Qui si fanno tante storie

insegnante_scuolaArticolo pubblicato su Avvenire
del 21 aprile 2001

Testi faziosi, docenti impreparati, didattica sbagliata: dibattito sui progetti di riforma di una materia molto «calda»

di Lucia Bellaspiga

Sulla scuola e i tentativi di riformarla non c’è ministro che non ci abbia rimesso la salute, insieme alla reputazione. Ma nessuna disciplina ha mai dato tanti grattacapi come la storia ci si accapiglia sui libri scolastici, che sarebbero faziosi; ci si scontra sul ruolo dell’insegnante, spesso poco oggettivo; si discute anche sulla didattica: insegnare più volte gli eventi in ordine cronologico lungo i cicli scolastici come si è sempre fatto, o approfondire solo le tematiche più importanti secondo la nuova didattica modulare?

Il problema non è nuovo, anzi è antichissimo: sarà perché è parente stretta della politica, sarà proprio perché è magistra vitae… Fatto sta che la storia è un nervo scoperto almeno da quando Ramses ll e gli Ittiti si scontrarono nella famosa battaglia di Qadesh – siamo nel 1296 a.C.! – e i cronisti di entrambe le parti celebrarono la vittoria, lasciandoci nel dubbio: iniziava quel giorno il dibattito sulla faziosità.

Oggi ancora ci si chiede: esiste un testo obiettivo, che presenti i fatti in modo onesto, senza omettere nulla e soprattutto senza deformare la realtà? Impossibile, anche se non sempre per manifesta faziosità «Si è faziosi quando si stravolgono deliberatamente i risultati della documentazione – scrive Nicola Raponi, docente di Storia moderna della Cattolica, intervenendo nel dibattito su Presenza di marzo, il mensile dell’ateneo -. Attualmente però nei libri di testo è raro trovare una dichiarazione apertamente faziosa: è più ricorrente il caso di interpretazioni incomplete o di angolature particolari C’è chi ad esempio tra molteplici fattori ne privilegia solo alcuni».

Non racconta il falso, insomma, ma omette parti del vero. Ancora più spesso la faziosità è semplicemente incompetenza: «Nelle scuole non circolano libri di storia – afferma Fulvio De Giorgi, contemporaneista della Cattolica di Milano – ma solo sintesi di altre ricerche, e non sempre fatte da storici». Rincara la dose Marta Sordi, docente di Storia della storiografia antica: “Anni fa diversi manuali di storia greca e romana erano pieni di gravi errori e interpretazioni tendenziose: erano stati scritti da persone poco esperte, che lavoravano su materiale di seconda e terza mano”. In parole povere, uno copiava dall’altro.

“Questo succede perché gli editori pretendono che un solo autore abbracci tutto il periodo storico studiato a scuola”. Ma può un esperto di preistoria presentare in modo esauriente e attendibile le sfaccettature del fascismo o del comunismo? O, peggio ancora, luci e ombre di un periodo tanto vasto e complesso come il Medioevo? No, la verità assoluta in storia non esiste, concludono su Presenza gli storici della Cattolica. Cesare può essere presentato come liberticida, demagogo e arruffapopolo, o invece come l’eterno difensore dei diritti della plebe, giunto a sacrificare la vita sull’altare della libertà: un dubbio che dura da 2000 anni.

E allora? Qual’ è l’approccio più retto alla disciplina storica?

«Tutto sta nel rigore scientifico, nel rispetto di ciò che emerge dai documenti – dice Giancarlo Andenna, docente di Storia medievale: la ricerca storica consiste nel porre delle premesse, esaminare e dichiarare le fonti, tener conto anche di chi non è d’accordo con noi e discutere le sue posizioni». Un rigore galileiano, dunque, l’unico che possa avvicinarci all’obiettività. Ecco allora emergere il protagonista di tutta la vicenda, Il professore di storia, il vero mediatore, nelle cui mani anche il testo più fazioso può diventare uno strumento prezioso: «Compito dell’insegnante – ancora De Giorgi – è aiutare lo studente a guardare con il necessario distacco i fatti storici, e a non assolutizzare le interpretazioni che può dame l’autore del testo».

In realtà dovrebbe anche colmare le lacune del manuale, smussare gli angoli, ragionare in modo asettico sulle cause e gli effetti di ogni evento… Un deus ex machina dalle capacità taumaturgiche, che obiettivamente spesso nella scuola non esiste. Quanti docenti di storia delle medie o delle superiori si affidano semplicemente al libro, lo leggono, lo spiegano, lo “interrogano” punto e basta?

«Anche il miglior manuale è inadeguato senza bravi insegnanti che sappiano accendere il desiderio di studiare il passato – sottolinea Nicolangelo D’Acunto, medievalista -. Specialmente oggi che le nuove generazioni, cresciute a cartoni animati e Playstation, tv e sms, faticano a sedimentare le esperienze: per loro quella di ieri è già storia».

Risulta chiaramente, allora, che quello dei libri faziosi in fondo è un falso problema, o almeno è solo la punta di un iceberg, quella su cui si accendono le passioni politiche di destra e di sinistra; ma i problemi dell’insegnamento storico sono ben altri. Ad esempio i nuovi curricoli proposti dal ministero della Pubblica istruzione, che prevedono lo studio cronologico dall’antichità ai nostri giorni solo una volta contro le tre attuali (dai 10 ai 15 anni) e nell’ultimo triennio di scuola l’approfondimento di alcune tematiche.

«La storia non può perdere la dimensione del tempo: se si decide di studiare il fascismo, bisogna collocarlo in un contesto, ricordare in modo approfondito ciò che è successo prima, altrimenti prevarrà un’interpretazione banale», dice Agostino Giovagnoli, docente di Storia contemporanea.

Non solo: «Studiando il tutto una sola volta, dai 10 anni in su, a farne le spese sarà l’antichità», fa notare Marta Sordi. Addio radici, a questo punto: «Così si rischia di falsare il sapere storico – stima D’Acunto – di trasmetterlo senza coordinate a una generazione che già ha poca consapevolezza del tempo». «Stiamo perdendo la ricchezza dell’interpretazione e del confronto, proprio cercando di inseguire l’oggettività», conclude De Giorgi. C’è un male anche maggiore della faziosità: si chiama omologazione

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MARXISTI, CATTOLICI O LIBERALI: DIAMO LE PAGELLE AI MANUALI 

A. Camera, Fabietti, Elementi di storia, Zanichelli.

Manuale assai datato e al momento poco diffuso. Libro di testo per molti studenti dei decenni passati, si contraddistingue per l’uso rigido e meccanico dei canone marxista. L’interpretazione rischia di essere troppo diparte.

R. Villari, “Storia moderna per le scuole medie e superiori“, Laterza.

Riflette il meglio della storiografia di sinistra degli anni Settanta Il canone marxista è presente in modo raffinato complice l’impostazione culturale dell’autore. Formatosi all’istituto Croce di Napoli.P. Ortoleva, “Storia dell’età contemporanea“, Mondadori. Uno dei migliori manuali di sinistra dei nostri anni. Si contraddistingue per il tentativo di rinnovamento didattico esplicitato nell’utilizzo di linguaggio e fonti vicine agli studenti (giornali, video).

F. Panarelli, A. Panardi a cura di F. Traniello, “Lezioni di storia” Sei.

Manuale di impostazione cattolica. Equilibrato e approfondito, raccoglie gli esiti della ricerca storica italiana degli ultimi due decenni. Fondamentale l’apporto personale dell’autore, a tutt’oggi tino dei maggiori esperti di storia contemporanea del nostro Paese.