Economia: Le vere origini del debito dei ”paesi poveri”

petrodollariTratto da www.viewsfromrome.org

di Claudio Bernabei

Il quotidiano comunista “il manifesto” è in prima fila nella difesa dei supposti “diritti” dei Paesi del Terzo Mondo: è perciò interessante scoprire qualche dato poco conosciuto nell’ampia recensione di un recente volume scritto sulla cancellazione del debito ai Paesi poveri.

Scrive “il manifesto” che questo debito non è sempre esistito: “Il debito nella sua forma attuale nasce trenta anni fa, con il tentativo dei paesi dell’OPEC di decidere una volta per tutte il prezzo del petrolio (…) La decisione – continua l’articolista – viene forzata in senso anticoloniale ed è immaginata come un momento di rivalsa di tutti gli oppressi del mondo.

Da un punto di vista economico, avviene che alcuni paesi produttori, prima fra tutti l’Arabia Saudita, si riempiono di dollari (…) e non sanno bene come utilizzarli. Ne consegue un periodo di inflazione. I dollari – i petrodollari – cercano i loro impieghi, e li trovano in tutti i paesi del mondo che hanno programmi di sviluppo, necessità di impianti, di merci, di derrate alimentari (…) corrono dollari facili, dati a prestito, anzi tirati dietro, imposti quasi (…) e corrono i tassi di interesse” (“il manifesto”, 23 febbraio 2000).

Per sintetizzare quanto scritto dal quotidiano comunista, è avvenuto che, con l’appoggio della Sinistra antioccidentale internazionale, gli Stati dell’OPEC, in maggioranza potenze islamiche, hanno alzato in misura spropositata i prezzi, tanto da causare una grande inflazione: questa inflazione non rendeva conveniente depositare i petrodollari nelle casseforti, perciò sono stati quasi imposti agli Stati del Terzo Mondo, spesso retti da oligarchie militari filo sovietiche o filocinesi. Questi prestiti rendevano ricchi interessi ai potentati islamici, che se ne sono serviti, fra l’altro per sovvenzionare la costruzione di sontuose Moschee in Europa etc.

Gli interessi erano così alti, però, che è avvenuto che i “nuovi prestiti servono a pagare le rate dei prestiti scaduti e gli interessi dei prestiti freschi. Prima si prendeva a prestito per lo sviluppo, ora si rinuncia allo sviluppo per pagare il debito nato dai prestiti precedenti; un debito che cresce di continuo”.

Quando questi Stati cominciano a dichiarare di non poter pagare più né debiti né interessi sul debito, i governi, in maggioranza islamici, dell’OPEC, rischiano di perdere un mare di miliardi: intervengono allora i Governi occidentali, in cui si trovano le Banche dove i signori del petrolio hanno depositato i petrodollari, e, come scrive il quotidiano comunista, “si trovano rimedi, a carico della fiscalità generale degli stati cui fanno capo le banche in sofferenza” .

Riassumiamo:

1) sceicchi vari incassano enormi quantità di denaro dal rialzo dei prezzi del petrolio;

2) per farli fruttare di più prestano milioni e milioni di dollari ad oligarchie spesso filo comuniste del Terzo Mondo che sono ben contente di incassare, nei loro conti privati, soldi i cui interessi dovranno pagare i loro cittadini;

3) quando i paesi poveri, come era prevedibile, dichiarano di non poter restituire il prestito, i vari sceicchi petrolieri rischiano di pagare caro il prezzo del rischio assunto per poter guadagnare gli alti interessi;

4) di fronte al rischio che gli sceicchi ci rimettano, i governi occidentali dove hanno sede le banche con i depositi dei suddetti sceicchi, comprano da costoro, con i soldi nelle nostre tasse, i debiti ormai inesigibili.

Conclusione:

a) gli sceicchi sono contenti, perché hanno guadagnato gli alti interessi ed hanno recuperato i prestiti (a nostre spese);

b) le oligarchie del Terzo Mondo sono contente perché i prestiti non restituiti li hanno messi nei loro conti privati;

c) la Sinistra di governo dell’Occidente è contenta perché ha finanziato il Terzo Mondo a spese della odiata “borghesia cristiana”;

d) meno contenti sono i cittadini, derubati, dell’Occidente e quelli, affamati, del Terzo Mondo.