La filosofia nel suo sviluppo storico -2- (di M. Federico Sciacca)

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Sembra ormai pacifico, dopo l’ultimo quarantennio di studi, che, non solo l’Umanesimo di Germania, d’Olanda e Francia, ma anche quello italiano non siano stati né un’esplosione improvvisa di paganesimo, né un’irruzione di razionalismo radicale.

Tuttavia l’Umanesimo è stato ugualmente una rivoluzione all’interno della concezione cristiana della vita, o almeno l’inizio, contenente i germi di quella rivoluzione che, dal Rinascimento in poi, si è soliti chiamare pensiero o civiltà moderna.

L’Umanesimo, nato in Italia in un clima spirituale e culturale fortemente cristiano e ancora cattolico, è ricco di decise tentazioni di eterodossia. Le sue ansie di rinnovamento, i suoi tentativi di critica, le sue aspirazioni di libertà sono fermenti nuovi che lo distinguono dal Medioevo e dalla Scolastica.

La rinascita di Platone e del neoplatonismo patristico lo pongono sempre nella linea di una filosofia diversa dalla concezione scolastica e antitetica all’aristotelismo medioevale.

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