

Ed accade che, come ogni pubblicitario che sappia fare il suo mestiere, questi provi ad immaginare non che un acquisto possa essere importante per un adulto, ma per quale ragione lo possa essere anche per un consumatore in fondo poco appetibile per un supermercato: un bambino.

E qui accade l’inimmaginabile.

Chi ha pensato lo spot si sarà chiesto quale potesse essere il desiderio meno commerciale, più naturale e quindi più vero per un bambino. La risposta – di una semplicità tanto evidente, quanto potente – è in quella pesca acquistata da una bambina e offerta al papà come regalo della mamma: il valore di quella spesa è immenso per quella bambina, ed è il desiderio di far riappacificare i propri genitori, separati o divorziati.

E qui apriti cielo!

Con un solo frutto (una banale pesca) si mette un discussione tutto un mondo di conquiste “civili”! Quei genitori vengono messi sul banco degli imputati! Alla gogna sociale! Insomma, è bastata una pesca per far insorgere tutti i bacchettoni delle “famiglie fai da te”.

La realtà è che quello spot ha riproposto in pochi minuti i drammi silenziosi che vivono tanti bambini, sacrificati molto spesso sull’altare dell’egoismo degli adulti, schiavi di amori, appunto, “da supermercato”. Si punta il dito contro chi ha voluto dare voce alla bambina di una famiglia che non c’è più. Magari solo per cercare di fare una pubblicità che rispecchiasse il mondo reale e non quello degli arcobaleni ideologicamente gioiosi. E si preferisce non fare i conti con la realtà.

Lo scandalo, invece, è il reale che presenta il conto. Ma per osservarlo, occorre lo sguardo lungo, non solo la “Esse”.

qui lo spot di Esselunga

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