I bombardamenti aerei nel secondo conflitto mondiale

bombardieriLa Civiltà Cattolica n. 3723-3724 del 6-20 agosto 2005

Giovanni Sale s.J.

Il 60 anniversario della fine della seconda guerra mondiale registra, rispetto alle precedenti ricorrenze, novità importanti. Per la prima volta, infatti, alcuni storici, e non soltanto di lingua e cultura tedesca, hanno indirizzato le loro ricerche verso ambiti che fino a pochi anni prima erano considerati veri e propri tabù dalla storiografia ufficiale, vale a dire le vicende vissute dai «vinti» nella Germania nazista negli ultimi anni della guerra, quando fu consumata la devastazione e la distruzione della nazione non solo nello spirito, ma anche nella realtà più materiale e ordinaria fatta di città, luoghi, persone.

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1914 Un affare tedesco

sarajevo_1914Articolo pubblicato su Avvenire
sabato 24 luglio 2004

di Antonio Giorgi

Novant’anni fa di questi giorni la vecchia Europa in preda alla follia correva con incoscienza criminale verso il baratro, uno scontro all’ultimo sangue, un conflitto che si annunciava mondiale che veniva presentato come la guerra che avrebbe messo fine a tutte le guerre: «Le macchinazioni di un avversario pieno di odio mi costringono ad impugnare la spada», scriveva l’imperatore d’Austria e re d’Ungheria Francesco Giuseppe nel proclama ai suoi popoli dopo l’apertura delle ostilità contro la Serbia il 28 luglio 1914.

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Il massacro degli armeni

Millenovecento n.10 agosto 2003

di Mirella Galletti

I prodromi dei massacri degli armeni si devono ricercare nei mutamenti del quadro politico internazionale durante il XIX secolo. Fino ad allora i viaggiatori europei riportavano che il popolo armeno era considerato “Millet-i Sadica” (La comunità fedele), ma l’indebolimento dell’impero ottomano cambiò radicalmente la situazione.

 

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Voci dal genocidio dimenticato

armeni_genocidio Articolo pubblicato su Avvenire
18 ottobre 2000

Lo sterminio del popolo armeno tra il 1915 e il ’17 nella testimonianza di un missionario domenicano

di Marco Roncalli

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L’olocausto delle donne che insanguinò l’alba del ‘900

armenian genocide 9Articolo pubblicato su Avvenire
del 18 ottobre 2000

di Jacques Rhetore

I convogli dei deportati attraversarono il vilayet di Diyartxzkir passando, quasi tutti, per la città di Mardin da dove sono stati osservati da vicino. È di questi convogli che vorrei adesso trattare. Mi dispiace di non poter dare, sul loro numero e sul numero dei deportati in genere, altro che cifre vaghe, quelle che circolavano pubblicamente.

Una finestra sul massacro degli armeni

armeni_genicidioArticolo pubblicato su Il Corriere del Sud n. 6/2002 – Anno XI – 16 -31 marzo

Un milione e mezzo di armeni massacrati nel 1915-16

di Piero Mainardi

“Chi parla ancora oggi del massacro degli armeni?” vaticinava Hitler nel 1939. La stessa domanda riformulata oggi (pur con altre intenzioni) non troverebbe una risposta diversa, cioè: ben pochi. E sarebbero ancora meno se la casa editrice Guerrini e Associati non proseguisse in quest’opera di preservazione della memoria rispetto a un evento che ha rappresentato il primo genocidio del XX secolo (oltre ad una parallela opera di riscoperta della storia della presenza armena in Europa) che il popolo armeno ha dovuto partire nel 1915-16 nel quale si calcola siano morti circa tre quarti della popolazione armena in territorio ottomano, ossia circa un milione e mezzo di persone. Nonostante ciò la Turchia continua a negare il carattere di genocidio a questi massacri.

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DOSSIER/ Genocidio nazista e terrore stalinista si possono paragonare?

nazismo_comunismoPubblicato su Panorama del 8 marzo 1987

Un lager vale l’altro

L’unicità dello sterminio degli ebrei non esclude il confronto. Con che cosa? Con l’eliminazione, nella Russia di Stalin, di 20 milioni di nemici di classe. Una tesi provocatoria? O il riesame spregiudicato di un dilemma politico e morale?

di Ernesto Galli della Loggia

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All’ombra della croce uncinata

nazismo-comunismotratto da Tempi, anno VIII,
14 marzo 2002, n. 11.

Hitler e Stalin erano amici per la pelle. Degli altri. Costa-Gravas se lo scorda e firma l’ennesima bugia su Pio XII. Il vero manifesto Toscani, 1a puntata.

di Marco Respinti

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La vera storia delle Crociate

crociatePubblicato su Crisis Vol. 20 N. 4 – Aprile 2002

di Thomas F. Madden

(Traduzione italiana a cura di Roberto Rifilato)

Con la possibile eccezione di Umberto Eco, gli studiosi medievali non sono soliti sollecitare l’attenzione dei media. Noi tendiamo ad una relativa quiete (se si eccettua il baccanale annuale del Congresso internazionale di studi medievali di Kalamazoo), leggendo cronache ammuffite e scrivendo studi meticolosi che ben pochi leggeranno. Si immagini, quindi, la mia sorpresa quando, nei giorni successivi all’11 settembre, il Medio Evo balzò improvvisamente alla ribalta.

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La crociata, questa sconosciuta

crociatedi Adolfo Morganti

1. Usi contemporanei del termine Crociata

Affrontare con serietà scientifica il tema della Crociata, uno dei tanti episodi di cui apparentemente tutto è noto, è reso difficile prima di tutto dall’utilizzo che di questo termine ha fatto e continua a fare la cultura contemporanea. Un utilizzo carico di enfasi contrapposte, che come giustamente nota Franco Cardini (1), consente immediatamente di comprenderne l’impostazione filosofico-politica di fondo.

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