Siria, oltre la guerra la tragedia del terremoto

Abstract: Siria, oltre la guerra la tragedia del terremoto. Non era sufficiente quello che è stato vissuto con la guerra e il dopoguerra, la mancanza di tutto per sopravvivere, perfino il colera, e ora in questi ultimi mesi il freddo, la fame, la miseria… Quel lunedì mattina alle ore 4 e 17 minuti il terremoto ha colpito una popolazione già ferita

Ora Pro Siria 11 Febbraio 2023

Testimonianze da Aleppo a 5 giorni dal terremoto

Suor Arcangela, dall’ospedale Saint Louis, Aleppo

Aleppo è stata provata ancora una volta. Non era sufficiente quello che avevamo vissuto con la guerra e il dopoguerra, la mancanza di tutto per sopravvivere, perfino il colera, e ora in questi ultimi mesi il freddo, la fame, la miseria… Quel lunedì mattina alle ore 4 e 17 minuti il terremoto ci ha fatti uscire di corsa nel cortile dell’ospedale, e tutti i vicini si erano rifugiati lì. Abbiamo avuto, noi e i malati, una grande paura.

Chissà quanti morti sono ancora là sotto. E quanta gente sta morendo là sotto adesso…Una donna e un bambino appena nato, nel quartiere qui. Ieri sera ci è arrivato un sacerdote, lo abbiamo ricomposto…Quanti morti e feriti, sfollati, gente senza casa. Il pronto soccorso ha cominciato a riempirsi di urgenze e abbiamo cominciato a vedere quello che era successo. Le urgenze arrivavano con feriti più o meno gravi. Abbiamo dovuto trasportarne altri negli ospedali pubblici, non potendo soccorrerli. Manchiamo di tante cose.

Una parte del nostro ospedale è stata danneggiata, abbiamo chiuso quell’accesso per sicurezza. Poi le scosse sono state meno forti ma la paura continua. La sala degli interventi continua a operare per salvare i feriti. Riceviamo i senzatetto nell’ospedale. Ma la situazione è disastrosa.

Siamo qui per aiutare e dare coraggio con il poco che abbiamo. Se si perde la speranza tutto sarà finito. Che Dio ci protegga, perché secondo gli esperti arriveranno ancora scosse forti. Si fa per il meglio. La provvidenza non ci abbandona, questo ci dà la forza di andare avanti. Ma soprattutto lottate lottate per farci togliere le sanzioni. Se non si tolgono le sanzioni il popolo non si rimetterà in piedi.

Suor Arcangela

Un cittadino di Aleppo scrive a suo fratello in Italia

Ciao Joseph,

la situazione è ancora tragica. Le scosse su succedono. La gente è tutta fuori casa, ma il tempo, il clima non assiste per niente, continue piogge e freddissimo. La gente ha fatto ricorso alle parrocchie che però hanno una capacità di aiuto limitata… Hanno aperto tutte le stanze, ma sono gelate. Danno coperte, ma non sono sufficienti….

I soccorritori ci offrono cibo, quindi abbiamo di che mangiare. Il dilemma: torniamo a casa o è troppo pericoloso? Le scosse sono state tante e terribili. Pensa, io abito nel piano interrato eppure il lampadario oscillava così tanto… pensa quelli del quarto piano cosa hanno provato!

Sempre peggio. Eravamo usciti dalla guerra, almeno ad Aleppo; il nostro condominio come tanti altri aveva subito danni, ma era rimasto in piedi. Adesso con il terremoto, riuscirà a resistere? Alla fine ho deciso e a casa ci sono tornato. Mi sono detto: o la casa diventa il nostro cimitero o sopravviviamo tutti nella volontà di Dio.

Nel nostro quartiere tre palazzi pieni di gente sono crollati, con morti, feriti e sopravvissuti.

Da un anziano più che settantenne rimasto tre giorni sotto le macerie ad Aleppo

Che ti dico Joseph, quello che accaduto non l’ha mai visto, né in guerra o altro, una cosa enorme ma ciò nonostante ringraziamo sempre Dio, abbiamo visto la morte con i nostri occhi poi visto di nuovo la vita. Per due giorni sono stato sotto le macerie e sono stato salvato grazie a Dio. Nonostante i danni della mia casa ho cercato di rimettere un poco in condizioni quasi abitabili e ho dormito di nuovo a casa mia.

C’è gente che ha dormito per strada da tre giorni e la gente fino a questo momento ancora dorme in strada, la situazione è molto grave e indescrivibile ma posso dirti che oggi sono rinato alla vita e ringrazio Dio

… La situazione è gravissima: centinaia di palazzi sono distrutti, le scosse continuano nel passare dei giorni. Fa freddo, pioggia con grandine sulla gente per strada… Dapprima eravamo andati dal fratello di mia moglie in Azizia , ma il palazzo accanto al suo è crollato d’un colpo , seppellendo la sua macchina che stava sotto. Allora io, mia moglie e mia figlia ci siamo rifugiati nel Monastero di TerraSanta, cioè il Centro Francescano di aiuto ai bambini orfani, tutto il convento di TerraSanta è pieno di 10 mila o 15 mila persone che hanno occupato ogni posto libero.

Tutte le scuole, le chiese, le moschee sono state aperte per ricevere la gente che vagava per strada. Oggi sono arrivati alcuni aerei dall’Iran, dall’Egitto, dall’Iraq e prima ne sono arrivati dalla Libia. Noi, soprattutto mia figlia, cerchiamo di darci da fare per aiutare la gente che si è rifugiata qui come noi. Pregate per noi!

Elia

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