Il film horror che spiega il nostro ritorno al paganesimo

La Nuova Bussola quotidiana 2 Aprile 2020

 Midsommar è un film horror di Ari Aster che racconta l’abominio di un’Europa che, abbandonata la croce, torna al paganesimo immergendosi nell’orrore di società dove il sesso è libero, le donne comandano gli uomini (che sono macchine da riproduzione), i figli vengono allevati da tutti e si è vegetariani. Se qualcuno pensa che sia solo un film, vada a vedere cosa accade al festival di Beltane.

di Roberto Marchesini

Può un film horror insegnare qualcosa sulla nostra società? La maggior parte dei film horror (genere che detesto) sono b-movies: grotteschi, involontariamente ridicoli, pressoché inutili. Ma, forse, Midsommar fa eccezione. Si tratta del secondo film del giovane e talentuoso regista ebreo Ari Aster. La trama è presto raccontata. La studentessa Dani è sconvolta dal suicidio/omicidio della sorella Terri e dei genitori. Dani, vittima di attacchi di panico, chiede aiuto al suo fidanzato Christian, laureato in antropologia culturale.

Christian mostra a Dani scarsa empatia: è molto più interessato ad organizzare un viaggio con i suoi amici Josh (un altro antropologo), Mark (il buffone della compagnia) e Pelle, uno svedese trasferito negli Stati Uniti per frequentare l’università. Pelle, infatti, ha invitato i suoi amici in Svezia per visitare una comunità nella quale vive suo fratello Ingemar. Quell’estate, infatti, la comunità celebrerà una cerimonia che si svolge ogni novant’anni. Un’occasione da non perdere per degli antropologi. Dani, che ormai ha solo Christian, chiede di partecipare al viaggio.

Il gruppo arriva quindi ad Hårga che che appare loro un posto bellissimo. Perché? Semplice: è il paradiso dei progressisti. La comunità è una grande famiglia che condivide tutto. I bambini vengono allevati da tutta Hårga, si dorme tutti insieme e insieme si consumano i pasti preparati insieme dalle donne, mentre gli uomini si dedicano alla cura dei campi. Sono ovviamente vegetariani, vivono dei frutti che la terra dona loro spontaneamente; non c’è elettricità, niente social media né tecnologia. Ovviamente, il sesso è libero e completamente slegato dalla riproduzione (programmata).

Dimenticavo: ad Hårga comandano le donne; gli uomini fungono da fuchi da riproduzione o da animali da fatica. Tutti vanno in giro con dei vestiti etnici svedesi in tessuto naturale. E praticano (all’inizio sembra uno scherzo, ma poi si scopre che è vero) l’eutanasia: arrivati a 72 anni, i membri della comunità muoiono (o vengono eutanasizzati), perché «invece di invecchiare e morire nel dolore e nella paura e nella vergogna, noi doniamo la nostra vita». E… hanno davvero un gran rispetto per gli alberi, persino eccessivo (se qualcuno ha visto il film capirà l’ironia).

Un’ultima cosa: hanno abbandonato il cristianesimo e sono tornati agli antichi culti pagani. Il rito famoso è, infatti, midsommar, calendimaggio in italiano: l’inizio della primavera, il risveglio della natura e della fertilità. Il resto non ve lo racconto, ma non è difficile da immaginare. Va solo sottolineato che si tratta di un vero e proprio film d’autore: luci, fotografia e inquadrature sono di livello altissimo. E – anche questo va detto – ci sono scene raccapriccianti e di sesso esplicito. Del resto, il genere è quello…

Ora, passiamo alla parte più interessante. Midsommar rappresenta il nostro futuro; o almeno uno dei nostri possibili futuri. È dove molti vorrebbero portarci: gaia, l’economia circolare, la crescita zero, il potere alle donne, l’eutanasia, la riproduzione programmata, il sesso libero… c’è tutto. Ed è, apparentemente, un paradiso. Tutti sereni, sorridenti, educati, felici (ma ricordiamoci che è un film horror…). E Midsommar rappresenta il nostro passato. Il passato pre-cristiano, il passato pagano. Sembra che il cristianesimo sia stato una parentesi in un unico flusso di paganesimo. Il mondo era pagano, tornerà pagano.

Il nord Europa ha voltato le spalle al cristianesimo ed è già tornato (o sta tornando al paganesimo). Forse i popoli germanici si sono convertiti in modo solo superficiale al cattolicesimo? Non hanno, in fondo, mantenuto una interiorità pagana? E i popoli mediterranei? Si, parlo di popoli mediterranei, non di «occidente». Perché l’impero romano era un impero mediterraneo, e l’impero romano ha ricevuto la Luce dalla Grecia, quella Luce che venne nel mondo ma non fu accolta dai suoi. Ma il Mediterraneo l’accolse.

Hai voglia a far adorare la Pachamama: chi ha veramente visto la Luce è un blues brother, in missione per conto di Dio… Ah, no, quello era un altro film. Torniamo a Midsommar.

Si tratta di un remake di un film del 1973, un altro film culto: The wicker man, con Christopher Lee. Anche questo è ambientato nel nord Europa, anche questo parla di un gruppo di persone che, in un ambiente bucolico, abbandona la croce e abbraccia il paganesimo. Anche qui c’è sesso libero, anche qui c’è un rito per propiziare la fertilità. Anche questo è un film horror. Perché abbandonare la croce per tornare al paganesimo significa immergersi nell’orrore.

Lo ha spiegato Jung, che di queste cose se ne intendeva. Un tempo, la terra era popolata di demoni. Gli antichi li chiamavano «dei». Poi è arrivato Cristo, e gli dei sono fuggiti. Dove? Secondo Jung si sono rifugiati all’interno dell’uomo: gli dei, gli antichi demoni, sono diventati malattie (C. G. Jung, Opere, Vol. XIII, Studi sull’alchimia, Bollati Boringhieri, Torino 1988, p.47). Ma ora, invocati, stanno tornando a popolare la terra. E torna l’orrore che Cristo aveva scacciato.

Qualche lettore dirà: vabbeh, ma sono solo film. Che esagerazione. È vero, sono solo film. Non è un film, però, il festival di Beltane, che si tiene in Scozia ogni anno e che raduna ad ogni edizione sempre più partecipanti. Si tiene la vigilia di calendimaggio, o midsommer; la notte di Valpurga. Si adorano il fuoco, si celebra (vi lascio immaginare) la fertilità. Non è un film il festival del che si tiene in Nevada ogni anno (e che ha molte attinenze con il rito di The wicker man).

È un appuntamento irrinunciabile per i miliardari della Silicon Valley e per le star di Hollywood, insomma: per quelli che contano veramente. Se volete sapere cosa accade al Burning man dovete accontentarvi di qualche resoconto piuttosto purgato. Da Wikipedia: «Tutte le macchine fotografiche e le videocamere devono essere registrate all’arrivo in città e chi ha intenzione di effettuare delle riprese o fare fotografie per scopi commerciali deve accordarsi preventivamente con l’organizzazione del festival. Non tutti gli eventi possono essere ripresi». Chissà perché.

Se vi dicono che la società del futuro satà una società «laica», non credetegli. Vogliono solo che abbandoniate Cristo. La società del futuro sarà pagana. Il futuro è l’orrore.

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