“Per i voti e l’odio dell’uomo bianco, la sinistra si è alleata con l’Islam”

Alain Finkielkraut

Newsletter di Giulio Meotti

5 Giugno 2022 

L’intervista al filosofo Alain “Scommette sul cambiamento demografico dell’immigrazione”. In Svezia per la prima volta 1 milione di stranieri alle urne. Stessi patti ovunque in Europa

di Giulio Meotti

Non è un complotto. I voti in politica si cercano dove si trovano e il “cambiamento demografico” è uno dei grandi bacini elettorali assieme ai pensionati del baby boom. Un tempo portavoce della classe operaia, la sinistra in tutta Europa oggi i voti li cerca nell’immigrazione. Di questo parla Alain Finkielkraut, filosofo ebreo e fra i maggiori intellettuali parigini, “immortale” dell’Accademia di Francia, autore de L’identità infelice, in questa intervista a Le Figaro apparsa questa settimana.

Jean-Luc Mélenchon

Dopo aver ottenuto una svolta al primo turno delle presidenziali, Jean-Luc Mélenchon ha concluso un accordo per unire ecologisti, socialisti e comunisti… Il suo successo cosa significa?

Alla sua domanda, Jean-Luc Mélenchon ha risposto senza mezzi termini. Era il 2019, durante un incontro nell’ormai ‘sensibile’ città di Épinay: ‘Non ho paura di dirlo, quelli che vedi in questi quartieri sono la nuova Francia. Quello su cui faremo affidamento per costruire e fare tutto quello che c’è da fare in questo Paese domani, per cambiare tutto’.

Senza lesinare sulla demagogia, il leader de La France insoumise ha ripreso le aspirazioni, le avversioni e le ossessioni di questa ‘nuova Francia’. Più recentemente, Mélenchon ha attaccato il ‘branco razzista’.

La France insoumise è, nell’era della mistificazione generalizzata del vocabolario, il nome dato alla Francia soggetta all’islamismo, giudeofobia inclusa. Per fede? No e forse è peggio: per clientelismo. Resta da sperare che si tratti di un errore di calcolo e che lo pagheranno alle urne.

Il radicalismo di ieri era esclusivamente anticapitalista e vedeva nel suffragio universale uno strumento per disarmare, atomizzandola, la classe operaia. Il radicalismo oggi è prima di tutto comunitario. Si affida al cambiamento demografico che la Francia sta vivendo per ottenere il potere.

Mélenchon celebra la creolizzazione del nostro paese. La fine della storia, secondo Mélenchon, non è la società senza classi, è il grande miscuglio e l’uniformità del consumatore planetario. Benevolenza per l’islamismo, frenetico antiamericanismo e promessa di americanizzazione sono i tre ingredienti del cocktail che La France insoumise vuole che il popolo francese ingoi. Con l’infinita estensione del dominio del razzismo, la vita politica e intellettuale diventano totalmente irrespirabili.

Cosa la ispira la vicenda del burkini a Grenoble? Cosa rivela sugli ambientalisti?

Gli ambientalisti vogliono essere femministi e associano la giustizia climatica e quella che chiamano ‘giustizia di genere’. Per protestare contro l’invisibilità delle donne in lingua francese, praticano la scrittura inclusiva e, allo stesso tempo, si schierano con il ‘burka de bain’, che rende invisibile il corpo ‘osceno’ delle donne. In nome dell’antirazzismo e della lotta alla discriminazione, questi implacabili distruttori dell’uomo bianco si attengono alle ingiunzioni dell’Islam.

Cosa ne pensa degli eventi allo Stade de France?           

Quando Jean-Pierre Chevènement ha parlato di selvaggi, è stato messo alla berlina dai rappresentanti dell’antirazzismo ufficiale. Alla luce di quanto sta accadendo, soprattutto nel mondo del calcio, diventa impossibile negare la ferocia della nostra società. Quanti poliziotti, gendarmi e soldati saranno necessari a Parigi nel 2024 affinché i Giochi Olimpici si svolgano senza intoppi? La convivenza è un’illusione, l’oscurità vince…

La prognosi di Alain Finkielkraut è vera ovunque in questi giorni si guardi in Europa.      

  • Svezia. Su una popolazione di 10 milioni di persone, si stima che per la prima volta più di 1 milione di residenti nati all’estero potrà votare alle prossime elezioni che si terranno entro la fine dell’anno e gli immigrati tendono a votare principalmente per un partito specifico, vale a dire i Socialdemocratici al potere. Il nuovo numero di elettori nati all’estero è di ben 200.000 in più ispetto alle ultime elezioni, secondo un rapporto dell’emittente Sveriges Radio. Henrik Ekengren Oscarsson, professore di scienze politiche, ha commentato i modelli di voto dei nati all’estero: “Un voto chiaramente rosso”. Nelle ultime elezioni, i Socialdemocratici hanno ricevuto il 38 per cento dei voti tra gli elettori nati all’estero, il dieci per cento in più rispetto al 28 per cento del loro voto complessivo.              
  •  In Italia il Partito Democratico in questi giorni propone lo Ius Scholae, uno Ius Soli mascherato, legando la cittadinanza non più alla semplice nascita sul suolo italiano, ma al percorso scolastico di cinque anni.         
  • Spagna. Il partito di sinistra Podemos ha chiesto questa settimana di soddisfare i “diritti politici” degli immigrati che attualmente non hanno un diritto di voto riconosciuto, come nel caso dei marocchini. La formazione politica, parte della coalizione di sinistra al potere, ha anche chiesto la regolarizzazione di mezzo milione di migranti irregolari. Scrive OK Diario: “Podemos sta cercando di rivitalizzare le sue aspettative elettorali nel terreno di voto dell’immigrazione”. Già il Partito socialista aveva tentato di approvare una legge che avrebbe consentito a più di 500.000 marocchini residenti in Spagna di votare alle elezioni municipali. La misura avrebbe assicurato il controllo socialista su tutte le città spagnole con significative minoranze musulmane. Il provvedimento è stato fatto deragliare nel novembre 2011, quando, alle elezioni generali, i Socialisti sono stati estromessi dal potere. Adesso ci riprovano.         
  • In Norvegia, dove governa il Partito Laburista, musulmani e minoranze sono diventate una forza importante in Parlamento. “Il Partito Laburista ha il maggior numero di parlamentari eletti di origine immigrata”.                
  •  Belgio. 25 su 89 membri del Parlamento di Bruxelles non sono di origine europea. “A Bruxelles i politici hanno scommesso sui musulmani conservatori”, dice a La Libre di questa settimana Djemila Benhabib, scrittrice e attivista. “Il Partito Socialista, gli Ecologisti e il Partito del Lavoro stanno combattendo ferocemente per questo elettorato”. La questione del benessere degli animali è appena tornata alla ribalta al Parlamento con un disegno di legge che propone di rendere obbligatorio lo stordimento dell’animale prima della macellazione. Spiega Le Point che “per calcoli elettorali i due principali partiti, il Partito Socialista e gli Ecologisti, che si contendono il primo posto a Bruxelles per le elezioni che si terranno nel 2024, sono contrari. Perché a Bruxelles metà dell’elettorato del Partito Socialista è musulmano”. E la vicepresidente degli Ecologisti è musulmana.              
  • Il Labour in Inghilterra rischia di perdere metà del suo elettorato musulmano insistendo su una agenda woke e pro-gender.                    
  • Germania. Una ricerca di MedienDienst Integration ha rilevato che 83 parlamentari del Bundestag tedesco hanno origini straniere. Il numero di parlamentari dei Socialdemocratici al potere che hanno origini immigrate è passato dal 10 per cento al 17 per cento in una sola elezione.                    

Ha appena osservato sul settimanale Marianne l’antropologa belga Florence Bergeaud-Blackler che ovviamente questo non rende Mélenchon in Francia, Podemos e Socialisti in Spagna, il PD in Italia, i Socialisti e gli Ecologisti in Belgio, i Socialdemocratici in Germania e in Svezia, dei partiti islamisti, “ma dei partiti ‘cuculo’. Come il cuculo che cova le uova nel nido di un uccello di un’altra specie, un partito cuculo protegge idee che non sono le sue. I Fratelli Musulmani hanno una strategia che hanno espresso nei loro piani degli anni ’80: formare un’alleanza con i partiti più docili per diffondere le loro idee”.

I “partiti cuculo” hanno fatto il nido in tutta Europa e anche quella “ufficiale”, l’Unione Europea, come volto per l’“anno europeo dei giovani” ha appena scelto una ragazza velata. La Vecchia Europa sta finendo. Quella “nuova” è in costruzione.