Francisco Solano

“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”

[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].

Francesco_Solano

di Rino Cammilleri

 Nobile di Cordova, si fece francescano nella Sierra Morena. Trasferito a Granada, fu predicatore tra i carcerati. Il popolo prese a venerarlo come santo; lui, temendo di montarsi la testa, chiese di partire missionario in Africa. Invece lo mandarono in America. Nel 1589 sbarcò in Colombia. Attraversò il Panama a piedi per dirigersi verso il Perù. Ebbe un passaggio su una nave negriera che però fece naufragio su un’isola sperduta.

Il Solano si ritrovò a capo di ottanta schiavi, che battezzò e assisté per due mesi. Tratti in salvo, giunsero in Perù. Proseguì a piedi fino a Lima, poi si fece tremila chilometri attraverso le Ande fino alla missione di Tucumàn. Qui fondò le reducciònes di Socotonio e Magdalena per gli indios Diaguitas. Grazie al dono miracoloso delle lingue, ne convertì oltre duecentomila.

Nel 1592 fu fatto responsabile di tutta la regione, con autorità anche sui bianchi. Nel 1595 fu richiamato a Lima. Nel 1602 fu a Trujillo, dove predisse la rovina della città (la quale fu effettivamente distrutta da un terremoto nel 1619). Nel 1604 tornò a Lima. Qui si mise a girare per le strade con un crocifisso in mano, minacciando la collera divina se non fossero cessate le ingiustizie da parte dei criollos (i creoli, nati in America e discendenti dagli spagnoli che avevano sposato indie) ai danni degli indios.

Il vicerè, allarmato, si vide costretto a intervenire. Ma il Solano non era un fanatico, tutt’altro: era sempre allegro e non di rado suonava il violino per divertire i confratelli. Morì nel 1610 e la sua salma fu portata a spalla dal vicerè e dall’arcivescovo di Lima.

 il Giornale 14 luglio 2000