La famiglia s’impara anche cantando

Giuseppe Povia

La Croce quotidiano 5 settembre 2017

 Non sono pochi, a ben vedere, i testi di musica leggera o rock che veicolano non banali messaggi pro-family

di Giuseppe Brienza e Piero Chiappano

Non intendendo assolutamente esaurire il tema, vastissimo, della tematica “family friendly” nella canzone italiana contemporanea, abbiamo pensato di selezionare alcuni autori, cantanti ed alcune canzoni, giudicate da noi (siamo un cantautore e un giornalista, entrambi padri di famiglia e appassionati militanti pro-family) rappresentative di un anelito di “autenticità” (più o meno coerente) nel descrivere e cantare del rapporto familiare e uomo-donna in generale.

Siamo partiti dagli anni Ottanta, con una splendida canzone del “compagno intelligente” Pierangelo Bertoli (1942-2002). S’intitola “Pescatore” (1980) ed ha passaggi di qualità sullo specifico tema, anche se è “bella e dannata” come si suol dire perché parla di tradimenti. È da segnalare alla voce femminile una giovane Fiorella Mannoia. Anche se la canzone sembra scritta apposta per la splendida interpretazione della “rossa”, Bertoli non aveva inizialmente pensato a lei per cantarla.

Non eccelsa quanto a livello artistico ma la canzone “Mi sono innamorato di mia moglie” (1983) di Gianni Nazzaro, almeno nel titolo e in alcuni passaggi del testo, merita comunque di essere segnalata. Per esempio nel refrain che dice: «Con tutte le avventure che il mio cuore ancora accoglie, mi sono innamorato di mia moglie».

“Non finirà” (1986), canzone scritta da Enrico Ruggeri insieme al chitarrista Luigi Schiavone, è stata incisa prima da Loredana Berté e poi da Ruggeri stesso. Nel testo c’è la riflessione di un uomo che s’immagina di invecchiare con sua moglie affianco e ci offre questa frase bellissima: «Quella ruga sul tuo viso un po’ di più mi legherà».

“Emozioni” (1988) di Toto Cutugno è un bel componimento scritto originariamente per Fausto Leali, ma mai eseguita dall’autore di “Angeli negri”. Testo personale, dedicato alla moglie, meno nazional-popolare del solito e, forse per nemesi, ignorata dal grande pubblico. Peccato perché, tra l’altro, richiama così l’inimitabile momento del matrimonio cristiano: «Emozioni, in quella chiesa di periferia come eri bella vestita di bianco, come eri mia». Il brando si è classificato secondo a Sanremo 1988 dietro l’indimenticabile “Perdere l’amore” di Massimo Ranieri.

Dello stesso anno è il brano di Eros Ramazzotti “Ti sposerò perché”, inserito nell’album “Musica è” (1988). Si tratta di una canzone gradevole scritta con Cassano e Cogliati, accompagnata da un testo apparentemente leggero ma, in realtà, riflessivo sulle dinamiche psicologiche e sociali della società di oggi. Parla infatti di un uomo che elenca a una donna tutti i motivi per i quali la vorrebbe sposare. Il fatto è che, alla fine della canzone, si scopre che il “futuro sposo” stava solo sognando perché quella donna non l’ha ancora trovata e, forse, non la troverà mai.

Rimane la convinzione di chi crede nel matrimonio, cosa ben diversa da qualsivoglia individualistica “convivenza”. Canta al proposito Ramazzotti: «Ti sposerò perché mi sai comprendere e nessuno lo sa fare come, te ti sposerò perché hai del carattere quando parli della vita insieme a me».

Carmen Consoli in “Fiori d’arancio” (2002) parla di una sposa che attende invano all’altare uno sposo che non arriva mai. Il riff mozzafiato è nel refrain: «Ricordo il giorno del mio matrimonio l’abito bianco di seta ed organza/ Fiori d’arancio intorno all’altare aspettavo il mio sposo con devozione». Purtroppo il videoclip non è invece all’altezza, con la cantautrice catanese che è carinissima ma il budget presumibilmente molto basso fa sì che gli altri protagonisti siano inconsistenti (il sacerdote davvero improbabile), le ambientazioni senza significato (neanche un secondo per esempio è girato all’interno di una chiesa) e, infine, l’attinenza poco o nulla con il testo della canzone.

Claudio Baglioni con “Tienimi con te”, contenuta nell’album “Sono io – L’uomo della storia accanto” (2003), struttura come lettera un brano il cui testo alterna immagini di vita quotidiana a ricordi ed emozioni che con cui l’autore chiede alla donna amata di non farlo mai scappare via, di fare in modo che la loro “gabbia d’amore” possa tenerli sempre uniti. Ogni parola ha il suo significato, niente è lasciato al caso, le immagini si susseguono l’una dietro l’altra senza forzature, con una fluidità leggera e delicata.

Molto semplice nella costruzione dei versi, la canzone presenta alcuni passi che sono esempi di vera poesia: «Tienimi con te dentro questa vita/chiudi ogni via d’uscita per restarmi più vicina. Tienimi con te in un pomeriggio/ quando piove giù un litigio ed un giorno sembra eterno». È molto bella quest’immagine di una lite che, per quanto furibonda, non riuscirà mai a intaccare una storia d’amore e un matrimonio vero, fondato sulla roccia della volontà e della comunione. Il brano, che usciva come singolo nell’estate del mundial (quanti ricordi!), ha in proposito una frase molto benaugurante: «…e il buio all’alba che si fa d’argento alla finestra».

In conclusione sul caso specifico della crisi matrimoniale segnaliamo “Di nascosto” (2005), canzone di Max Gazzé il cui testo riflette l’attuale deriva della coppia in modo molto naturale. In fondo però apre a una certa speranza con un testo che, alla fine, ammette: «Ma tu quel difetto di parlare poco e se io avessi avuto soltanto un sospetto. Però non è tardi per restare insieme: siamo più grandi vedrai andrà bene. Da quanto tempo mi guardi attraverso ed io stupido, perso negli occhi che ho scelto».

Finiamo qui, avendo elencato solo 8 brani, ma ce ne sarebbero tanti altri, grazie a Dio. Non possiamo però menzionare il nostro amico Giuseppe Povia che, sappiamo bene, ha presentato con grande coraggio a Sanremo 2009 una canzone bollata come omofoba: “Luca era gay”. Ha poi trattato in tante altre canzoni i temi inerenti la difesa della vita e della famiglia naturale presenziando per esempio al “Family Day” del 2007 a Roma con la sua “I bambini fanno ooh” che rimane un inno in difesa della gioventù e della loro innocente meraviglia. Per non parlare del recente tour “Invertire la rotta” con l’avv. Gianfranco Amato. Ma tutto ciò meriterebbe un capitolo a parte…