Fede e ragione: dalla distinzione alla separazione

ragione Il Timone – n. 13 Maggio/Giugno 2001

Per conoscere adeguatamente se stesso, il mondo e Dio, l’uomo non può separare la fede dalla ragione. Lo scrive Papa Giovanni Paolo II nella Fides et ratio.

di Laura Boccenti

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Riflessioni in tema di partito dopo il “crollo delle ideologie”.

partitiCristianità n. 258 (1996)

Verso una politica limitata e forte

di Giovanni Cantoni

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Una vecchia concezione dello Stato di diritto (seconda parte)

 Per capire quanto afferma Papa Giovanni Paolo II nell’enciclica Centesimus annus, cioè che “un’autentica democrazia è possibile solo in uno Stato di diritto” (n. 46), “[…] nel quale è sovrana la legge e non la volontà arbitraria degli uomini” (n. 44), la seconda parte dello studio El Estado de Derecho, comparso in Verbo, serie XVII, n. 168, settembre-ottobre 1978, pp. 1035-1047.

La traduzione è redazionale.

Cristianità n. 203 (1992)

di Juan Vallet De Goytisolo

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La sottomissione al potere costituito, prassi e dottrina della Chiesa

obberienza_sovranodel padre Ignacio G. Menendez – Reigada O.P.
Docente di Teologia Morale, membro dell’associazione Francisco de Vitoria

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Per la restaurazione del linguaggio della politica (*)

linguaggioCristianità n. 281 (1998)

di Giovanni Cantoni

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‘Poteri forti’, ‘poteri invisibili’ ed esercizio del potere formale

Articolo pubblicato sul n. 232 di Cristianità

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Dopo il ”crollo delle ideologie”: la politica e il “ritorno al reale”

Cristianità n. 275-276 (1998)

di Giovanni Cantoni

L’avvenimento di maggior rilievo politico nella storia contemporanea è per certo costituito dall’implosione del sistema imperiale socialcomunista, avvenuta nel 1989. Tale rilievo è fondato sul fatto che detto sistema imperiale è stato la realizzazione politica di maggior mole che la memoria storica ricordi, favorita e accompagnata dall’uso terroristico della strumentazione tecnologica dello sviluppo materiale dell’umanità, nucleare non escluso. Il crollo “misterioso” di tale sistema imperiale – misterioso perché ne sono ignote cause adeguate, dal momento che tutte quelle consuetamente addotte non sono tali da rendere globalmente ed esaurientemente conto dell’esito catastrofico, almeno in una prospettiva monocausale – ha prodotto un effetto liberatorio sullo stato psicosociale dell’intera umanità, allontanando il terrore della catastrofe nucleare.

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La politica tra realtà, utopia e gnosi

antipoliticawww.ragionpolitica.it 29 maggio 2003

di Gianteo Bordero

Il realismo genera politica, l’utopismo genera il suo contrario: l’antipolitica. Molto oggi si discute sullo scarso interesse dei giovani nei confronti della politica. Esso deriva, sostanzialmente, proprio dall’abbandono del realismo come criterio e cardine cultural-politico per eccellenza. Se oggi sussiste un impegno politico giovanile “di massa”, questo abita a sinistra, ma non come salvaguardia e propagazione delle ragioni della politica, bensì come distruzione di essa nel nome dell’anti-politica, cioè dell’utopismo. Il no-global è solo la punta dell’iceberg di questo diffuso sommovimento anti-realista, che affonda la sua visione politica in una concezione gnostica della realtà.

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Il cadaverino e la politica

crocifisso_rimozioneIl Foglio Editoriale del 28/10 /2003

La rimozione dei simboli religiosi? Bisogna pensarci bene. Bisogna pensarci

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Il partito politico moderno

I.D.I.S. – Istituto per la Dottrina e l’Informazione Sociale

Voci per un dizionario del pensiero forte

scheda elettorale

di Paolo Mazzeranghi

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