Siamo arrivati al nocciolo della questione

omosexNuova Bussola Quotidiana, 9 agosto 2013

di Riccardo Cascioli

C’è un dato che  emerge chiarissimo dal dibattito  parlamentare dello scorso 5 agosto, soprattutto da alcuni interventi, ed è  quello che La Nuova BQ afferma da tempo.  Ovvero che al fondo della legge  sull’omofobia non c’è tanto il problema della  violenza e della  discriminazione contro le persone omosessuali, quanto il  tentativo di  affermare l’omosessualità come un dato naturale, come una delle  opzioni possibili previste in natura. La pari dignità non risiederebbe dunque nel  fatto di essere persone, ognuno fatto a immagine e somiglianza di Dio, ma   nel riconoscimento delle diverse opzioni sessuali e affettive.

Sta proprio qui il nocciolo vero della questione, e non a caso La Nuova BQ è stata citata nel dibattito parlamentare nell’articolo di Tommaso Scandroglio che  meglio chiarisce – alla luce del
Magistero – questo punto. La lunga citazione è  stata fatta dall’on. Ileana Piazzoni, di Sinistra Ecologia e Libertà, che dopo  aver descritto il nostro quotidiano come “sito web legato ai più retrivi  ambienti cattolici” ha di fatto etichettata come omofobica questa pretesa di affermare che l’omosessualità non è una opzione presente in natura, ma un  disordine oggettivo, come dicono il Catechismo della Chiesa cattolica e anche  tanti psicologi che mettono la verità prima del tornaconto professionale.

E’ per  questo motivo che è stata fatta la scelta di incardinare le disposizioni contro  l’omofobia nella Legge Mancino-Reale, perché parificando l’omofobia al razzismo  si pone l’omosessualità sullo stesso piano di un dato naturale (la razza).

Ed è esattamente quello che il più volte citato documento della Congregazione per la  Dottrina della Fede, già nel 1992 condannava: “La «tendenza sessuale» non  costituisce una qualità paragonabile alla razza, all’origine etnica, ecc.  rispetto alla non discriminazione.

Diversamente da queste, la tendenza  omosessuale è un disordine oggettivo e richiama una preoccupazione morale”.   Prendiamo atto che invece per il professor Francesco D’Agostino –  nell’editoriale del 6 agosto su Avvenire, cui dedica un commento ad hoc Mario Palmaro – omofobia e razzismo sono da considerare sullo stesso piano per via  della comune “vaghezza concettuale” e “carica ideologica”.

Tesi legittima, per  carità, ma scrivendo sul quotidiano ufficiale della Chiesa italiana si dovrebbe  avere almeno la correttezza di avvertire il lettore che il  Magistero si è finora  espresso in tutt’altro modo. Non è questa una sottigliezza, perché proprio da  questa premessa sulla natura discende la convinzione di D’Agostino che una legge  sull’omofobia non solo sia accettabile ma addirittura opportuna.

Noi crediamo  invece esattamente il contrario: lasciar passare l’idea che l’omosessualità sia  una natura – al pari dell’eterosessualità, termine peraltro che ha senso solo  all’interno di una cultura omosessualista – significa partecipare attivamente a  quel progetto diabolico di distruzione del piano divino che papa Benedetto XVI  ha chiaramente denunciato nel famoso discorso alla Curia Romana del 21 dicembre  2012, indicando l’ideologia del gender come una delle più gravi sfide che la  Chiesa ha di fronte.

L’affermazione di una naturalità dell’omosessualità nega  quel “Maschio e femmina lo creò” che è all’origine dell’avventura umana e nega l’identità propria della persona umana. L’ideologia del gender, diceva Benedetto  XVI, nega l’uomo e nega Dio. E, come sottolineammo già allora, non si riferiva  soltanto a un pensiero esterno alla Chiesa, ma a una ideologia che si è ormai  radicata anche nel mondo cattolico, consapevolmente o meno.

Ciò che quindi una  qualsiasi legge sull’omofobia colpirà è proprio la pretesa di affermare che  l’omosessualità non è nella natura dell’uomo. Sarà proibito affermare la realtà.  Forse, per qualche tempo, potrà essere tollerato chi si opporrà al  riconoscimento del matrimonio fra persone dello stesso sesso, ma non ci sarà  spazio alcuno per affermare che la natura prevede solo maschio e femmina.

Si  potranno eventualmente tollerare – ma solo per un po’ di tempo – le intemperanze  verbali di San Paolo, ma sarà proibita la Genesi. E’ per questo che non può  essere accettabile nessuna legge che introduca il reato di omofobia.