Il grande flop del fotovoltaico

fotovoltaicometeoclima portale di ricerca metereologica e climatica Lunedì 22 Marzo 2010

Franco Battaglia (*)

Tutte le classi del liceo che frequenta mia figlia – e che sarebbe quello meglio rinomato di Modena, quanto a serietà di studi e professionalità del corpo docente – al momento del corso di educazione fisica prendono un apposito autobus e vengono portati in adatta palestra: quella della scuola pare sia inagibile. Non ho idea di cosa succeda nelle scuole meno rinomate. A Modena hanno grane non solo le scuole, ma anche il Comune: è di pochi giorni fa la lamentela pubblica del Sindaco, che piangeva miseria perché, a suo dire, il governo centrale gli sarebbe debitore di euri 20 milioni
Se fosse vero, e se avessi voce in capitolo, inviterei il governo a non dargli un centesimo, visto come li sperpera: Comune (ma anche Provincia di Modena, nonché Regione Emilia-Romagna) stanno allegramente bruciando denaro dei contribuenti per decine di milioni di euri per installare impianti fotovoltaici sui tetti delle scuole.

Magari le stesse che hanno le palestre inagibili. È proprio di questi giorni la notizia che la Provincia di Modena intende devolvere, per quegli impianti, proprio 20 milioni. Ho provato a far loro presente che anche un solo euro sarebbe denaro pubblico sperperato. Sono stati cortesi e mi hanno risposto: non glie ne importa nulla, dicono. E poi, incalzano, se lo fanno in Germania, perché non dobbiamo imitarli?

Ora, a parte il fatto che la produzione elettrica tedesca è per il 55% da carbone e per il 30% da nucleare, per cui ce ne sarebbe di strada da fare prima di pretendere di imitare la Germania, proprio il fotovoltaico tedesco è la prova provata – se mai ci fosse stato bisogno di tale prova – del fallimento di questa tecnologia. Pensate, la metà della potenza fotovoltaica mondiale è installata in Germania, ma dal fotovoltaico quel Paese ci ricava meno dello 0.5% dell’energia elettrica che consuma.

«Molti miliardi per nulla» è il titolo di un recente articolo ove il quotidiano Die Zeit, riportando la notizia di uno studio del Rhineland-Westphalia Institute for Economic Research di Essen, così scrive: «Le installazioni di nuovi moduli fotovoltaici nel solo anno 2009 sono costati ai consumatori oltre 10 miliardi di euri. E questo per immettere sulla rete elettrica all’incirca lo 0.3% della domanda nazionale, praticamente nulla».

Quello studio ha sottolineato come 1) l’indotto industriale legato al fotovoltaico svanisce non appena si esaurisce il meccanismo degli incentivi; 2) la tecnologia non mitiga, ma aggrava, il problema della sicurezza degli approvvigionamenti, visto che il back up di questi impianti intermittenti viene assicurato da centrali a gas, cosa che ha comportato un aumento delle importazioni di gas dalla Russia; e, 3) coi 77 miliardi che si vorrebbero impegnare in questo settore, si potrebbero costruire impianti nucleare che assicurerebbero un output 35 volte maggiore.

cose che il prestigioso istituto di ricerca economica tedesca ha ora scoperto noi, in verità, le ripetiamo da dieci anni. E siccome, a quanto pare, repetita iuvant…, non possiamo che insistere.

La specialissima modalità con cui l’umanità si serve dell’energia rende assolutamente inutile quella erogata dal vento e dal sole. Noi abbiamo bisogno di energia qui, ora, e con la potenza desiderata: per soddisfare questo nostro bisogno decidiamo noi dove, quando e quanto carbone o gas o uranio bruciare. Invece, il sole brilla a proprio piacimento.

Tecnicamente, il concetto si esprime dicendo che l’umanità ha bisogno di potenza, mentre invece si insiste, sbagliando, a voler dare importanza alla parola “energia”. Né bisogna confondere potenza con possanza, e sbagliare dicendo: il sole forse non andrà bene per muovere un eurostar, ma magari va bene per i bisogni domestici.

No: il sole non va – né mai andrà – bene neanche per accendere una lampadina dell’albero di Natale. Il fatto è tecnico. Dovremmo smetterla di installare impianti fotovoltaici, anche se fossero gratis: sono inutili.

Ma gratis non sono. Qualche buontempone ama ripetere che il nucleare è economicamente non conveniente. Facciamo i conti della serva (assumendo, per comodità di calcolo, che il kWh sia quotato 10 centesimi alla Borsa elettrica): un reattore nucleare Epr (del tipo di quelli che stanno costruendo in Francia o Finlandia) richiede un impegno economico di euri 5 miliardi, ma alla fine della sua vita certificata avrà prodotto 1000 miliardi di kWh elettrici, con un ricavo di euri 100 miliardi. Gli stessi 5 miliardi, impegnati in impianti fotovoltaici, produrranno, nell’arco di vita di questi impianti, 30 miliardi di kWh elettrici, con un ricavo di euri 3 miliardi, cioè con una perdita secca di euri 2 miliardi.

Solo così si spiega come mai il kWh elettrico, che alla borsa elettrica è quotato meno di 10 centesimi, è remunerato 48 centesimi a chi lo produce da impianti fotovoltaici. A me sorge spontanea questa domanda: ma alla Corte dei Conti c’è qualcuno che li fa i conti?

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(*)  Franco Battaglia ha conseguito in Italia la laurea in Chimica e negli Stati Uniti il Ph.D. in Chimica-Fisica. Ha svolto ricerca in questo campo all’estero per 7 anni: un anno in Germania, al Max Planck Institut (Gottingen), e 6 anni in USA, all”University of Rochester (Rochester, NY), alla State University of Nework at Buffalo (Buffalo, NY) e alla Columbia University (New York, NY).

In Italia ha svolto ricerca nelle università di Roma (Tor Vergata e Roma Tre), della Basilicata e di Modena, dove è attualmente docente di Chimica Ambientale. Ha pubblicato numerosi lavori e alcuni libri, tra cui: Lecture Notes in Classical and Quantum Physics (Blackwell, Oxford, 1987) e Fundamentals in Chemical Physics (Kluwer, London, 1998). E stato coordinatore del comitato scientifico dell’Agenzia Nazionale Protezione Ambiente (2001-02), e life member de’American Physical Society, ed è membro de’Editorial Board dell’International Journal of Theoretical Physics, Group Theory and Nonlinear Optics.

E’ anche membro del Nongovernative International Panel on Climate Change (NIPCC), un comitato internazionale che, valutando la stessa letteratura scientifica a disposizione dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) e pervenuto alla conclusione opposta, e cioè: La Natura, non l’attività delI’uomo, governa il clima, che è anche il titolo del rapporto-NIPCC di cui Battaglia è coautore.

Ha pubblicato, con presentazione di Umberto Veronesi, Elettrosmog: un’emergenza creata ad arte (Leonardo Facco e 21mo Secolo editori, 2002) e, con presentazione di Silvio Berlusconi. L’illusione dell’Energia dal Sole (21mo Secolo editore, 2007). E’ stato l’ispiratore dell’Associazione Galileo 2001 per la liberta e dignità della scienza, di cui è cofondatore, ed è editorialista del Giornale