Te la do’ io la partecipazione

partecipareItaliani. Rivista che ignora il politicamente corretto n. 175- del 10 dicembre 2015

 di Luigi Fressoia

(archifress@tiscali.it)

Non ho incontrato parola più violenta di questa, Partecipazione, trappola morale e scrigno di infinite nequizie. Si spaccia per virtù volendo sottintendere l’obbligo a praticarla, ma siccome è praticamente impossibile poiché contro natura, ne nasce un senso di colpa che è la più grande ricchezza regalata ai violentatori e profittatori della società. I quali per intima gioia a questo punto ti perdonano con un buffetto la mancata Partecipazione.

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C’è l’antisemitismo à la page

antisemitismoItalia Oggi martedì 15 dicembre 2015

Giulio Meotti: è un pericoloso sentimento che nasce nelle èlite, nei media, nelle università

In Europa del Nord e in Francia un ebreo si sente a rischio

di Goffredo Pistelli

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Il tatuaggio nella cultura contemporanea

tatuaggiLa Civiltà Cattolica n.3968 24 ottobre 2015

Francesco Occhetta S I.

Tatuarsi è una moda ormai diffusa nelle società occidentali: in Italia i tatuati sono 7 milioni (13 italiani su 100). Soprattutto nei mesi estivi, vedere persone di ogni età che hanno scelto di inscrivere sulla schiena, sui tricipiti e sulle gambe cuori, draghi, putti, nomi o segni tribali ci induce a riflettere sulla volontà di modificarsi e su quale idea di corpo attraversi la cultura contemporanea. Sembra un paradosso, ma è proprio nel tempo della fragilità dei comportamenti e della liquidità degli ideali, in cui ogni scelta sembra assunta «a tempo», che il tatuaggio si impone come la traccia di una «identità dilatata» e il simbolo del «per sempre».

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L’alba di Farhad

Farhad BitaniTracce n.11 dicembre 2015

Figlio di un mujaheddin, con un passato immerso nell’odio. Di fronte agli attentati, racconta che cosa ha trasformato la sua vita.

di Alessandro Stoppa

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Guerre di religione. Guerre alla religione

Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân – Newsletter n.649 del 22 dicembre 2015

(Editoriale del bollettino n.4-2015)

Van_Thuan_cover

S.E. Mons.Giampaolo Crepaldi

Presidente dell’Osservatorio

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«Io, musulmana e fiera di essere stata la madonna nel presepe»

presepe viventeCorriere.it/scuola 19 dicembre 2015

Fatou Gaye, studentessa 19enne originaria del Senegal, innamorata di Justin Bieber e dell’informatica, scelta per interpretare Maria nel presepe vivente di Pescara : «Ho chiesto l’autorizzazione a papà e lui mi ha detto sì: l’amore appartiene a tutti»

di Nicola Catenaro

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Liberalismo questo sconosciuto

libertarismo

Il Timone n.147 Novembre 2015

Un solo concetto, tante interpretazioni e applicazioni storiche. Da Locke ai giorni nostri l’aspirazione alla massimizzazione della libertà porta a rivendicazioni anche contraddittorie. Come sui cosiddetti diritti civili.

di Giacomo Samek Lodovici

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Utero in affitto: il nodo è scoperto

utero_affittoAvvenire 19 dicembre 2015

Dibattito adesso finalmente utile e rivelatore

di Alfredo Mantovano

(Vicepresidente del Centro studi Livatino)

e Massimo Introvigne

(Presidente di Si alla famiglia)

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Con Gelli si chiude un’epoca della massoneria italiana

Licio GelliLa Nuova Bussola quotidiana

17 dicembre 2015

di Massimo Introvigne

Con la morte, all’età di novantasei anni, di Licio Gelli si chiudono insieme diverse vicende storiche. Si chiude, anzitutto, la storia terrena di Licio Gelli, figura di punta della massoneria italiana per molti decenni. Non ho mai conosciuto personalmente Gelli. Persone che lo hanno frequentato negli ultimi anni mi dicono che si fosse riavvicinato alla Chiesa cattolica, per cui aveva sempre mantenuto almeno una curiosità, come mostra la sua corrispondenza con la beata Madre Teresa di Calcutta, di cui fanno stato le biografie. Non saprei dire dove questo percorso di avvicinamento alla fede e alla Chiesa avesse portato Gelli. Mi auguro, per lui, molto vicino al Signore. È morto nell’Anno Santo della Misericordia, da molti anni non si occupava più direttamente di vicende massoniche, e certamente la Chiesa non serba rancore.

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“Gladio rossa”: l’apparato paramilitare del PCI

Turri_coverIl Corriere del Sud n. 9 – anno XXIII, 31 dicembre 2015

Appunti per una storia. Seconda parte

di Gianluca Agostini

Il primo studio organico sull’argomento della “Gladio rossa”, struttura paramilitare di natura clandestina organizzata dal Pci nel 1945 e sciolta nel 1974, è quello di Gian Paolo Pellizzaro che, nella sua pubblicazione Gladio Rossa (ed. Settimo Sigillo, Roma 1997), ha riportato il cd. “Dossier SIFAR”, dall’acronimo dell’allora servizio segreto militare, datato 28 febbraio 1950.

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