Pio IX la Chiesa e la rivoluzione (di Pietro Balan)

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«Incominciando a scrivere di Pio IX, della società e della rivoluzione in questi ultimi anni non mi nascondo la difficoltà e la delicatezza della impresa, Scrivere dei fatti contemporanei fu sempre arduo»

(…) «Io però mi sono proposto, non di evitare gli scogli che incontrerò certamente nel mio cammino; ma di non adulare nessuno, di non calunniare nessuno, di giudicare cose e persone come fossero di altro secolo e di altro paese del nostro; giusto per quanto potrò senza essere indulgente coll’errore o strisciante innanzi la fortuna, o acerbo cogli avversari».

«Per me il vizio felice o sventurato resta vizio sempre, la virtù vincitrice o calpesta rimane sempre virtù. Nulla spero da alcuno perché non mi lascio cortigiano di alcuno; nulla temo perché non cerco vendetta, né voglio sfogare rancori. Mi avverrà perciò di sentirmi accusare dagli uni come timido, dagli altri come iroso; non curerò cotali accuse, dacché convinto d’aver detto quanto mi parve vero, ho la coscienza tranquilla né il parteggiare di sette o di divisioni politiche mi fu mai di guida».