RELIGIONE: un ritorno dei giovani italiani al Cristianesimo

papaboysCorrispondenza Romana n.935/05
del 25 febbraio 2006

Incaricato dal Centro di Cooperazione Pastorale, guidato dai Padri salesiani, l’istituto di ricerca IARD ha realizzato una significativa indagine statistica sul tema della Religiosità giovanile in Italia.

L’istituto ha interrogato oltre 3000 giovani tra i 15 e i 35 anni, ponendo loro domande su come vivono il loro rapporto con la religione e con la Chiesa cattolica. I risultati dell’indagine, presentati da Riccardo Grassi il 6 febbraio 2006, confermano la tendenza ad un ritorno giovanile alla religione, alla preghiera, alla frequenza liturgica, ma con una grande varietà di sfumature, tanto che l’analisi dei dati finali ha dovuto elaborare una tipologia che classifica gli intervistati secondo numerose categorie, fra le quali abbiamo gli atei, gli agnostici, i credenti in un dio generico, i cristiani generici, i cattolici lontani, i praticanti occasionali, i praticanti regolari, i ferventi.

Per quanto riguarda la fede, il 70% dei giovani si dichiara cattolico; per quanto riguarda le preghiere, il 36,6% dichiara di recitarle saltuariamente e il 20,3% quotidianamente (la somma quindi sfiora un notevole 60%). Per quanto riguarda la pratica liturgica, il 18% dice di praticarla occasionalmente e il 14,6% regolarmente; se però consideriamo solo i giovanissimi, la regolarità sale al 28%.

Tuttavia, quanto all’incidenza della fede sulle scelte della vita quotidiana, solo per il 6,7% essa incide profondamente. Il 35% degli intervistati indica nella ma-dre la figura che li ha avviati o recuperati alla fede, confermando l’importanza e l’incidenza della “chiesa dome-stica”, mentre solo il 6% indica il sacerdote e il 4,7% il catechista; quasi il 30%, poi, risponde di non aver ricevu-to nessuna testimonianza credibile. Sorprende infine che il 28% dei giovani cerchi d’informarsi sulla religione e sulla Chiesa leggendo i giornali.