Regolarmente pubblicato in Turchia un settimanale terroristico

giornali_turchiPubblicato da Corrispondenza romana
n. 910/03 del 29 agosto 2005

(Corrispondenza romana) Dobbiamo al giornalista Fausto Biloslavo la sorprendente notizia, pubblicata su “Il Giornale” (12 agosto 2005), che nella “laica” Turchia viene regolarmente stampato e venduto in edicola un periodico che esprime le idee e la strategia dell’internazionale terroristica musulmana. Si tratta di “Kaide”, pubblicazione settimanale che fin dal titolo si richiama ad al-Qaida, diretta dal Alì Osman Zor.

Alla pubblicazione non fa difetto la chiarezza. Nel propagandare la guerriglia talebana in Afghanistan, essa esalta “i combattenti della guerra santa che continuano a uccidere”; nell’elencare gli attentati di Baghdad, spiega che “le bombe servono a far riconoscere agli occidentali i loro errori”; nel commentare gli attentati di Londra, titola “Al-Qaida sta liberando il mondo”; nell’annunciare gli attentati in terra israeliana, ma anche araba ed egiziana, afferma che bisogna abbattere i regimi corrotti, a costo di “iniziare la terza guerra mondiale”.

In una intervista concessa al giornale turco “Tempo”, il direttore di “Kaide” esalta non solo Bin Laden, il mullah Omar e al-Zarkawi, ma anche lo stragista ceceno Basa’ev e perfino il noto terrorista latino-americano Carlos, meritevole di essersi convertito all’Islam. Del resto, spiega Osman, “nel Corano Allah ha dichiarato che tutti i musulmani sono fratelli: possiamo includere in questo circolo i nostri fratelli di al-Qaida, quelli di Hamas e i leggendari combattenti in Iraq e in Cecenia”.

Il direttore conclude dicendo che “le stesse scene, alle quali assistiamo ogni giorno in Iraq, vogliamo vederle anche negli USA, in Inghilterra, in Spagna e in Italia”.

I giornalisti della rivista para-terroristica fanno parte di una organizzazione che si chiama “Fronte Islamico del Grande Oriente”, che si batte per abbattere l’attuale regime turco e sostituirlo con uno “Stato islamico puro” fondato sulla Shari’àh. Il Fronte si è reso responsabile di vari attentati in Turchia contro alberghi occidentali, sinagoghe e perfino statue di Ataturk; il suo fondatore, Salifi Mirzabeyoglu, sta scontando l’ergastolo in carcere per vari reati.

Eppure i suoi seguaci operano indisturbati con le armi della propaganda di massa, propagandando apertamente l’odio e incitando alla “guerra santa” e al terrorismo. Ben lungi dall’essere semi-clandestina, la loro rivista è diffusa dalla Yay-Sat, la più grande società di distribuzione periodistica del Paese, che appartiene al gruppo Dogam, editore delle maggiori testate turche. (CR )