Tradizione Famiglia Proprietà newsletter 15 Maggio 2025
di Gary Isbell
L’obiettività è ciò che conferisce credibilità alla ricerca scientifica. Quando la scienza viene condizionata da agende politiche, entrambe – scienza e politica – risultano compromesse. Questo conflitto d’interessi è particolarmente evidente nel campo della scienza climatica.
Per decenni, gli attivisti climatici hanno oscillato tra scenari allarmanti di raffreddamento globale e riscaldamento globale. Quando il clima ha smesso di collaborare con queste narrazioni, hanno adottato l’espressione più vaga di cambiamento climatico, capace di inglobare ogni possibilità.
Questo campo in costante evoluzione ha influenzato politiche globali, percezioni pubbliche e investimenti finanziari. Tuttavia, pochi parlano dei conflitti d’interesse non dichiarati (COI) che minano seriamente la credibilità della scienza del clima.
Numerosi rapporti e studi pubblicati rivelano infatti legami o finanziamenti da parte di ONG o gruppi di pressione, ma coloro che sono coinvolti in queste ricerche spesso omettano di dichiarare legami finanziari o extra-finanziari rilevanti.
Uno studio pionieristico di Jessica Weinkle et al. mostra la gravità del problema. L’analisi di un elevato numero di articoli peer-reviewed sul legame tra cambiamento climatico e comportamento degli uragani ha evidenziato gravi carenze nella trasparenza. Nessuno dei 331 autori analizzati ha riportato alcun conflitto d’interesse, né finanziario né non finanziario. Una mancanza in netto contrasto con altri settori, come le bioscienze, dove le dichiarazioni di conflitto d’interesse variano dal 17% al 33%.
Lo studio ha identificato affiliazioni problematiche tra gli autori, inclusi collegamenti non dichiarati con aziende di analisi del rischio climatico, istituzioni finanziarie e gruppi coinvolti in azioni legali legate al clima.
Un esempio: un autore che fungeva da consulente sia per una società di analisi del rischio che per una compagnia finanziaria ha omesso di dichiarare questi legami. Tali affiliazioni influenzano la scelta degli argomenti di ricerca, i metodi utilizzati e l’interpretazione dei risultati. Il rischio è quello di ottenere risultati distorti, più in linea con gli obiettivi dei finanziatori che con quelli della scienza.
Lo studio esprime anche profonda preoccupazione per il ruolo dei finanziamenti delle ONG. I dati dimostrano che gli studi finanziati da queste organizzazioni hanno significativamente più probabilità di indicare una correlazione positiva tra “cambiamento climatico” e fenomeni meteorologici estremi, come gli uragani. Conclusioni che coincidono con gli interessi strategici di tali ONG, che spesso usano questi risultati per rafforzare campagne di pressione, influenzare la politica e avviare azioni legali sul clima a spese dei contribuenti.
Altri settori, come la medicina, hanno adottato misure preventive contro questi problemi. La ricerca medica, ad esempio, ha implementato obblighi di trasparenza tramite meccanismi come il Physician Payments Sunshine Act.
La scienza del clima, invece, non ha ancora adottato strumenti simili, nonostante la sua enorme influenza sulle decisioni politiche, finanziarie ed energetiche globali.
Va detto che la presenza di conflitti d’interesse non invalida automaticamente l’attendibilità di una ricerca, poiché molti scienziati producono lavori affidabili nonostante le affiliazioni. Tuttavia, la trasparenza è essenziale per mantenere fiducia, oggettività e integrità. Senza una dichiarazione completa, è difficile valutare l’affidabilità dei risultati o la neutralità delle conclusioni.
Interessi finanziari, obiettivi politici e legami istituzionali tendono a plasmare i risultati della ricerca. I criteri per valutare i rischi di COI dovrebbero includere domande come:
- I finanziatori o i ricercatori hanno interessi economici o politici significativi legati all’esito dello studio?
- Questi interessi compromettono l’imparzialità della ricerca?
- Lo studio può essere facilmente manipolato per ottenere risultati desiderati?
Senza strumenti adeguati di trasparenza, la scienza del clima è altamente vulnerabile a distorsioni. Gli eco-attivisti radicali sono pronti a sfruttare ricerche orientate per promuovere le proprie agende.
L’assenza di rigide politiche sui COI non danneggia solo l’integrità accademica. Può falsare la realtà e modificare politiche e prassi in molti altri ambiti.
La scienza viziata conduce a valutazioni del rischio esagerate, premi assicurativi gonfiati, tasse sul carbonio ingiustificate e restrizioni energetiche inutili. Le cause legali basate su ricerche climatiche selettive – spesso chiamate attribuzioni di eventi estremi – comportano rischi economici e reputazionali per industrie e governi.
Per migliorare la credibilità della scienza climatica, riviste scientifiche, organizzazioni professionali e agenzie di finanziamento dovrebbero adottare obblighi di dichiarazione dei conflitti d’interesse, ispirandosi a modelli già esistenti come quello dell’International Committee of Medical Journal Editors (ICMJE).
Tali politiche dovrebbero includere:
- Trasparenza finanziaria: gli autori devono dichiarare tutti i legami economici, inclusi compensi da consulenza, partecipazioni azionarie e finanziamenti da parte di gruppi di pressione.
- Trasparenza non finanziaria: devono essere rivelati anche rapporti con ONG, attività legate a contenziosi o affiliazioni politiche.
- Banche dati centralizzate: una piattaforma unica per conservare le dichiarazioni COI fra le riviste, riducendo oneri amministrativi e migliorando l’accessibilità.
Lo studio del clima terrestre è un ambito fondamentale. Ma deve restare nei confini delle proprie competenze e non essere strumentalizzato per agende politiche occulte.
Abbracciare la trasparenza rafforzerà la credibilità della ricerca climatica e favorirà l’adozione di politiche realistiche al servizio del bene comune.
Fonte: Tfp.org, 14 aprile 2025. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.