La versione "vitaminica" di Farina della destabilizzazione africana

nordafricaTempi, n.9 – 9 marzo 2011

«Occhio a come si muovono le forze anglo-americane nel Nord Africa. L’obiettivo delle potenze finanziarie e anticattoliche è destabilizzare il Mediterraneo»

di Renato Farina

Come capita talvolta, noi si stava facendo una riunione di condominio alla Camera dei deputati (mentre scrivo si danno molto da fare gli onorevoli di Forza Vesuvio, che non vogliono che si abbattano le case abusive di Ischia) e arriva la notizia che forse, mentre queste case saranno salvate con futuro decreto e giubilo partenopeo, rischia di venir giù il nostro mondo.

Eh sì, di colpo diventano clandestine parecchie nostre pseudo-sicurezze sul fatto di stare sempre comodi nella pancia del benessere e di una pace rissosa sì, ma in fondo con pizza e birretta la sera.

Non sarà il Diavolo della Tasmania a scoprire l’acqua calda, a spiegare che l’Africa del Nord e pure l’Asia sono prese da una furia di cambiamento che rischia di trasformarsi in un grande guaio per tutti noi. Provo allora a offrirvi due mestoli di “roba vitaminica” per il cervello.Il primo me lo ha riempito Piero Laporta, un gran bel generale dell’esercito che studia e medita. Trascrivo da una conversazione con lui. «Occhio a come si muovono le forze anglo-americane sullo scenario africano. L’obiettivo di certe forze finanziarie e anticattoliche è destabilizzare il Mediterraneo e soprattutto la Libia, che è più facile una volta frantumata alla penetrazione da Sudan e Somalia di militanti di Al Qaeda.

La Libia sarebbe un cancello aperto verso l’Italia e anzitutto verso la Sicilia, dove presto si parlerà di secessione. Obiettivo è far circondare di ostilità la Chiesa di Benedetto XVI rendendo impossibile una presenza libera di minoranze cristiane in Medio Oriente».

Rifletto con lui. Ci accorgiamo che:

1 La destabilizzazione dell’area è cominciata da oltre un anno, ma si è intensificata a partire dal settembre del 2010 con la visita di Gheddafi a Roma.

2 L’operazione di destabilizzazione è stata organizzata molto bene. La prima fase ha comportato l’assalto ai governi dei paesi confinanti con la Libia. Certo: esiste la povertà, l’anelito alla libertà. Ma come insegna Manzoni la folla, coi suoi desideri infuocati, è spesso eterodiretta. Non sempre vox populi è vox Dei. Si noti: gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno incoraggiato le organizzazioni musulmane, legittimandole a livello internazionale. I più alti esponenti della sicurezza americana hanno accreditato i Fratelli Musulmani come organizzazione laica, stabilizzatrice nella fascia nordafricana, concetti ribaditi dal Director of National Intelligence, James Clapper, in piena crisi egiziana.

3 La destabilizzazione quasi contemporanea di Tunisia, Algeria ed Egitto, ha avuto una doppia funzione: a) rendere credibilmente naturale, direi consequenziale, la crisi libica; b) rendere impossibile il controllo dei confini libici al fine di far penetrare le truppe speciali inglesi (Cameron lo ha detto il giorno dopo che avevo messo giù questi appunti…). Fare molta attenzione: la Gran Bretagna sin dagli inizi del 1900 ha in quest’area una disponibilità senza limiti di agenti autoctoni, in grado di mescolarsi in qualunque città musulmana per condurre azioni provocatorie.

4 Ora si parla di creare una no fly zone. La stessa che consentì ai curdi di “rifiatare” al riparo dalle incursioni aeree di Saddam. La Libia sarà spappolata e i cirenaici, ostili a Gheddafi, andranno a ingrossare l’elenco di vittime delle promesse americane rimangiate all’ultimo momento: dagli insorti di Ungheria, agli esuli cubani, ai “montagnards” del Vietnam, ai contras del Nicaragua, ai curdi iracheni, a loro…

La seconda scodella di saggezza non è roba mia. Non c’entra nessun diavolo, ma la certezza cristiana. Dice che la storia resta un mistero, dove ci sono forze oscure e desideri di libertà spesso in lotta e spesso mescolati. E poi c’è la Provvidenza.