Perché i laici lasciano sola la Chiesa nella difesa dell’uomo?

Michel SchooyansAvvenire, 12 novembre 2006

La denuncia del filosofo Michel Schooyans: «Aborto e eutanasia sono i cavalli di Troia di un’ideologia antinatalista che, un passo alla volta, mina le radici della vita

di Lorenzo Fazzini

La dignità della vita umana è minacciata da un «terrorismo dal volto umano», altrimenti detto «bioterrorismo». Il quale, facendo leva su una subdola «ingegneria verbale», colpisce a livello internazionale il fondamentale diritto del nascere e del morire dell’uomo. La denuncia è di Michel Schooyans, docente di filosofia politica all’Università di Lovanio, in Belgio, che di recente ha pubblicato un volume in cui mette sotto accusa le politiche demografiche delle agenzie Onu. Si tratta di Le terrorisme à visage humain (edizioni François-Xavier de Guibert), scritto in collaborazione con Anne-Marie Libert.

Professor Schooyans, la copertina del suo ultimo libro è choccante: «Il terrorismo dal volto umano» viene spiegato con una foto dell’assemblea generale delle Nazioni unite. Perché?
«Questa scelta rivela una delle tesi centrali del testo: l’Onu è in effetti uno dei principali agenti della deriva che denuncio. Questa azione si esercita soprattutto attraverso delle sue agenzie come il Fondo delle Nazioni unite per la Popolazione (Unfpa), l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), l’Unicef, ecc. Si può sperare che i principali organi che compongono le Nazioni unite siano fedeli alla missione definita dalla Carta di fondazione dell’organismo internazionale: promuovere i diritti dell’uomo, la giustizia, lo sviluppo e la pace».

La deriva che lei va evidenziando è il «bioterrorismo», termine che di solito per indica la possibilità di attacchi terroristici con armi biologiche. Cosa intende lei con questa espressione?

«Mi riferisco all’utilizzazione della biologia, della medicina, ma anche della filosofia del linguaggio, della demografia, del diritto e di altre discipline per attentare alla vita dell’uomo e per dominarla. Siamo in presenza di una rivoluzione culturale, di un cambiamento perverso di queste discipline che, per loro natura, dovevano restare al servizio degli uomini».

Nel suo libro lei stigmatizza la presenza, nei documenti di marca Onu, di una «ingegneria verbale» che conduce alla «decostruzione dell’essere umano». Cosa significa?

«Le rispondo con l’esempio di un ragionamento fallace, un  vero sofisma. È risaputo che la pillola del giorno dopo causa un aborto precoce. E invece, dagli anni Cinquanta in poi, si è sempre giocato con le parole; le si commercia, si imbroglia la gente con i termini. Si continua a martellare la gente con un ragionamento mistificatore, così esplicabile: “Non c’è aborto prima dell’annidamento dell’ovulo fecondato. La pillola contraccettiva agisce prima; dunque essa non è abortiva”. Si restringe il significato del concetto di “aborto” per poter “stabilire” il fatto che la pillola non è abortiva».

Lei denuncia un’ideologia antinatalista di cui sono intrisi i documenti ufficiali che escono dagli enti affiliati all’Onu.

«Nei testi delle organizzazioni internazionali citate sopra, appare esplicitamente l’ispirazione malthusiana: sulla Terra ci sarebbero troppi poveri e quindi bisognerebbe controllarne il tasso demografico. Nelle stesse dichiarazioni compare anche l’ideologia neomalthusiana, ovvero il diritto di tutti al piacere sessuale senza rischio, cioè senza la nascita di bambini. Spesso le due fonti di ispirazione si combinano negli stessi documenti».

A proposito delle agenzie Onu e dei loro interventi nei Paesi in via di sviluppo: lei parla di «tattica del salame» per indicare come questi organismi agiscono verso le confessioni religiose ivi presenti. Di che cosa si tratta?

«Questa strategia è stata messa a punto in Ungheria nel 1947 dall’allora segretario generale del partito comunista locale, Mátyás Rákosi. Essa cerca di condurre gli avversari a sottoscrivere, poco a poco, in maniera impercettibile, quei programmi che essi rifiuterebbero se fossero loro sottomessi in blocco. Il ricorso a questa tattica è oggi molto comune da parte di chi è nemico della vita umana. Questa metodologia è facilitata dall’uso dell’antifrase, facendo dire alle parole l’esatto contrario di ciò che esse significano abitualmente. Sotto il termine “salute riproduttiva” si nasconde il diritto all’aborto; la parola “eutanasia” nasconde l’atto di dare la morte. La stessa giurisprudenza viene così sfregiata nella sua dignità perché ciò che è giusto o sbagliato viene definito con un atto di pura volontà del più forte».

Vi è un ruolo specifico delle religioni, non solo del cristianesimo, nell’affrontare e contrastare il «bioterrorismo»?

I cristiani non hanno il monopolio della difesa della vita umana. Il rispetto della sua dignità è ben presente nell’intimo di tutte le grandi tradizioni filosofiche, morali e religiose dell’umanità. Laddove il diritto alla vita non è rispettato, tutti gli altri diritti sono minacciati e la democrazia diventa impossibile. Oggi la Chiesa si trova molto sola nella difesa di questo diritto fondamentale. Di fronte al “terrorismo dal volto umano”, il mondo attende dalla Chiesa e dai suoi pastori parole chiare, informate, forti e unanimi. Un eccesso di circospezione farebbe diventare un’ipotesi la credibilità della Chiesa e l’autorevolezza dei suoi pastori. Non è mai stato così pressante il dovere profetico della Chiesa».