Chi era Maometto? Nessuna certezza storica per gli studiosi

Unione Cristiani Cattolici Razionalisti 24 Novembre 2025

Maometto, chi era? Gli studiosi mettono alla prova le fonti storiche trovando quasi impossibile fornire una biografia. Quel poco che si sa è che diffuse un messaggio biblico.

Chi era Maometto? Un nuovo progetto accademico rilancia il dibattito storico su fondatore dell’Islam.

E’ da poco uscito in Francia “Le Mahomet des historiens“ (“Il Maometto degli storici”) (Les Éditions du Cerf 2025), un’opera monumentale in due volumi (oltre 2.000 pagine) curata da Mohammad Ali Amir-Moezzi e John Tolan, con il contributo di cinquanta specialisti internazionali.

L’obiettivo? Esplorare scientificamente la figura di Maometto, il suo messaggio, la sua biografia ed il suo impatto culturale al di là del mito e della devozione, analizzando meticolosamente tutte le fonti, islamiche e non islamiche, arabe, cristiane, persiane, africane, ma anche testi misticheggianti o letterari.

Maometto, nessuna certezza storica

Nonostante lo sforzo enciclopedico, gli storici coinvolti sottolineano un punto decisivo: quello che si può ritenere certo della vita storica di Maometto è estremamente scarso.

In un’intervista con Le Monde, il responsabile principale del progetto, Ali Amir-Moezzi, direttore Emerito presso l’École Pratique des Hautes Études (Parigi) e tra i maggiori islamisti al mondo, afferma addirittura che «ciò che lo storico può affermare con certezza su Maometto forse non supera le due pagine».

D’altra parte già 30 anni fa, sulla rivista “Arabica”, l’antropologa Jacqueline Chabbi sosteneva che «è impossibile, con metodi critici, scrivere una biografia storica di Maometto tanto le fonti su di lui sono tardive, contraddittorie, piene di approssimazioni e di errori, teologicamente e politicamente orientate».

Il primo resoconto biografico noto di Maometto, quello di Ibn Isḥāq, rielaborato da Ibn Hishām, risale infatti a oltre un secolo dopo la sua morte.

Gli stessi autori dell’opera recente, il già citato Amir-Moezzi e John Tolan, docente Emerito presso l’Università di Nantes, confermano nell’intervista che «se si riesce a scrivere una biografia su Maometto, è perché non si adotta un approccio critico ai testi. E se si vuole adottare un approccio critico ai testi, il tentativo diventa semplicemente impossibile».

Il suo messaggio era biblico, non islamico

Nel dettaglio, secondo gli studiosi si può ricostruire con relativa sicurezza solo che Maometto visse nell’Arabia occidentale alla fine del VI secolo. Tutto il resto è avvolto nella nebbia delle fonti tardive e contraddittorie, tra cui le date di nascita e di morte, il numero dei suoi figli e delle sue mogli ecc.

Un altro dato certo è che il fondatore dell’Islam, spiegano gli studiosi, portò «un messaggio situato all’interno della tradizione monoteistica ebraica e cristiana», annunciando la fine del mondo e invitando le persone a pentirsi, a essere pie, a praticare l’elemosina ed a essere gentili gli uni con gli altri per essere risparmiati dall’ira di Dio.

Sempre Amir-Moezzi spiega infatti che il testo coranico «è presentato come un’estensione della Torah di Mosè e del Vangelo di Gesù (Sura 5, 46)», annunciando temi apocalittici che «sono chiaramente ebraici e cristiani». L’unica distinzione è che, nel Corano, «è che Dio parla regolarmente in prima persona».

E’ interessante come Amir-Moezzi precisi che tale messaggio è qualificato dagli storici come biblico, mentre il co-autore John Tolan, docente Emerito presso l’Università di Nantes, precisa che dal testo sacro islamico emerge una popolazione «larghissimamente familiarizzata con l’universo monoteista», quindi biblico, tanto che il Corano si riferisce continuamente alle storie della Bibbia, «in particolare quelle dei profeti dell’Antico e del Nuovo Testamento, in modo allusivo, come se esse fossero già note a tutti».

Questo collima, tra l’altro, con la tesi di due studiosi di cui UCCR ha parlato recentemente secondo cui il Corano si riferisca precisamente alla Peshitta siriaca, un testo identico al Vangelo attuale.

Il Corano non specifica affatto che Maometto, citato soltanto 4 volte, si differenzi in qualche modo dai profeti ebrei e cristiani, né che volesse fondare una nuova religione.

Il Corano diffuso grazie a Lutero

Sul finire dell’intervista a  “Le Monde”, Mohammad Ali Amir-Moezzi spiega che gli intellettuali cristiani nel Medioevo, almeno fino al XVI secolo, ritenevano che Maometto fosse un falso profeta, anche perché i Vangeli avevano predetto l’arrivo di tali figure. A maggior ragione del fatto che il Corano incorporava elementi biblici.

Tutto cambiò nel 1543 quando il Corano fu tradotto in latino con la prefazione di Martin Lutero. Da allora, spiega lo studioso, «gli autori protestanti trovarono argomenti contro i cattolici nel testo musulmano» e così, «sebbene la percezione dell’Islam rimanesse negativa, esso era forse un male minore rispetto al cattolicesimo dal punto di vista protestante».

Con l’Illuminismo, poi, si sviluppò un’immagine positiva di Maometto, «percepito come una grande figura spirituale e poeta, in particolare da Goethe e Victor Hugo, con l’idea che i musulmani avessero preservato una spiritualità che gli europei avevano perso con la modernità. Da parte sua, Napoleone lo considerava un grande legislatore».

Nel 1979 con la rivoluzione iraniana, emerse di fatto l’Islam politico e da allora la religione musulmana viene vista come una minaccia.

La differenza con le fonti cristiane

Ciò accade quando, per una volta, il metodo storico-critico non viene applicato alle fonti cristiani ma, in questo caso, su quelle islamiche.

Da secoli il cristianesimo resiste quasi indenne alla serrata analisi delle fonti e, anzi, oggi sappiamo che i dati salienti del Gesù storico erano noti «quasi certamente alla Palestina romana degli anni Trenta del I secolo», (1) quindi in contemporanea con la morte in croce.

In breve, la stessa forza metodologica che ha permesso di “mettere alla prova” il cristianesimo, quando viene applicata all’Islam mostra un problema fondamentale: le fonti certe sono troppo poche, e gran parte di quello che si crede di sapere su Maometto resta, per gli storici, una ricostruzione che difficilmente può definirsi storica.

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(1) B. Ehrman, Did Jesus Exist? HarperCollins Publishers 2012, p. 132, 133