Francia, non solo laicité. La testimonianza di Jean Madiran

Tempi 29 agosto 2013

Storia e opere di un saggista cattolico fiero oppositore del comunismo e delle sue infiltrazioni nella Chiesa

di Giuseppe Brienza

È morto il 31 luglio scorso in Francia, a 93 anni, Jean Madiran, filosofo, saggista e giornalista cattolico, esempio di impegno politico e culturale contro il comunismo in anni difficilissimi e, dopo il 1989, protagonista della difesa dell’Occidente contro l’invasione islamista.

Nell’epoca del post-Concilio, all’insegna della fedeltà alla tradizione cattolica, Madiran ha condotto una vigorosa campagna di denuncia dell’infiltrazione neo-modernista al di fuori ed all’interno della Chiesa, con decisi articoli pubblicati sia sulla rivista internazionale “Itinéraires” (1956-1997) sia sul quotidiano “Présent” (1982-2013), entrambi da lui fondati e diretti.

Per la sua costante difesa della Messa tradizionale, le esequie di Madiran sono state celebrate, il 5 agosto, con il Rito romano antico, a Versailles, nella chiesa di Notre-Dame de l’Armée.

L’OPERA. Autore di una quarantina di opere che vanno dalla teoria politica (come Les deux démocraties o Une civilisation blessée au coeur), alla filosofia classica (come il suo Gilson, «Chroniques philosophiques» o Le principe de totalité), Madiran non ha avuto in Italia grande risonanza a motivo soprattutto del complesso d’inferiorità nutrito dalla gran parte della cultura cattolica italiana rispetto al marxismo.

Infatti da un editore politico come Giovanni Volpe è stato pubblicato nel 1972 il saggio più noto ed interessante, L’eresia del XX secolo, mentre va detto che, di recente, la sua opera storico-politica è stata ripresa con la traduzione dei due saggi «L’accordo di Metz». Tra Cremlino e Vaticano (Editore Pagine, Roma 2011, pp. 112, € 13), sul Concilio Vaticano II, e La destra e la sinistra (Fede & Cultura, Verona 2013), sulle ideologie del XX e XXI secolo.

L’ANTI-COMUNISMO “TEOLOGICO”. Tra le numerose opere che testimoniano della grande battaglia anti-comunista dello scrittore francese, va ricordata soprattutto La vieillesse du monde (1966), una delle più penetranti analisi di quegli anni del marxismo, e di contestuale denuncia dell’appoggio fornito ai partiti comunisti dal progressismo cattolico attraverso sistematiche opere di disinformazione e manipolazione delle coscienze condotte sui vari media.

Del resto, Madiran ha sempre affermato al proposito che la vera tragedia in Europa non è stata il comunismo quanto la mancata resistenza ad esso che, come nei secoli della scristianizzazione (XVI-XX), ha ammaliato come ennesima utopia l’anima dell’uomo moderno (cfr. il suo saggio I cristiani di fronte all’utopia del comunismo, in Nova Historica, anno II, n. 7, Roma ottobre-dicembre 2003, pp. 56-63).

SUL CONCILIO VATICANO II. Osservando la storia dei rapporti tra la Chiesa cattolica e il comunismo, Madiran evidenzia il contrasto tra l’atteggiamento che la prima dimostrava inizialmente, con aperte parole di condanna e la scomunica comminata a chiunque collaborasse con il secondo, e la mancanza di una critica di qualsivoglia natura proprio durante i lavori del Concilio Vaticano II, che già dal momento del suo annuncio era destinato a divenire uno degli avvenimenti più importanti del XX secolo.

Negli articoli raccolti e pubblicati per la prima volta in italiano nel volume L’accordo di Metz, egli dimostra come parte della Chiesa cattolica cadde in una vera e propria trappola, tesagli da Nicodemo, «portavoce» della Chiesa Ortodossa e, a causa del periodo storico, agente del regime comunista, che chiese per assistere al Concilio la condizione che non vi siano «dichiarazioni ostili al Paese che amiamo», ovvero l’URSS. Da questa richiesta nacque l’accordo che, come è intuibile dal titolo del libro, venne stabilito a Metz, in Francia.

RISCOPERTA DEL DIRITTO NATURALE. Madiran rappresentò eco fedele del magistero della Chiesa per la sua ri-proposizione, nell’ambito filosofico e socio-politico, dei tradizionali principi dell’ordine naturale e cristiano, perché contro le eresie del XX secolo andavo ribadito che il diritto naturale non era altro che l’espressione della coscienza collettiva dell’umanità. Questa proposizione aveva quindi come corollario inevitabile quello dell’esistenza di una legge naturale (morale) oggettiva, promulgata da Dio e inscritta nella natura dell’uomo.

Come però ebbe a scrivere nell’Eresia del XX secolo «nessuno ha mai preteso di trovare “tutte le soluzioni dei problemi posti dalla vita in società nella teoria del diritto naturale”. Questa è una caricatura, arbitrariamente forgiata per la comodità del discorso. Ciò che è stato affermato è invece che il principio di tutte le soluzioni sociali si trova effettivamente nel diritto naturale» (p. 166).

Madiran andrebbe riproposto oggi, soprattutto ai francesi, come uno dei maestri della generazione post-seconda guerra mondiale e post-Sessantotto. Autore controcorrente e fustigatore della laïcité, la sua opera rimane a testimonianza della fedeltà di molti ad un pensiero (ed un cattolicesimo) che hanno dato vita all’unica vera civiltà da ammirare e recuperare, pur aggiornandola alle conquiste di oggi, quella della cristianità che ebbe nella sua patria proprio i propri natali. Proprio un 25 dicembre, dell’anno 800…