Chi smonta il green, salverà il pianeta

La Verità, martedi 17 giugno 2025

di Franco Battaglia

L’ideologia verde, fondata su presupposti scientifici fallaci, ha impoverito il mondo… La politica ener­getica adottata. fin dall’inizio di questo millennio, dall’Europa, prima e dall’America di Al Gore, Bara& Obama e Joe Biden poi, lo stava invece distruggendo. Ha creato povertà nei Paesi ricchi, e reso più poveri quelli poveri. Per darvi contezza del problema e farvelo toccare con mano, v’ invito all’esercizio che segue.

Prendete una qualunque bolletta elettrica -meglio se una della casa al mare o in montagna rimasta per lo più disabitata per almeno un paio di mesi, leggete i chilowattora elettrici consumati e assegnate un euro ogni 4 chilowattora (che è pur sempre il doppio dell’assegnazione che avremmo fatto nel 2000). Quindi sottraete questo numero all’importo della bolletta e meditate sul risultato. Io l’ho fatto con una bolletta del maggio 2025 che registra un consumo di 2 kWh, cioè, in denaro, 50 centesimi di elettricità, a fronte dell’intera bolletta che è di 100 euro.

Una recente domenica di buon mattino facevo un po’ di jogging nel parco pubblico vicino casa quando, vedendo seduto su una panchina un signore anziano che quasi piangeva, mi avvicinai per chiedergli se tutto fosse a posto. All’inizio tagliò corto con un sì e no; poi, per rispondere al mio sguardo perplesso, sventolando un foglio di carta verso di me, mi disse: «Ho una pensione di 700 euro e una bolletta della luce di quasi 500 euro».

I casi dei singoli forse non interessano a nessuno, ma le conseguenze degli aumenti occorsi negli ultimi 20 anni ricadono sull’economia non solo delle famiglie, ma anche delle imprese, grandi e piccole, posto che qualunque cosa si faccia, la facciamo usando, in un modo o nell’altro, le risorse energetiche.

L’assenza di disponibilità d’energia abbondante e a buon mercato ha devastanti conseguenze sul settore produttivo: alcune aziende chiudono, altre delocalizzano ove l’energia costa meno.

La causa degli abnormi costi, dicevo, va cercata nella dissennata politica energetica che ha voluto promuovere le fonti cosiddette alternative, Che sono quelle che devono essere ancora inventate. In mancanza, sono state promosse quelle farlocche: fotovoltaico ed eolico nella produzione elettrica; e qualunque altra cosa diminuisse le emissioni di CO2. Con l’aggravante schizofrenica di escludere il nucleare, che non emette CO2.

Il presupposto principe di questa fissazione di voler ridurre le emissioni di CO2, è che questa molecola, cibo degli alberi, sarebbe responsabile di cambiamenti climatici catastrofici. Cambiamenti che, secondo i nani della terra sopra nominati e dei quali è rimasta, col cerino in mano, solo Ursula von der Leyen, sarebbero già in atto da diversi decenni.

Per cambiamento climatico, deve intendersi l’aumento di temperatura media del pianeta. E nient’altro. Non fatevi idee fasulle. Se domani succede un uragano da qualche parte esso, contrariamente all’ovvio, non è un cambiamento climatico, ma un evento meteorologico naturale e normalissimo, ancorché a noi sgradito. Peraltro, se si contano il numero di uragani registrati tra il 1950 e il 2025, essi sono stati per numero e intensità, tanti quanti quelli registrati tra il 1875 e il 1950. Anzi, quelli degli ultimi 75 anni, sono leggermente inferiori, sia per numero che per intensità, a quelli dei precedenti 75 anni.

Chiarito ciò, vi chiederete come fanno a sbroccolare una temperatura media del pianeta. Quei geni fanno così: hanno messo termometri qua e la sparsi nel globo, ne registrano i valori e fanno la media aritmetica. Non vi dico che questa procedura da la stessa informazione della media aritmetica eseguita sui numeri di un elenco telefonico, perché v’è un’altra cosa più interessante che voglio dirvi: per quanto assurda questa procedura, il fatto è che essa fornisce una media che è aumentata di 0,8 gradi in 100 anni. E questo è quel che i nani chiamano cambiamento climatico. Ù

Vien da ridere perché, se questo è il dato, esso è la prova che non v’è alcun cambiamento climatico in atto. Il perché è di una semplicità disarmante: la temperatura del pianeta ha una variabilità di 100 gradi, da -50 ai poli a +50 all’equatore. E in uno stesso luogo ha una variabilità di decine di gradi da una stagione ad un’altra. Una variazione di 0,8 gradi in 100 anni significa solo che il clima è straordinariamente stabile! Altro che mutevole.

Qualcuno lo aveva già fatto osservare a Trump, che nel primo mandato ritirava l’America dagli accordi internazionali più stupidi che siano mai stati sottoscritti, quelli cosiddetti di Parigi. Ove i plenipotenziari immaginarono un pianeta con una manopola termostatica come quella del vostro frigorifero e s’impe­gnarono a tenerla girata a 1,5 gradi al di sotto dell’ipotetico valore che avrebbe registrato il termometro se non si fosse girata quella manopola.

Come è accaduto a noi, anche Trump deve aver sbottato in una fragorosa risata e deve aver pensato qualcosa del tipo «sono pazzi questi europei». E siccome il motto della politica Trump è «il popolo americano innanzitutto», il presidente pensò bene di rompere il giocattolo dei pazzi. Ma, a parte questo, non fece poi molto, durante il suo primo mandato. Ora, oltre al giocattolo, sta smantellando anche le squadre di giocatori. Lunga vita a Trump.