Le nuove imposizioni verdi dell’Unione europea

Abstract: le nuove imposizioni verdi dell’Unione europea contenute nel Green deal che ci dice come dobbiamo vestirci, cosa dobbiamo mangiare e come trattare gli animali. Una follia ambientalista e animalista che si sta imponendo sempre di più e che con il controllo digitale della moneta non ci lascerà scampo

La Verità Giovedi 20 ottobre 2022

L’U.E. studia nuovi diktat verdi.

In agenda, welfare animale

e le regole su come mangiare

Presentato il Programma 2023 della Commissione: il Green deal si allarga al cibo e pure ai vestiti. E con l’euro digitale sarà più semplice imporre obblighi dall’alto

di Sergio Giraldo

Mentre è alle prese con tetti fasulli ai prezzi del gas e fumosi regolamenti da sottoporre a infinite e arcane procedure, la Commissione europea trova anche il tempo di pubblicare il proprio programma di lavoro per il 2023. Del resto, con oltre 32.000 stipendiati non dovrebbe essere difficile sfornare prodotti burocratici.

Il programma, dal titolo Una Unione salda e coesa, consta di una quarantina di pagine, allegati compresi e illustra attività e priorità dell’esecutivo di Bruxelles per l’anno prossimo. Come recita il comunicato stampa di presentazione, il piano di lavoro «contiene 43 nuove iniziative politiche in tutte e sei le ambizioni (sic) principali degli orientamenti politici della presidente Ursula von der Leyen, sulla base del suo discorso sullo stato dell’Unione del 2022 e della sua lettera di intenti».

La frase appena citata contiene tre rimandi ad atti precedenti (gli orientamenti, il discorso e la lettera), sicché si capisce come una delle maggiori preoccupazioni a Bruxelles sia quella di generare documenti che si rifanno a documenti precedenti, creati al solo scopo di essere richiamati successivamente da altri documenti, in un via vai spazio-temporale di riferimenti incrociati, la cui ricostruzione a posteriori può causare labirintite acuta. Ma, a parte questa nota di colore (grigio come il cielo di Bruxelles), è sui contenuti del programma che un lettore dovrebbe concentrarsi …

La prima ambizione, termine cardine della neo-lingua unionista, è il Green deal, che nel 2023 verterà sul cibo, sulle piante, sugli animali e sul suolo… 

Le altre terrificanti cinque ambizioni riguardano digitale, regole economiche interne, un’Europa più forte nel mondo, la promozione dello stile di vita europeo e, infine, una nuova spinta per la democrazia europea. Ognuna di queste prevede le più varie iniziative, che arrivano al minuto dettaglio. Citiamo per dovere di cronaca gli allarmanti titoli: mondi virtuali, corruzione, abusi sessuali, influenze straniere nei processi democratici, salute mentale, aeroporti, spazio, sicurezza marittima, brevetti e, naturalmente, l’euro digitale.

Gabbie vietate

Tornando alla prima delle sei ambizioni europee per il 2023, il welfare animale riguarda il divieto di allevare in gabbia galline, maiali, vitelli, conigli e altri animali da allevamento entro il 2027 in tutta 

l’Unione, garantendo che tutti i prodotti importati nell’Ue rispettino i futuri standard senza gabbia. Ridurre gli scarti alimentari significa disincentivare lo spreco e incentivare il riutilizzo (in Italia si fa il polpettone, o la frittata di pasta: ma che ne sanno in Belgio?). Cibo sostenibile? È un argomento trasversale, poiché riguarda le politiche agricole, la salute, la legislazione sul cibo, sul suolo, l’allevamento, la pesca, le acque, il commercio, i rifiuti e chissà quanti altri settori dell’umano vivere. 

Ridurre gli sprechi, trattare meglio gli animali, mangiare meglio sono obiettivi nobili, ci mancherebbe altro. Andrebbe però chiarito cosa significa «meglio»: se significa mangiare farina di insetti, è difficile essere d’accordo e va in tutti i modi salvaguardata la libertà di non farlo. Ma il punto è un altro, o meglio, i punti sono due e riguardano il metodo, oltre che il merito

Il primo: un’istituzione sovranazionale, sedicente liberale, il cui eclatante deficit democratico è reso evidente dalla totale mancanza di responsabilità politica, che nasce per garantire un mercato interno efficiente, si sta trasformando in un moloch che regola tutto e vigila occhiuto su ogni aspetto della vita delle persone. Dall’istituzione che attua il libero commercio internazionale tra Paesi liberi stiamo passando a un super Stato etico, che stabilisce cosa è giusto e cosa no, imponendo un supposto interesse superiore collettivo sulla base di orientamenti politici e valoriali decisi da non si sa chi. Quando è avvenuto questo passaggio? Chi e come ha dato o dà legittimità all’operato di un’entità incontrollabile dai cittadini, sui quali poi ricadono obblighi e doveri?

I contanti 

Il secondo punto: l’uso di strumenti tecnologici trasformerà inevitabilmente il perseguimento di quel supposto interesse collettivo superiore in diretta negazione della libertà. L’euro digitale a cui sta lavorando la Bce di Christine Lagarde è il perfetto strumento per assicurare che una regola sia rispettata. Se si vuole proibire un comportamento, basta rendere impossibile usare la moneta digitale per acquistare beni o servizi a quello legati …

La tanto invocata abolizione del denaro contante, dietro lo stendardo della lotta all’evasione fiscale, serve in realtà a questo: rendere la moneta digitale guardiano della condotta dei singoli. Il portafoglio di ciascuno sarà in realtà un insieme di vincoli e sarà quello a decidere se e come potremo spendere i nostri soldi, orientando scelte, consumi, comportamenti. Uno scenario peggiore di qualunque fantasiosa distopia da romanzo, perché ormai imminente.

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