Nuove antiparole dell’ Antilingua

neolinguaStudi Cattolici n.652 giugno 2015

di Pier Giorgio Liverani

Qualche settimana fa, riferendosi ai cosiddetti «matrimoni gay», l’Arci­vescovo di Milano (la più grande diocesi del mondo), cardinale Angelo Scola disse: «Le parole indicano le cose e la famiglia ha una sua precisa definizione». E vero, ma purtroppo le parole, nate veraci, possono vestire abiti ingannevoli, contenere intenzioni truffaldine. E difatti una decina di anni fa una dozzina di professoroni universitari studiosi di questa materia costitui­rono un «Gruppo di lavoro per l’analisi dei linguaggi manipolativi» (1) ossia ingannevoli.

«Siamo di fronte», dissero, «a una Babele di terminologie che si configurano in una tecnica di notevole competenza manipolativa» e ricordavano so­prattutto l’uso abusivo della terminologia medica e psicologica in tutte le forme della pubblicità e nel linguaggio politico, con parecchi termini che poi tracimano nel comune parlare e, quasi fossero notizie, sui media cartacei ed elettronici.

Affermavano che questa trasposizione di termini portava alla costruzione di un’«ideologia» ovvero una «visione della vita e mondo culturale», che già è, in sé, un effetto gravemente pericoloso. Infatti vi si trova una «presenza di molte figure retoriche (metafora, metonimia [2]) che, a causa della loro ripeti­tività e della loro collocazione distorta all’interno del discorso, possono essere in grado di veicolare un messaggio persuasivo, manipolatorio e di tipo «ipnotico».

Una tale struttura di comunicazione ingannevole potrebbe generare confusione nella mente di persone che non hanno conoscenze specifiche. Il linguaggio così falsificato «è lucidamente diretto a un pubblico vulnerabile», questa è la conclusione del Gruppo, «anche se acculturato, che […] può ritrovarsi nella condizione di cercare “formule magiche” nell’illusione di trovare sollievo alle sue sofferenze» o alle sue paure o a possibili inquietudini di coscienza o a successivi rimorsi.

Nel suo insieme questa è una bella e passabile descrizione scientifica dell’Antilingua da parte di studiosi competenti, ma, ahimè, il «Gruppo» citato, che, almeno in apparenza, non era politicamente o culturalmente schierato, ha mantenuto un completo silenzio sull’Antilingua, non so se deliberatamente o no: in ogni modo ciò mi sembra una vera e grave carenza.

Tanto più se teniamo presente quanto affermava «uno dei maggiori storici della lingua italiana, Gian Luigi Beccaria», il quale richiamava l’attenzione dei lettori su «l’assalto delle parole, dalle quali dobbiamo talvolta anche difenderci per riuscire, se possibile, a pensare anche con la nostra testa di fronte alle parole invadenti che ci informano, che subiamo e ci attraggono. Perché le parole sono potenti, rasserenano e guidano, ma anche plasmano il pensiero, canalizzano i sentimenti, la volontà e l’azione». E addormentano. Stranamente quest’ultima citazione è presa da l’Unità.

Slittamenti del lessico

Non basta: a essa va aggiunta quest’altra, tratta da un vecchio numero (31 ottobre 1993) de II Manifesto, sotto il titolo «Se la maternità va nella soffitta». A proposito dello splitting (una forma di manipolazione) dell’embrione con cui si ottiene «la creazione di due gemelli con uguale patrimonio genetico», Grazia Zuffa, psicologa e allora senatrice (anni 1987-1994) scriveva: «Quegli embrioni segmentati sono un altro passo nel controllo tecnologico della riproduzione, sempre più svincolato dal corpo e dalla mente di donna, in primis, e di uomo, che è iniziato sin dalla banalissima applicazione tecnologica dell’inseminazione artificiale. E si tace di questa facoltà di segmentare i processi procreativi, di frantumare le strutture parentali, che provoca via via la perdita del “senso del nascere” che interessa tutti e tutte e non tanto quel dieci per cento e poco più di coppie sterili […]. La verità è che la maternità va nella soffitta del pensiero in primo luogo. Non a caso in questa occasione nessuno l’ha nominata e pochi la nominano preferendo parlare di “tecnologie riproduttive”. Si assiste a un progressivo slittamento da un lessico e da uno scenario “soggettivo” (la maternità, la paternità, la filiazione) a uno obiettivamente centrato sul “come ri-produrre”, mettendo al centro la meccanica, la tecnologia appunto e i segmenti di quel processo (l’embrione, gli embrioni). E insieme al nome della madre se ne va con lei quel complesso di desideri, di proiezioni fantastiche, di aspettative sociali, di costruzioni simboliche che rendono “umano” quell’embrione, che lo fanno figlio appunto, distinguendolo dalla “riproduzione” del vitello».

L’antilingua non è un fenomeno di una sola volta: essa cresce ininterrottamente anche con la nascita (politicamente assistita) dei nuovi «diritti» o, meglio, «distorti».

Ecco una ventina di nuove antiparole:

ABORTO come SALUTE LAICAEssendo un… «diritto della donna» all’autodeterminazione e alla salute, l’aborto è un aspetto della «maternità responsabile»: la nascita del figlio dev’essere nei poteri della donna.

ALIMENTAZIONE e IDRATAZIONE FORZATE – Termini usati da Stefano Rodotà per dare un significato negativo al sostegno vitale e controbattere i trattamenti doverosi anche dei malati terminali quando si sospendono le terapie risultate inutili, dannose o troppo gravose per il paziente.

CO-MADRE, CO-GENITORE – Una delle due o più «madri» o padri o comunque genitore di un bambino nato dall’ovocita di un’altra donna o da un embrione al suo primo stadio o di un figlio gestato da una donna comunque estranea alla coppia: il caso dell’affitto dell’utero.

DIRITTO DI MORIRE – È, nella sentenza 693/09 del Tar della Lombardia, il «diritto assoluto a rifiutare le cure in qualunque fase del trattamento e per qualunque motivazione filosofica, religiosa, etica».

EDUCAZIONE MULTISESSUALE – Definizione dettata dall’Arcigay a un programma mirato ad abbattere la cosiddetta omofobia. Si noti la coerenza di questo termine con l’attuale società multicaotica.

EGG SHARING – Inglese. Composto lessicale che mette insieme l’uovo (le cellule riproduttive femminili: egg), e lo sharing, letteralmente «condivisione». L’uso di un ovocita avanzato da una precedente fecondazione e ceduto a un’altra donna. Questo termine era usato fino a ieri associato solo a car (au­to) e a bike (bicicletta).

ESCORT – «Un uomo politico sorpreso con una escort non fa notizia; con una puttana sarebbe costretto alle dimissioni» (Aldo Grasso, Io Donna, magazine del Corriere della Sera, 20 novembre 2010).

ETICA DELLA BENEFICIALITÀ – è quella raccomandata dalla Commissione istituita dall’allora ministro della Salute Umberto Veronesi per la ricerca sull’uso delle cellule staminali per «favorire la ricerca su tutte le fonti di cellule staminali, in considerazione dei notevoli benefici» che ne possono derivare. Dunque anche sugli embrioni cosiddetti «soprannumerari» (Antonio Polito, La Repubblica).

ETICA TELEOLOGICA – «L’unica etica valida in fatto di scienza è quella dei fini: ci si deve chiedere qual è il fine ultimo di ogni nostro comportamento», ovviamente senza preoccuparsi dei mezzi (Umberto Veronesi, citato da Corrado Augias, La Repubblica).

EUTANASIA DEL LINGUAGGIOQuesta espressione costituisce una sorta di contrapposizione al concetto di Antilingua. È stata usata da Liberazione (quotidiano dell’estrema sinistra comunista) per replicare al «Glossario» che l’allora sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella ha curato per «definire i termini chiave circa lo stato vegetativo “permanente”» (invece di “persi­stente”). Maurizio Mori, segretario della Consulta di Bioetica (organismo privato e laicista) asserisce «dando il nome alle cose si vuole dare una rassicurazione ai cittadini turbati, dicendo loro che non devono preoccuparsi di niente»: interessante e involontaria conferma della falsità dell’Antilingua e dovrebbe essere adoperato per l’Antilingua.

GPA, GESTAZIONE PER ALTRI -Equivale a «utero in affitto» o a «maternità surrogata».

INTERRUZIONE DELLA PROPRIA SOPRAVVIVENZA – Eutanasia. Adatta­mento della formula applicata all’aborto volontario

OMOGENITORIALITÀ – «Parola-affermazione» tipica della logica e della propaganda gay, ma assurda e impossibile all’interno di una coppia omosessuale.

POLIAMORE – Sinonimo-placebo già definito in vista di ima possibile forma di poligamia femminile o maschile. Sull’inserto Sette del Corriere della sera è presentata come «ricetta magica per ravvivare matrimoni altrimenti grigi, an­noiati e spenti». La scrittrice francese Françoise Sympère la raccomanda in due suoi romanzi.

PROCREATICA QUANTITATIVA e/o QUALITATIVA – «Procreare» significa collaborare alla creazione di un nuovo essere umano operando «al posto di» Dio. La parola valorizza la partecipazione umana alla «creazione» mentre gli aggettivi la degradano a pura materialità. Indicano la fecondazione artificiale eterologa e la scelta di uno o più gameti dotati delle qualità richieste (occhi, capelli, altezza, QI e/o altro).

RELIGIONE LAICA – «Via via che approfondivo l’esperienza radicale mi sono formata una sorta di religione laica» (Emma Bonino).

SELEZIONE GENETICA – Il nuovo nome dell’eugenetica applicata alla selezione degli embrioni.

SESSUALITÀ PLURALISTA – La prostituzione.

STEPCHILD – Figliastro (inglese). Va considerata antiparola in quanto indica il figlio, nato prima delle «nozze» gay, dell’altro «coniuge», quindi senza legami di parentela.

TERAPIA INNOVATIVA DI RIPRO-GRAMMAZIONE GENETICA – La clo­nazione secondo il ginecologo Severino Antinori (Il Giornale).

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1) II promotore e direttore della ricerca era il prof. Gaetano De Leo dell’Università La Sapienza di Roma.

2) Metonimia: mutamento che va oltre (metà) il nome (ónoma).