Per le bambine che diventano signorine

dodicenniLa Croce quotidiano 4 dicembre 2015

 A Roma e a Faenza le prossime edizioni di questi percorsi di formazione pensati per madri e figlie in età compresa tra i 10 e i 12 anni, alle soglie dello sviluppo sessuale

di Giuseppe Brienza

Ho mandato mia figlia, di 10 anni, ad uno dei Seminari Mamma e Figlia “Il corpo racconta”, pensati per accompagnare le ragazze nell’età della pubertà (10 – 12 anni) e le loro madri in un viaggio alla scoperta del corpo, dei suoi messaggi e della bellezza della propria femminilità. A Roma questi corsi sono organizzati da Irene Bisignano, una giovane mamma laureata in discipline pedagogiche e insegnante del Metodo Billings per la regolazione naturale della fertilità, che offre per le bambine che stanno diventando donne un percorso sperimentato verso il pieno riconoscimento della propria femminilità.

Questa è la vera educazione sessuale! Un cammino, cioè, che accompagna le ragazze nella comprensione della propria fertilità che si affaccia tangibilmente nel loro corpo, utilizzando un metodo adatto alla loro età, che parte dalla fisicità ma che approda naturalmente a valorizzare la spiritualità della natura umana. Non si tratta, quindi, di un “indottrinamento” sessuale in chiave di mera genitalità, di un favoreggiamento dell’aborto e, tanto meno, di un’iniziazione all’auto-erotismo od alla contraccezione. Questi sono piuttosto molti dei corsi di “educazione sessuale” propinati ai nostri figli nelle scuole pubbliche. I corsi con marchio “Il corpo racconta”, invece, sono percorsi di consapevolezza, concepiti assolutamente in ambito familiare (la mediazione della mamma – per le ragazzine – è requisito indispensabile), per la conoscenza di una sessualità che sta sbocciando, nel rispetto della verità e dignità di un corpo che si appresta alla possibilità di procreare.

Durante questi “laboratori”, con parole, testimonianze, confronti ed il ricorso ad arti e mestieri, viene data voce al “linguaggio del corpo” insieme a quello del cuore, anche per dimostrare in una fase delicata dello sviluppo di giovani donne che il loro corpo non va ridotto ad un “juke boxe” per il piacere individuale. Né la femminilità un costrutto sociale, come vorrebbero i fautori del “gender”.

Durante gli incontri, che sono diretti a persone di Fede ma anche a chi non crede o pratica alcuna religione (al corso fatto a Roma mia moglie ha sperimentato che la maggior parte dei partecipanti non era di cattolici praticanti), vengono affrontati i seguenti contenuti: i cambiamenti della pubertà, il pudore, le differenze e le identità sessuali (maschile e femminile), l’anatomia e la fisiologia degli apparati sessuali (maschile e femminile), l’igiene, l’importanza di una sana alimentazione, il ciclo mestruale, i segnali della fertilità, i sintomi legati alle variazioni ormonali, il concepimento, la nuova vita, la femminilità, la bellezza, la prevenzione degli abusi sessuali, il linguaggio del corpo, le emozioni (riconoscerle, esprimerle, viverle in armonia), l’amicizia, l’amore.

Semmai a quest’ultimo proposito ci si aspetterebbe che, nel parlare alle ragazze della decisione di donarsi, si possa fare riferimento a quel momento, il matrimonio, che un documento assolutamente laico come la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (10 dicembre 1948), riconosce dar vita alla famiglia «nucleo naturale e fondamentale della società» (art. 6, par. 3).

Le spiegazioni de “Il corpo racconta”, nelle loro varie sessioni, hanno un taglio molto interattivo e i contenuti proposti attraverso interessanti lavori di gruppo, giochi di ruolo, semplici lavori manuali, schede da compilare, uso di metafore, quiz. Irene Bisignano li ha presentati con notevole concorso di pubblico al “Meeting della Famiglia 2015”, tenutosi a Roma nel luglio scorso ma, grazie anche al sostegno della rete dei Consultori familiari UCIPEM (Unione Consultori Prematrimoniali e Matrimoniali), prossime edizioni di questi corsi si terranno a Faenza offrendo un supporto che dovrebbe essere d’interesse prima di tutto delle Istituzioni pubbliche di dare alle giovani in cerca di ascolto per i problemi inerenti al loro sviluppo psicofisico ed emotivo.

Nella città romagnola li tiene da anni Roberta Moretti, del Consultorio di Faenza che è anche lei insegnante del metodo Billings (per informazioni: Consultorio Ucipem, Via  Severoli, 18 – Faenza, tel. 0546 26478, e-mail: ucipemfaenza@alice.it). Tanto più con la crisi delle classiche agenzie educative sociali, ci pare sempre più utile trasmettere soprattutto alle adolescenti il bello dell’essere donne, della loro identità sessuale naturale e primordiale. Insomma, con “Il corpo racconta”, si serve soprattutto… femminilità!! Un volto bello e impegnativo, che rimane ancora oggi per le nostre figlie una indispensabile prerogativa di auto-realizzazione e felicità.