Augusto Del Noce profeta dell’Italia nichilista

Abstract: Augusto Del Noce profeta dell’Italia nichilista; la sua figura  continua a destare interesse a più di trent’anni dalla sua morte. Oggi più che allora. Non è difficile scorgerne il motivo: le sue idee, sicuramente minoritarie e in controtendenza negli anni della sua vita, si sono dimostrate sempre più valide per la comprensione di un mondo contemporaneo che è voluto rapidamente. È come se Del Noce avesse intuito in anticipo quelle linee di tendenza che hanno finito per delineare, non limitandosi a riportare una società post cristiana pienamente “secolarizzata” come la nostra attuale. Di fronte a questa società, egli si è posto in maniera critica

Libero, 19 Gennaio 2023 

Così Del Noce profetizzò l’Italia del vuoto

Un libro raccoglie tutti gli articoli dell’intellettuale che previde l’avvento di una società dove l’efficienza diventa nichilismo

di Corrado Ocone

La figura di Augusto Del Noce continua a destare interesse a più di trent’anni dalla sua morte. Oggi più che allora. Non è difficile scorgerne il motivo: le sue idee, sicuramente minoritarie e in controtendenza negli anni della sua vita, si sono dimostrate sempre più valide per la comprensione di un mondo contemporaneo che è voluto rapidamente.

È come se Del Noce avesse intuito in anticipo quelle linee di tendenza che hanno finito per delineare, non limitandosi a riportare una società post cristiana pienamente “secolarizzata” come la nostra attuale. Di fronte a questa società, egli si è posto in maniera critica, non limitandosi a riproporre il cattolicesimo ma anche riproponendone una versione non edulcorata, cioè a sua volta secolarizzata, come quella che ha corso in buona parte della stessa Chiesa cattolica.

Questa sua “inattualità” serve non poco accogliere aspetti del nostro tempo spesso oscurati dalle retoriche ufficiali o accreditate. Ed è una inattualità che deve continuamente confrontarsi con il mondo reale e i suoi problemi, essendo solo questo il terreno di prova della metafisica che ad essa sottesa. Alto e basso, o se preferite metafisica e quotidianità vissuta, filosofia e politica, si devono per Del Noce tenere Uniti necessariamente in modo stretto.

Non può quindi meravigliare che sia quasi unico un caso come quello di Del Noce, cioè di «un filosofo di altissimo livello che si è impegnato per più di cinquant’anni a scrivere su riviste e quotidiani» la pubblicistica, cioè la riflessione sui problemi di tutti, non era un optional ma una esigenza della stessa sua filosofia.

QUINDICI ANNI

Lo nota Marco Brignone che ha curato, per l’editore Cangemi un poderoso tomo che raccoglie tutti gli articoli (172 per la precisione) scritti dal filosofo sul quotidiano Il Tempo ( che fu quello con cui collaboro in modo più assiduo e continuo) negli ultimi 15 anni della sua vita: Filosofia politica e cultura dei valori scritti su il Tempo (1970-1990) pp. 845, euro 44.

Quelli in cui Del Noce scriveva questi articoli erano gli anni della contestazione e, in generale, del revival marxista che aveva in Italia contagiato un’ampia fetta anche della borghesia vecchia e nuova. In pochi, in quel momento, colsero la solidarietà di fondo che univa il neo marxismo al dispiegarsi della tecnica e del libero mercato eppure entrambi, scriveva Del Noce, possono essere considerati i rami dell’albero dell’ateismo: non credono in una trascendenza soprannaturale e quindi in un limite che l’uomo debba porsi nel sostituirsi a Dio.

L’uomo moderno non si pone più le domande sul senso ultimo delle cose, e quindi anche sul suo posto nel mondo e sulla sua identità. Tutto viene ridotto a utilità pratica e razionalità economica, con il risultato paradossale che ove tutto è razionalizzabile la ragione non ha più fini a sé estrinseci e poggia sul nulla: «il fine – scrive in un articolo del 26 ottobre 1976 -scompare rispetto all’efficienza, l’efficienza privata di finalità coincide con quello che vien detto nichilismo».

EUROCOMUNISMO E PCI

Ritornano in queste pagine i temi classici del pensiero di Del Noce l’incompatibilità di cristianesimo e marxismo, il fascismo come perfettamente integrato nella modernità ateistica, la rivoluzione come progetto nichilistico, la critica al radicalismo e all’azione mismo visto come un supporto all’ideologia comunista, la necessità per l’Italia di una cultura nazionale e di un partito conservatore.

Interessante è però vedere come essi sono politicamente declinati: Del Noce non crede, ad esempio, nelle conversioni euro comuniste del Pci di Berlinguer: «il successo comunista – scrive il 26 luglio 1983 – non potrebbe oggi coincidere, indipendentemente da quelle che possono essere le intenzioni dei suoi dirigenti, con la neutralizzazione morale e civile dell’Italia: l’inverso del risorgimento, la sua fine».

Franco Rodano

E ancora: «non fa comodo all’Urss un’Italia pervasa dallo spirito rivoluzionario, ma un’Italia moralmente neutralizzata che attraverso pacifismo e moralismo appoggi l’espansionismo della Russia». Implacabile critico Del Noce e poi dei cattocomunisti alla Franco Rodano in genere dei cattolici progressisti. «Il moderatismo di sinistra proposto oggi da certi cattolici-scrive il 17 novembre 1976 Apri la via a compromessi rovinosi; esprime una cultura che propone vasi di coccio da fare coesistere con i vasi di ferro della cultura comunista o della cultura laico radicale».

Sono solo assaggi questi di ciò che si trova nel libro: una vera miniera! In questo si trovano facili risposte, ma una analitica disamina della “società del vuoto” che, dice il filosofo, non si sa dove ci porterà. Qui c’è tutto Del Noce, e non un Del Noce “minore”. Per quanto la forma giornalistica aiuti parecchio il lettore poco avvezzo alla metafisica.