Moqtada Al-Sadr: il giovane ribelle dei musulmani sciiti iracheni

Moqtada Al-Sadr

Moqtada Al-Sadr

Articolo pubblicato su M.E.M.R.I Inchieste & Analisi dell’11 febbraio 2004 N°161

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(Serie Biografie della leadership irachena)

Moqtada Al-Sadr [1] nacque nel 1974, figlio di una delle più illustri famiglie sciite religiose in Irak, la famiglia Al-Sadr. Suo padre, l’Ayatollah Muhammad Sadeq Al-Sadr, venne assassinato insieme con due dei suoi figli dal regime di Saddam Hussein nel 1999. Dopo la morte del padre Moqtada divenne allievo dell’Ayatollah iraniano Kadhem Al-Ha’iri.

Oltre al suo paese natale, l’Irak, l’Iran è il solo paese familiare a Moqtada, e i suoi rapporti con l’establishment religioso iraniano suscitano congetture sulla sua politica. Egli ha riconosciuto che la situazione in Irak oggi è molto diversa da quella che predominava in Iran durante la rivoluzione islamica del 1979. Egli ha detto: “La natura politica e sociale dell’Irak non consentirà la ripetizione dell’esperimento iraniano”. [2]

Moqtada Al-Sadr è un leader carismatico e un valente oratore che pronuncia ardenti discorsi ai suoi giovani seguaci, entusiasti e leali. Tuttavia, essendo giovane, non è ancora immerso a sufficienza negli studi religiosi per essere considerato un ‘mujtahd’, che corrisponde a uno studioso dotato di consumata capacità di giudizio in materia religiosa, o per emettere ‘fatwa’ (editti religiosi).

Lui tiene le sue prediche del venerdì nella Moschea di Kuffa, nella città di Kuffa, dove la tradizione vuole che Ali bin Taleb, quarto califfo dopo il Profeta Maometto e suo genero, nonché primo Imam dell’Islam sciita, si rivolgesse ai suoi seguaci. Come altri ecclesiastici sciiti, anche Moqtada Al-Sadr porta la barba e il turbante. [3] Per le sue prediche lui e i suoi fedeli indossano un velo bianco come segno di lutto per suo padre. Nel corso di tutti i suoi sermoni, i partecipanti alle preghiere devono ripetere dopo di lui tre volte: “No no a Israele, no no all’America, no no al terrorismo”. [4]

Rapporti con l’establishment religioso sciita

In Irak gli sciiti usano due nomi spesso intercambiabili – Al-Hawza e Al-Marja’iyya – per designare i siti religiosi nelle due città sante di Najaf e Karbala. Al-Hawza è il centro amministrativo e finanziario e per la supervisione dei luoghi santi, in particolare le tombe dell’Imam Ali e dei suoi due figli, Hassan e Hussein, che gli sciiti considerano martiri.

Ad Al-Maria’iyya invece ci si riferisce come alla fonte dell’autorità spirituale e dottrinale, comprese le interpretazioni religiose, la legge religiosa e la proclamazione delle fatwa. Ci sono normalmente quattro Ayatollah al vertice alla piramide, ma solo uno, il Grande Ayatollah Ali Al-Sistani è emerso come la voce riconosciuta degli sciiti in Irak.

Moqtada Al-Sadr ha avuto discussioni sia con Al-Hawza sia con Al-Maria’iyya, ma le sue critiche sono state più di natura temporale che non religiosa, dato che gli manca la statura religiosa per fronteggiare Al-Maria’iyya su questioni dottrinali. In ogni caso, dev’essere visto come un leader politico più che non spirituale.

A proposito di Al-Hawza, Al-Sadr distingue fra ‘Hawza vocale’ (Al-Hawza Al-Natiqa) e ‘Hawza silente’ (Al-Hawza Al-Samita). La prima rappresenta ecclesiastici come lui che cercano un ruolo politico attivo e sostengono una repubblica islamica in Irak. La Hawza silente rappresenta la carica dei religiosi sciiti superiori come l’Ayatollah Al-Sistani che ha storicamente rifiutato il coinvolgimento del clero sciita nella vita politica del paese. [5]

Tuttavia l’insistenza di Al-Sistani sul fatto che le elezioni generali si tengano prima del trasferimento dell’autorità agli iracheni il 30 giugno, può aver reso del tutto trascurabile la differenza fra la Hawza vocale e quella silente. E’ più importante forse il fatto che l’attivismo politico di Al-Sistani si spiega con la consapevolezza del nascente potere di Al-Sadr, che Al-Sistani sta cercando di neutralizzare. Al-Sadr ha ripetuto più volte che Al-Sistani ha respinto seccamente i suoi numerosi tentativi di incontrarsi con lui.

Il conflitto fra i due ha una base pratica. Al-Hawza, che è costituita da un certo numero di seminari religiosi e luoghi tombali di venerabili figure sciite, raccoglie grandi somme di denaro come elargizioni di beneficenza da parte di pellegrini e ricchi donatori sciiti. Al momento Al-Sistani controlla questo flusso di danaro; Moqtada Al-Sadr, senza alcun dubbio, ne vorrebbe fruire di una parte.

La situazione è degenerata in un confronto armato fra le due parti quando i sostenitori di Al-Sadr cercarono di prendere il controllo dei luoghi santi di Karbala, scontro in cui persero la vita decine di persone e molte di più rimasero ferite. [6] Al-Sadr ha anche cercato di impadronirsi della tomba di Ali bin Abi-Taleb, il quarto califfo, arrivando a scontri sanguinosi fra i seguaci di Al-Sadr e l’esercito Badr, ossia la guardia del Supremo Consiglio della Rivoluzione Islamica in Irak (SCIRI), un gruppo sciita comandato dai fedeli di Al-Sistani. Il Consiglio Governativo inviò in quell’occasione una speciale delegazione per risolvere il conflitto fra le due parti. [7]

Ci può essere un’altra ragione per spiegare l’ostilità fra i due religiosi. Al-Sadr è sospettato di aver ucciso il giovane e moderato ecclesiastico Abd Al-Majid Al-Khoui al ritorno di quest’ultimo dall’Inghilterra il 10 aprile 2003. Il padre di Al-Khoui, il Grande Ayatollah Abu Al-Kassem Al-Khoui, era stato istruttore di Al-Sistani. Al-Khoui fu assassinato durante un incontro con Al-Sistani.

Panoramica delle azioni di Al-Sadr e punti di vista sulle questioni cruciali dell’Irak post-Saddam

A differenza di Al-Sistani, che non dovette abbandonare la sua casa a sei anni e che ha comunicato col mondo esterno con intermediari, Moqtada Al-Sadr è ben versato nell’arte della comunicazione mediatica. Mentre non rifugge dai conflitti, è attento a non perdere la testa. Grazie alla notorietà del suo nome, dovuta al padre, le cui foto spiccano in tutte le vetrine di Al-Sadr City, lui è capace di attirare decine di migliaia di simpatizzanti da ogni parte dell’Irak. Il suo più grande appello è rivolto ai poveri e a quelli che sono privati dei diritti civili, e non a quei pochi fra gli ex-sostenitori di Saddam che condividono con lui l’odio per il Consiglio Governativo. [8]

Base del potere: Al-Sadr City – un’entità autonoma

Dopo la caduta di Saddam, la città chiamata Saddam City, è diventata Al-Sadr City, dal nome del padre di Moqada. [9] Con oltre un milione di sciiti fedeli ad Al-Sadr, la città ha sviluppato i suoi propri servizi municipali, scolastici, sanitari e sociali. Inoltre ci sono ‘tribunali’ presieduti da giovani giudici, seguaci di Al-Sadr, che giudicano controversie fra la gente e i cui verdetti son fatti applicare da ‘comitati di sicurezza’.

Questi tribunali seguono la legge islamica, Shari’a, e chi si rivolge a loro ne accetta i verdetti come vincolanti. Alcuni osservatori paragonano questi giovani giudici-studenti agli studenti delle scuole religiose del Pakistan, che divennero poi il nucleo del movimento talebano. [10] Nell’ambito dell’islamizzazione della vita di Al-Sadr City, Al-Sadr ha emesso una fatwa che proibisce la vendita di videocassette e alcolici. [11]

La creazione dell’esercito Al-Mahdi

Mentre la maggior parte degli iracheni stava ancora celebrando la caduta del regime di Saddam, fin dalla metà di luglio Moqtada Al-Sadr teneva i sermoni del venerdì nella sua moschea invitando i suoi fedeli a unirsi al nuovo esercito, l’esercito Al-Mahdi [12] , che prende il nome da un mitico Imam che farà ritorno un giorno in forma messianica. In pratica questa armata non è altro che un voler mostrare i muscoli da parte di Al-Sadr. Alcuni osservatori ritengono che voleva essere qualcosa di equivalente alla speciale polizia religiosa saudita, il cui nome e responsabilità è “La promozione della virtù e la prevenzione del vizio”.

Attacchi al Consiglio Governativo

Moqtada Al-Sadr non fu incluso fra i 25 membri del Consiglio Governativo iracheno (GC) nominato dall’Autorità Provvisoria di Coalizione (CPA). Non sorprende che Moqtada mettesse in dubbio la legittimità del GC dal primo giorno e parlasse dei suoi membri come dei lacchè delle forze di occupazione. Cogliendo al volo le opportunità offertegli dalla TV Al-Jazeera si mise a inveire contro il GC chiamandolo ‘un giocattolo degli Stati Uniti’ e ‘l’agente preferito degli americani’.

Criticò il governo installato dal GC in quanto basato sul settarismo e sulla separazione fra sunniti e sciiti. Il governo è il risultato di un ordine illegittimo da parte del GC, che in sé è illegittimo perché fu nominato da un’occupazione illegittima. Affermò: “Noi non riconosciamo l’occupazione direttamente o indirettamente dato che è contraria al modo di vedere degli iracheni, e la loro leadership politica e religiosa la respinge in blocco”. [13]

Al-Sadr minacciò di insediare un governo ombra che avrebbe rappresentato il popolo iracheno. Durante un sermone alla sua moschea di Kuffa, annunciò: “Ho istituito un governo che comprende i ministeri di giustizia, finanze, informazione, affari interni ed esteri e quello per ‘La promozione della virtù e la prevenzione del vizio’.”

Questo sermone fu seguito da dimostrazioni per le strade di Najaf a sostegno di questa iniziativa. [14] Iniziativa che tuttavia si è esaurita ben presto dato che il CPA ha minacciato Al-Sadr di processarlo per l’assassinio di Abd Al-Majid Al-Khoui, come si è detto prima. [15] L’assistente di Al-Sistani ha denunciato l’iniziativa di Al-Sadr [16] e il CPA non ha dato seguito al caso.

Pettegolezzi

Come politico, Moqtada Al-Sadr non si perita dal diffondere voci antiamericane. Ha dichiarato al quotidiano londinese pro-Saddam Al-Quds Al-Arabi che “gli americani usano soldati malati per diffondere malattie nella società irachena”. Ha richiesto che i soldati malati vengano cacciati e che si costituiscano centri sanitari per esaminare quelli che arrivano, e allontanare quelli infetti tra di loro. [17]

In precedenza, Al-Sadr aveva esortato a portare i soldati americani davanti al tribunale secondo la shari’a per le violenze compiute sul popolo iracheno”. [18] Ha anche minacciato di vendicarsi delle “scimmie e dei maiali [ossia gli ebrei] che vengono dall’America.” [19].

Sempre contrario, e in aperta sfida ad Al-Sistani e al CPA, Al-Sadr ha detto che si opponeva a tenere elezioni in Irak sotto la supervisione delle Nazioni Unite. [20]

Le conseguenze della partenza di Saddam

Quando gli è stato chiesto di replicare a coloro che affermano che l’Irak sarebbe andato meglio se Saddam fosse rimasto ha risposto duramente: “Sono degli ignoranti. Ma alla partenza di Saddam doveva seguire la libertà e la democrazia. Non è piacevole che ad un piccolo diavolo ne segua uno più grande. L’errore non è la partenza di Saddam ma ciò che è arrivato dopo di lui in termini di dispotismo e di terrorismo.” [21]

Se gli iraniani si riferiscono all’America come il “Grande Satana”, Moqtada Al-Sadr si riferisce ad essa come il “Satana più grande”, con Saddam rappresentato come il più piccolo. Quando la CPA ha minacciato di arrestare i predicatori della preghiera del venerdì se avessero incitato alla violenza, Al-Sadr ha detto ai suoi seguaci dal suo podio alla Moschea di Kuffa: “Il piccolo diavolo se n’è andato ed è venuto il grande diavolo.” [22]

Federalismo in Irak

Al-Sadr rifiuta l’idea di un governo federale che accorderebbe ai Curdi una condizione di autonomia per la quale hanno agognato per decenni e che hanno praticamente ottenuto sotto la protezione americana in seguito alla Guerra del Golfo del 1991. Egli polemizza dicendo che il concetto è stato capito solo da pochi, e che una volta spiegato sarà rifiutato.

Diversamente dagli Stati Uniti, l’Irak non avrà regioni indipendenti, e la partizione dell’Irak non è accettabile. Ha organizzato manifestazioni a Bagdad, Karbala e Najaf per condannare l’idea di federalismo richiesto dai Curdi. Uno dei portavoce di Al-Sadr, durante la manifestazione di Bagdad ha detto: “Stiamo manifestando contro il federalismo perché abbiamo visto ciò che è successo in Jugoslavia. Il federalismo è un’idea di Israele per dividerci.” [23]

Al-Sadr ha inoltre inviato uno dei suoi assistenti, Abd Al-Fattah Al-Mousawi, a Kirkuk, una ricca città petrolifera, a istigare gli Arabi e i Turcmeni contro la popolazione curda. Ha dichiarato che “la presenza dei musulmani nella città è debole.” Ha continuato dicendo che i curdi “non sono musulmani anche se pretendono di esserlo,” e li ha accusati di rubare “le ricchezze dell’Irak.” [24]

Resistenza e Jihad

A dispetto del suo carattere acceso, Al-Sadr è stato molto attento a non invocare il concetto di Jihad contro l’occupazione. Rispondendo ad una domanda durante un’intervista al quotidiano egiziano Al-Ahram, Al-Sadr è stato molto prudente. Ha detto, “la resistenza non si limita alla Jihad. Esistono altri modi prima di prendere una decisione sulla Jihad. Prima opporremo una resistenza pacifica che comincia a mostrare qualche risultato.

Inoltre, la dichiarazione della Jihad è nelle mani dei dirigenti religiosi o la marja’iyya della comunità Sh’ia. Se in questo momento dichiarassimo la Jihad, questa provocherebbe solo danni a causa dello squilibrio tra le due parti (forze di occupazione e comunità musulmana della Shi’a). [25]

Pace con il popolo americano

La giovane età e l’inesperienza di Moqtada Al-Sadr sono evidenti nelle sue affermazioni contraddittorie. Mentre denuncia spesso gli americani, non esita a rivolgersi a loro come “ospiti nella nostra grande casa … amanti della pace come noi.” Nel suo messaggio al popolo americano durante il mese del Ramadan, che è un mese di digiuno e riflessione, Al-Sadr ha scritto: “I miei auguri al popolo americano, questi sono gli auguri di un amante” .

Ha sottolineato la necessità di evitare spargimenti di sangue e di mantenere le distanze dalle aggressioni, dalle guerre e dal terrorismo per consentire l’armonia tra i due popoli e le due comunità.” Ha aggiunto: “Se siete d’accordo con questo, permettetemi di essere presente ai vostri consigli, incontri, campi militari e chiese. Lo desidero ardentemente. Aiutatemi a dichiarare la vostra pace in Irak e impedire la guerra e il terrorismo fatta eccezione alla guerra contro un criminale malvagio come il distruttivo Saddam e i suoi seguaci del partito ateo Ba’ath.” [26]

Le affermazioni apparentemente contraddittorie di Moqtada Al-Sadr potrebbero riflettere il suo personale dilemma dove, da una parte tende verso una sua ribellione giovanile e dall’altra verso il suo desiderio di ricoprire un ruolo chiave nella formazione del futuro Irak che, almeno a breve termine, dovrà evitare confronti non necessari con le forze di occupazione.

* Nimrod Raphaeli è un autorevole analista di MEMRI

Note

[1] Per le pubblicazioni precedenti della Serie biografica della dirigenza irachena di MEMRI, vedere la serie Bagdad Dispatch di MEMRI, sul sito http://memri.org/Irak.html

[2] Al-Zaman (Irak), 6 Novembre 2003.

[3] Al-Sharq Al-Awsat (Londra), 6 Agosto 2003.

[4] Al-Quds Al-Arabi (Londra), 5 Settembre 2003.

[5] Al-Quds Al-Arabi (Londra), 5 Settembre 2003.

[6] Al-Zaman (Irak), 14 Ottobre 2003.

[7] Al-Ra’i Al-Aam (Kuwait), 30 Gennaio 2004.

[8] Al-Sharq Al-Awsat (Londra), 17 Agosto 2003.

[9] Al-Sadr City è stata originariamente costruita dal capo iracheno Abd Al-Karim Qassim come sobborgo di Bagdad per accogliere i poveri. A quel tempo si chiamava Madinat Al-Thawra (Città Rivoluzionaria), più tardi cambiata da Saddam in Madinate Saddam (Saddam City). Dopo la caduta del regime, i residenti hanno cambiato il nome un’altra volta in Al-Sadr City in onore del padre di Moqtada Al-Sadr.

[10]  Al-Hayat (Londra), 8 Novembre 2003.

[11] Al-Hayat (Londra), 11 Luglio 2003.

[12] Al-Aswaq (Bagdad), 21 Luglio, 2003.

[13] Al-Ahram (Egitto), 20 settembre 2003.

[14] Al-Sharq Al-Awsat (Londra), 12 Ottobre 2003.

[15] Al-Hayat (Londra), 8 Novembre 2003.

[16] Al-Sharq Al-Awsat (Londra), 16 Ottobre 2003.

[17] Al-Quds Al-Arabi (Londra), 9 Agosto 2003.

[18] Al-Sharq Al-Awsat (Londra), 2 Agosto 2003.

[19] Al-Hayat (Londra), 15 Ottobre 2003.

[20] Al-Hayat (Londra), 24 Gennaio 2004.

[21] Al-Ahram (Egitto), 4 Settembre 2003.

[22] Al-Hayat (Londra), 11 Novembre 2003.

[23] Al-Sharq Al-Awsat (Londra), 21 Gennaio 2004.

[24] Al-Sharq Al-Awsat (Londra), 23 Settembre 2003.

[25] Al-Ahram (Egitto), 4 Settembre 2003.

[26] Al-Zaman (Iraq), 4 Novembre 2003.