Dawkins si arrende: «La cristianità terreno fertile per la scienza»

Unione Cristiani Cattolici Razionalisti (UCCR) 28 Settembre 2025

Dichiarazione inedita di Richard Dawkins sul cristianesimo e l’origine della scienza. In un attimo contraddice decenni di propaganda sulla fede incompatibile al pensiero scientifico.

La vecchiaia fa brutti scherzi? Oppure porta saggezza?

Ognuno sceglie la risposta preferita, sta di fatto che Richard Dawkins ha appena smentito decenni di battaglia apologetica contro il cristianesimo “nemico” della scienza.

Nell’intervista alla storia rivista della “Reason Foundation” che uscirà il mese prossimo, ha infatti ammesso il ruolo fondamentale della cultura cristiana nel far fiorire il pensiero scientifico.

Nel 2025 inoltrato, il celebre scienziato non solo si è arreso all’evidenza che la scienza nacque solo nell’alveo cristiano ma addirittura che «è possibile che la cristianità sia stata il terreno fertile per la nascita della scienza».

Dawkins e il cristianesimo, l’epilogo di un percorso

Questa sorprendente ammissione di Dawkins -che solo noi al momento abbiamo colto-, deriva da un suo progressivo cammino personale di riconsiderazione del cristianesimo. Nessuna conversione, ovviamente, nonostante non abbia ancora digerito quelle avvenute al suo grande maestro nel 2004, il filosofo della scienza Antony Flew, e al suo giovane e amato pupillo Josh Timonen, nel 2023.

Per Dawkins è solo un costante “riposizionamento” iniziato nel 2012 quando disse di essere «agnostico» piuttosto che ateo. Un anno dopo, si definì addirittura «culturalmente cristiano».

Nel 2015 interviene invece contro una catena di cinema britannici che si era rifiutata di proiettare un annuncio contenente il “Padre Nostro”, scrivendo: «Se qualcuno si sente “offeso” da una preghiera, allora merita di essere offeso».

Arriviamo al 2018 quando l’”ateo più famoso del mondo” confessò di «ascoltare le splendide campane di Winchester, una delle nostre grandi cattedrali medievali», giudicandole «molto più belle dell’aggressivo “Allahu Akhbar”». Domandandosi se questo giudizio fosse oggettivo o emergesse «solo dalla mia educazione culturale?».

Nello stesso anno twittò: «Prima di rallegrarsi per gli spasmi della benigna religione cristiana, non dimentichiamoci del detto: “Tieni per mano l’infermiera per paura di trovare qualcosa di peggio”», riferendosi ancora una volta all’Islam.

Nel frattempo il noto evoluzionista si è fatto intervistare da alcuni ricercatori cristiani che, come lui, difendono il binarismo sessuale e respingono i gender studies.

L’ateismo è sensato perché cresce?

Arriviamo così a pochi giorni fa quando nell’intervista citata parla dell’ateismo e del suo essere «semplicemente sensato» perché «se si guardano i sondaggi in America e nell’Europa occidentale, il numero di persone che professano una religione è in costante calo. Quindi questo fa parte del cambiamento dello spirito del tempo».

Pur “riposizionandosi” esistenzialmente, Dawkins non smette evidentemente di calpestare fallace logiche. Quello ad populum, che prova la verità di un’idea ricorrendo alla sua popolarità, è tra i più ingenui argomenti a cui si possa ricorrere perché l’andamento statistico di un fenomeno sociale fotografa semmai solo una tendenza culturale, non un criterio di verità.

Dire che l’ateismo è “sensato” perché cresce in Occidente equivale a dire che lo sono anche le diete “miracolose” o il conservatorismo americano, che riscuotono ben più successo dell’ateismo. Ed è come sostenere che il materialismo dialettico era “sensato” nell’Unione Sovietica o che l’adorazione imperiale era “sensata” nell’antica Roma, semplicemente perché la maggior parte delle persone vi aderiva.

In un altro passaggio, Dawkins accenna anche al “progetto” che sembra emergere nell’evoluzione biologica -come sostenuto dai difensori dell’Intelligent Design, ritenendola «un’illusione di progettazione incredibilmente potente», perché gli animali sono «meravigliosamente perfetti che sembrano davvero progettati».

Dawkins: “La scienza nasce nella cristianità”

E siamo quindi al momento chiave, che mette in discussione tutto il suo decennale lavoro sull’irrazionalità del cristianesimo.

«Il fatto che la società cristiana permetta alla scienza di essere libera di fare ciò che fa è una questione che riguarda gli storici», afferma il biologo. «E potrebbero avere ragione. È possibile che la cristianità sia stata il terreno fertile per la nascita della scienza nel XVII, XVIII e XIX secolo».

Troviamo in questa originale consapevolezza di Dawkins un reflusso dell’importante influenza che ha avuto nel Regno Unito la conversione, personale e culturale, del celebre storico Tom Holland. Di lui abbiamo già parlato.

L’errore di Dawkins è ritenere che la scienza nasca nella società cristiana del XVII, XVIII e XIX secolo. Ma è falso. Come abbiamo ampiamente dimostrato nel nostro apposito dossier, le radici medievali del pensiero scientifico si trovano nel Medioevo (non prima e non dopo).

In ogni caso, lo scienziato britannico è dovuto arrivare a 84 anni per capire che no, la fede cristiana non è incompatibile con la scienza ma addirittura ne ha permesso la nascita e il suo sviluppo.

Ironia della storia, in nome della scienza Richard Dawkins ha passato decenni a combattere ciò che ora riconosce essere stata la culla della scienza.