“Su transgenetico e biotecnologie è in atto una campagna di disinformazione”

no_ogmanticipazione di un articolo pubblicato su Tempi del 22 giugno 2000

“Purtroppo oggi è in atto un vero e proprio attacco alla scienza. Ha ragione il Nobel Norman Borlaung, un vero, grande, ambientalista, quando dice che l’opposizione dei Verdi ai prodotti transgenetici è snob, conservatrice e soprattutto è fatta da gente con la pancia piena e che non ha mai sofferto la fame”.

Direttore in Germania di uno dei più importanti istituti di ricerca scientifica del mondo, il Marx Plank – un bilancio di circa 2.200 miliardi di lire e 1.500 addetti – il professor Francesco Salamini guida uno staff di oltre 400 ricercatori ed è nel suo istituto di Colonia, che fin dalla metà degli anni ’70 sono stati brevettati i primi vettori per le trasformazioni del genoma di piante vegetali.

In una intervista rilasciata al settimanale Tempi, in edicola giovedì 22 giugno, Salamini tra l’altro afferma: “Francia e Germania pur essendo governati dal Centro-sinistra-Verdi, non è vero che siano nei fatti così ostili agli Ogm. In Germania ad esempio, da quando sono arrivati al governo i Verdi gli investimenti per la ricerca sui vegetali transgenetici è stata incrementata. Mentre in Italia non solo quest’anno non è stato seminato nemmeno un seme transgenetico, ma a coloro che hanno campi sperimentali il ministero dell’Agricoltura manda addirittura i Carabinieri”.

Le ragioni del ritardo italiano?

“Può darsi che il ritardo di alcune compagnie sementiere o di prodotti chimici abbia fatto filtrare anche attraverso i governi europei delle posizioni di attesa nei confronti degli Ogm. Però io vedo di più un’appropriazione ideologica di queste idee transgenetiche  e un uso ai fini di organizzazione del consenso”.

Oltre ai “no” che cosa dovrebbe dire un ecologista?

“L’ecologista dovrebbe dire cosa succede veramente in Italia e In Europa. Dovrebbe dire che ci sono molte migliaia di tonnellate di cereali a taglia bassa, frumento, orzo, eccetera, coltivati su 20 milioni di ettari, trattati con tanti bei prodotti anticrittogramici; tre, quattro volte all’anno un bello strato di prodotti chimici buttati sopra queste coltivazioni estese  su 20 milioni di ettari. E’ un bel problema, no?

Allora noi diciamo, beh mettiamo dentro a questi cereali  quattro geni, sappiamo quali mettiamo, sappiamo come metterli, sappiamo della sicurezza di questi interventi, metteteli e fate la pianta senza la sostanza chimica. Mi sembra così elementare! Quelli che dicono “facciamo l’agricoltura organica e biologia”, sanno benissimo che non solo è un’utopia, ma sarebbe incredibilmente negativo in termini alimentari. Se dovessimo ritornare alle produzioni agrarie del 1950, che sono gli attuali livelli di produzione dell’agricoltura biologica, quanto dovrebbero lavorare gli uomini per sfamarsi? Dovrebbero occupare le terre marginali, disboscare intere regioni del pianeta, abbattere le foreste dei tropici.

Purtroppo oggi è in atto un vero e proprio attacco alla scienza. Ha ragione il Nobel Norman Borlaung, un vero, grande, ambientalista, quando dice che l’opposizione dei Verdi ai prodotti transgenetici è snob, conservatrice e soprattutto è fatta da gente con la pancia piena e che non ha mai sofferto la fame”.

Quanto alla polemica sulle presunte speculazioni delle multinazionali del transgenetico Salamini conclude: “E’ indubbio che ci siano multinazionali che si sono dedicate al brevetto e alla commercializzazione degli Ogm. Però lo hanno fatto anche tantissime Università e istituti di ricerca e non è vero, come è invece stato scritto nella relazione parlamentare sulle biotecnologie, che l’80% dei brevetti sono della Monsanto”