Crisi o fine del mondo?

Vignelli_coverVatican Insider (La Stampa.it) 11 giugno 2013

Un saggio illustra l’esito anti-moderno dell’attuale “guerra civile mondiale”

Giuseppe Brienza 

«Certi supponenti ambienti intellettuali […] deridono e condannano il timore di un’imminente fine del mondo quando si basa su antiche motivazioni religiose; ma lo prendono sul serio e l’approvano, quando si basa su moderne previsioni economiche e ambientali, per quanto fasulle siano, come quelle avanzate da noti guru neomarxisti od ecologisti».

Lo afferma nell’Introduzione al suo ultimo saggio, “Fine del mondo? O avvento del Regno di Maria?”, lo studioso cattolico (è stato allievo a Roma di Augusto Del Noce) e vicepresidente del “Centro Culturale Lepanto” Guido Vignelli (“Fede & Cultura”, Verona 2013, pp. 176, € 12,50) che, partendo dalla disamina dell’attuale “guerra civile mondiale” s’interroga e fa interrogare sulla possibile imminente fine della storia o del mondo derivante dall’incipiente disgregazione dell’umano.

«Tutti ammettono che il mondo d’oggi si trova in una situazione drammatica», argomenta Vignelli (op. cit., p. 11), ma poi le interpretazioni divergono, aggiunge, perché alcuni danno alla corrente fase di disgregazione il significato di una crisi definitiva che porterà alla catastrofe finale, altri quello di una “crisi di crescita” che, quindi, non potrà che essere di passaggio.

L’autore, ricorrendo a strumenti principalmente di teologia della storia, inclina per una terza visione, in certo senso “intermedia” fra le due. Chiedendosi infatti se «L’attuale fallimento della “modernità” prepara l’avvento di una nuova epoca storica postmoderna o antimoderna come dicono alcuni» (op. cit., p 11), risponde che, secondo lui, non siamo alla “fine dei tempi”, ma solo alla fine di un tempo o di un’epoca: quella della Rivoluzione gnostica e anticristiana, della Babele planetaria e totalitaria.  Della “modernità ideologica”, insomma.

La sua risposta, quindi, in certo senso è la seconda, che vede l’approdo ad un’epoca “anti-moderna” , del resto ha scritto anche un originale “San Francesco Antimoderno. Difesa del Serafico dalle falsificazioni” (Fede&Cultura, Verona 2009) proprio per confutare quella grossolana e interessata falsificazione di un Serafico preso a paladino dei “no global” e degli ecumenisti/sincretisti del modernismo post-conciliare e post-ideologico.

All’epoca attuale ne succederà dunque una nuova, austera, gerarchica, basata su quell’Istituzione primordiale che è la famiglia, nobile e generosa di figli. Una nuova epoca in cui la Chiesa rinnovata otterrà il maggiore trionfo della sua storia e, la Cristianità risorta, realizzerà finalmente il “Regno sociale di Cristo”.

L’epoca ventura, poi, sempre secondo l’interpretazione di Vignelli e degli Autori contemporanei ai quali si appoggia nella sua teologia della storia, fra cui Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1995), padre Julio Meinvielle, Gianni Baget Bozzo, don Ennio Innocenti e René Girard, sarà non solo genericamente cristiana ma anche specificamente mariana, realizzando socialmente il celebre motto “ad Jesum per Mariam”, il “Regno di Maria”, appunto.

In conclusione il saggio intende dimostrare la intrinseca debolezza del mondo moderno denunciando, nel contempo, «Lo spettacolo della teologia in ginocchioni davanti a un sistema ideologico agonizzante che legittima la domanda formulata da Vignelli: “siamo davvero alla fine del mondo oppure siam soltanto alla fine di un mondo, per quanto vasto e potente?”» (Piero Vassallo, “Fine del mondo? o avvento del Regno di Maria?”, di Guido Vignelli, in “Riscossa Cristiana”, 6 Giugno 2013).