
A chi voglia capire l’atmosfera culturale dell’epoca in cui stiamo vivendo può tornare utile un richiamo alla rivoluzione del 1968: in quel periodo un decadentismo elitario, che aveva caratterizzato personaggi di spicco di tutta Europa – da Baudelaire a Verlaine, da Huysmans a D’Annunzio, a Oscar Wilde – esplode a livello di massa. Le esperienze più stravaganti, più narcisistiche, più autodistruttive, per sfuggire allo spleen di una vita senza senso, avevano portato queste illustri figure dell’Ottocento a trascinare rabbiosamente la propria vita alla ricerca delle esperienze più inverosimili, come bramosi cacciatori di sensazioni da consumare.