Poco meno di un angelo. L’uomo, soltanto una particella della natura?

Pavesi_coverIl Borghese anno XVI n. 6 giugno 2016

Considerando l’uomo come il prodotto di uno sviluppo casuale, il “paradigma tecnocratico” lo riduce a una semplice «particella della natura», senza spirito né volontà. Così sostiene in questo suo interessante saggio lo psichiatra Ermanno Pavesi che, nella sua lunga attività di docente di psicologia alla Gustav-Siewert-Akademie di Bierbronnen in Germania e alla Theologische Hochschule di Coira in Svizzera, si è occupato in lungo e in largo di storia della cultura occidentale e delle teorie antropologiche.

La filosofia classica prima, e l’antropologia d’ispirazione cristiana poi, hanno in diverso modo confutato le interpretazioni naturalistiche della persona che, oggi riciclate nella New Age, nello scientismo, nell’ideologia gender etc., pretendono di spiegare il pensiero e il comportamento dell’uomo unicamente come il prodotto di forze naturali: dagli influssi celesti dell’astrologia, passando per i mediatori chimici cerebrali fino ai condizionamenti della società sul c.d. orientamento sessuale. L’Autore ripercorre la storia della civiltà occidentale descrivendo teorie e pensatori che diretta­mente o indirettamente hanno contribuito alla formazione del “paradigma tecnocratico” e della cultura dominante del nostro tempo.

Nei ventitré capitoli dello studio, Pavesi ripercorre gli itinerari della scienza psicologica lungo il corso del tempo, dalla Grecia classica alla contemporaneità, cogliendo l’irriducibile conflitto tra le due opposte concezioni dell’uomo: quella di coloro che vedono in esso la creatura fatta da Dio a sua immagine e somiglianza e quella di coloro che lo riducono a un grumo di materia, prodotto casuale dell’evoluzione. Il libro ripropone quindi tutte le argomentazioni con le quali è possibile superare, una volta per tutte, la visione deterministica e materialistica dell’uomo. Una cosa sono i nervi e le ossa, altra la volontà, la libertà e la ragione.

Pavesi dedica poi tre capitoli di eccezionale attualità (il 9, “L’Umanesimo”, il 10 “Francesco Petrarca e la nascita dell’Umanesimo” e l’11 “Umanisti cristiani”) all’esame delle origini di quel «Nuovo Umanesimo» del quale blaterano massoni e medici laicisti. Un portato culturale dell’illuminismo agnostico e dello storicismo tedesco del XIX secolo «che erode la radice della dignità della persona e del libero arbitrio dell’uomo», come scrive Mauro Ronco nella Presentazione (p. 19). Si tratta di un pensiero che ispira anche i vertici del laicismo internazionale e, in particolare, dell’Unione europea, che imponendo aborto, eutanasia e adozioni agli omosessuali nega che l’uomo sia una persona dotata di intelletto e di libero arbitrio, «da cui sgorga la responsabilità per le proprie azioni, tanto che l’uomo può degradarsi al livello delle bestie, ovvero di ascendere con la grazia di Dio fin verso le creature divine che erode la radice della dignità della persona e del libero arbitrio dell’uomo» (M. Ronco, Presentazione, p. 20).

Il capitolo 12 (“Martin Lutero e la Riforma protestante”) è cruciale nell’economia dell’opera di Pavesi, dato che rinviene nel “cuore” della riforma luterana l’origine del pessimismo antropologico che ha originato il relativismo e l’anarchia attuale. Citando la risposta di Lutero a Erasmo da Rotterdam sul tema del libero arbitrio, Pavesi osserva che l’ex monaco tedesco, scagliandosi contro le tesi di Erasmo a favore della libertà dell’uomo, riconosce tuttavia a quest’ultimo il merito di aver capito il nucleo essenziale della sua rivolta, che si annida nella negazione della volontà e della libertà umana. Esito cui giungono nel secolo per antonomasia dell’irrazionalismo (il Novecento), i «maestri del sospetto»

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Ermanno Pavesi Poco meno di un angelo. L’uomo, soltanto una particella della natura? Presentazione di Mauro Ronco; D’Ettoris editori, Crotone 2016 – pp. 312 € 20,90