I nomi di Satana

satanaRadici cristiane n.66 luglio 2011

L’influsso e la presenza di Satana nella realtà quotidiana è uno degli aspetti oggi più trascurati. Bisogna ricordare le nozioni su chi sia e come agisca con noi. Alcuni dei qualificativi con cui la Sacra Scrittura ce lo segnala ci servono a questo scopo.

del card. Jorge Mediila Estévez

Spesso nell’uso biblico il nome dato a una persona ha a che fare con le sue caratteristiche e il suo agire. Nel Nuovo Testamento si trovano almeno 160 riferimenti a Satana sotto diverse denominazioni. Quella più impiegata è demonio, che risulta all’incirca un centinaio di volte. Il nome diavolo appare non meno di 36 volte e altrettante volte appare quello di Satana.

L’abbondanza di questi “nomi” significa che il tema non è banale e che lo Spirito Santo, nell’ispirare i libri sacri, volle che i cristiani di ogni tempo avessero presente tanto la realtà come l’azione, entrambe nefaste, del Maligno.I “nomi” di Satana contengono spesso un riferimento a una realtà che ci è nota per la nostra esperienza quotidiana o che appartiene al nostro bagaglio culturale e che, quindi, ci servono analogicamente per approssimarci al mistero del male e al suo autore.

Conviene chiarire che impieghiamo l’espressione “nome” nel suo senso ampio, più ampio di quello usato correntemente in cui il “nome” serve all’identificazione di una persona. In questo caso il “nome” è unico. Qui trattiamo invece di “nomi” che equivalgono alle caratteristiche, soprattutto, all’azione.

Il grande avversario della salvezza umana

Prendiamo ad esempio alcuni di questi “nomi” di Satana. “Satana” stesso significa “avversario”, “nemico”, “accusatore”. Il Maligno è avversario perché si oppone ai progetti di Dio, perché è colui che cerca di sovvertire il buon ordine posto dal Creatore nella sua opera, in specie per quanto riguarda i disegni di salvezza per l’umanità caduta col peccato ma redenta dall’azione salvifica di Dio fattosi uomo, Gesù Cristo Nostro Signore. Nel libro di Giobbe, Satana scatena contro di lui ogni sorta di disgrazie con l’intenzione di indurlo a ribellarsi contro Dio e i suoi disegni, senza riuscirvi (Gb. 1,6 ss).

“Diavolo” è una parola dal contenuto simile a Satana, cioè, “accusatore”, “detrattore”, uno che “si mette di traverso”, che “disturba”, che ci fa inciampare. La Sacra Scrittura gli attribuisce guai e malattie, alcune delle quali oggi si identificano con malattie psichiche o neurologiche.

Legione è il nome che davano a se stessi i diavoli che possedevano l’indemoniato di Gerasa e così volevano dire che erano molti (Me. 5,9). Anche in altri testi del Nuovo Testamento si fa riferimento alla pluralità degli spiriti maligni.

Principe e dio di questo mondo

«Principe di questo mondo», citato in Marco, Luca e Matteo, è un’espressione allusiva al potere che il demonio esercita sulla società, permeandola con antivalori e ottenendo che gli uomini rigettino i disegni divini e costruiscano i rapporti sociali prescindendo da Dio e anche contrariando la sua volontà.

Questo “nome” si relaziona all’affermazione di san Giovanni che «tutto il mondo giace sotto il potere del Maligno» (1 Gv. 5,19) ed è vicina all’espressione «dio di questo mondo» (2 Cor. 4,4), la quale vuoi dire che Satana riesce a trovare uomini che sostituiscono Dio per altre realtà, donde le diverse forme di idolatria che schiavizzano l’umanità.

Questa espressione usata da san Paolo, “dio di questo mondo”, suggerisce l’altissimo grado di nefasta influenza che Satana esercita sulla comunità umana, la quale in diverse forme accetta e rende culto ad antivalori, cioè, a condotte contrastanti con la verità della natura umana e con la volontà di Dio.

Questa influenza può giungere, e difatti è giunta, fino a scatenare la persecuzione violenta ai cristiani esigendo loro l’apostasia come prezzo per poter conservare la vita corporale. Oggidì, col pretesto di evitare ogni discriminazione, si pretende che la Chiesa riconosca come legittime e morali, condotte che contraddicono il Vangelo.

La parola “dio” di questa espressione paolina sta a indicare il grado di sottomissione che Satana e i suoi seguaci esigono da coloro che, con maggiore o minore consapevolezza, si prestano a collaborare con i suoi disegni di antisalvezza.

Le strategie diaboliche fanno sì che questa sottomissione non si manifesti sempre in modo esplicito ma frequentemente con opzioni antievangeliche giustificate con argomenti speciosi in cui, ovviamente, sono assentì sia Dio che la sua divina volontà.

Per il cristiano nessuna adesione, né a persone né a autorità, può essere incondizionata. Solo Dio merita incondizionalità e può essere oggetto di adorazione. Tuttavia Satana continua a pretendere adorazione per via dell’adesione a quanto rappresenta disprezzo e rifiuto di Dio stesso e della sua volontà. E giunge persino a indurre alcuni all’estrema perversione di rendergli omaggio come se fosse Dio, nei culti satanici.

Menzognero e tentatore

Menzognero, “nome” presente in Gv. 8,44 e 1 Gv. 2,22, si riferisce, si può ben dire, alla caratteristica più tipica dell’agire del diavolo. Ed è sottolineata in forma enfatica dal “nome” «Padre della Menzogna» (Gv. 8,44).

Ci sono due occasioni in cui Satana agisce come il grande mentitore: quando tenta i primi padri nel giardino dell’Eden, suggerendo loro che Dio è un abbindolatore e un invidioso (cfr. Gn. 3,1 ss) e quando tenta proprio Gesù, offrendogli ciò che non gli appartiene a cambio di un tributo di omaggio e adorazione (cfr. Mt. 4,1 ss; Me. 1,12ss; Le. 4,1-13).

Questa caratteristica del diavolo (e dei diavoli) spiega la ragione profonda della sua avversione a Gesù Cristo: il Signore della Verità (Gv. 14,6). La menzogna è vicina alla confusione, all’inganno, al culto delle apparenze. Tentatore, presente in Mt. 4,3 e 1 Ts. 3,5), è un qualificativo che descrive l’azione permanente degli spiriti maligni, cioè, indurre gli uomini, in genere tramite l’inganno e la bugia, ad allontanarsi dalla strada di Dio. In una maniera o nell’altra, il demonio offre felicità laddove non la si può trovare.

Il cristiano deve essere cauto davanti alla tentazione e la prima precauzione è quella di conoscere la volontà di Dio per mezzo della sua Parola e, in seguito, pregare perché la sua grazia lo renda forte davanti alle insidie.

Due testi del Nuovo Testamento sono istruttivi sul “tentatore”: quello in cui san Pietro lo presenta «come leone ruggente che va in giro, cercando chi divorare» e quello di san Paolo, quando descrive nella Lettera agli Efesini la vita cristiana come una lotta contro le insidie del diavolo (6,10ss).

Anche se la tentazione è un fatto frequente nella esistenza umana e proviene direttamente o indirettamente dal Maligno, «Dio è fedele – ci dice san Paolo – e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscita e la forza per sopportarla» (1 Cor. 10,13).

“Tentare” significa mettere a prova, misurare le forze di qualcuno col proposito o almeno la speranza di vincerlo. Nel caso di Satana, la tentazione è il tentativo di indurci al peccato, cioè, far sì che l’uomo si ribelli a Dio. L’audacia incredibile di Satana lo portò a tentare Gesù Cristo stesso. Ma non tutte le tentazioni provengono direttamente dal demonio.

Alcune procedono dall’ambiente circondante, di ciò che in diversi passi del Nuovo Testamento viene denominato “il mondo”, nella misura che è sotto l’influsso di Satana. Altre provengono dalla nostra propria natura ferita e indebolita dal peccato; altre ancora traggono la loro origine da persone che, con maggiore o minore consapevolezza, ci inducono a peccare con i loro cattivi esempi o servono di complici alle nostre attività peccaminose.

«Io ho vinto il mondo»

Questo percorso per alcuni dei “nomi” che la Parola di Dio da al demonio è istruttivo perché ci permette di scoprire le caratteristiche dell’essere diabolico e del suo agire. Chi, dopo leggere questi testi della Sacra Scrittura, potrebbe mettere in dubbio l’esistenza degli spiriti maligni e della loro nefasta azione sugli uomini?

Teniamo conto delle parole di Gesù Stesso: «Simone, Simone! Ecco, Satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli» (Le. 22,31-32). Parole di severo monito ma, allo stesso tempo, di fiducia nella definitiva vittoria del Signore e della sua grazia.

Completiamo queste parole con quelle di san Pietro sopraccennate: «Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare! Resistetegli saldi nella fede, sapendo che i vostri fratelli sparsi per il mondo subiscono le stesse sofferenze di voi. E il Dio di ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo, egli stesso vi ristabilirà, dopo una breve sofferenza vi confermerà e vi renderà forti e saldi» (1 Pt. 5,8ss.)

Non dimentichiamoci poi le parole dell’Apocalisse che ci insegnano che il demonio, dopo l’infruttuoso attacco contro la misteriosa Donna e il suo Bambino, «se ne andò a far guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù» (Ap. 12,17). Tuttavia il trionfo appartiene a Gesù: «Ma abbiate fiducia, io ho vinto il mondo!» (Gv. 16,33).