Politiche per la famiglia nella Russia di Putin

le politiche per la famiglia  nella Russia di PutinAbstract:  le politiche per la famiglia nella Russia di Putin prevedono forti incentivi per  aiutare i russi a fare figli. Una necessità non solo sociale ma anche strategica, per un paese immenso che confina con oltre un miliardi di cinesi che hanno messo da tempo gli occhi sulla Siberia

Informazione Cattolica  27 Settembre 2021 

Politiche per la famiglia, i fatti di Putin, le chiacchiere della sinistra

Per fare fronte al calo demografico in Russia dal 2007 il Matcap da’ ai genitori che fanno figli una cifra pari quasi al loro reddito annuale procapite

a cura di Pietro Licciardi

Mentre l’Europa invecchia e l’Italia muore a causa del drammatico crollo demografico le sinistre nostrane non trovano niente di meglio da fare che rendere sempre più libero l’aborto, diventato molto più facile oltre che clandestino con l’introduzione delle “pillole del giorno dopo”, e raccogliere firme per assassinare gli anziani non più produttivi. Se qualcosa poi si decidono a dare alle famiglie per convincerle a fare figli questo avviene dopo asperrime battaglie condotte da chi alla famiglia ci tiene davvero, le quali quasi sempre si concludono con la concessione di qualche briciola. Piuttosto si preferisce stendere tappeti rossi davanti a chi i figli se li compra: all’estero dalle nuove schiave dell’utero in affitto, o in cliniche per la fertilità.

Tuttavia c’è chi la questione demografica l’ha presa sul serio, come Vladimir Putin, che dal 2007 ha messo in atto una forte politica natalista.

La Russia ha avuto sempre un problema di popolazione, essendo il paese più esteso del mondo: oltre 17 milioni di chilometri quadrati, il 12% delle terre emerse del pianeta, con una popolazione che però è meno del 2% di quella mondiale, mente ad oriente confina con il paese più popoloso del mondo, la Cina. Sin dai tempi di Pietro il Grande infatti la questione della difesa dei confini siberiani e sud-orientali ha rappresentato un bel rompicapo, come la colonizzazione dei territori semideserti  oltre gli Urali, nel Grande Nord e nel lontano Est.

A questo hanno posto parzialmente rimedio Lenin e Stalin i quali hanno deportato milioni di disgraziati ai lavori forzati nei gulag, costringendoli a vivere in quei luoghi anche dopo aver scontato la pena, nel caso fossero riusciti a sopravvivere. Tuttavia la guerra civile, le carestie, le continue purghe e la guerra mondiale, costata da sola tra i 60 e i 68 milioni di morti tra civili e militari hanno fatto si che l’Urss vivesse in continua emergenza demografica, ulteriormente aggravata dalla caduta del regime col conseguente crollo delle aspettative di vita dei russi, soprattutto maschi.

In breve le prospettive di una ulteriore sensibile riduzione della popolazione nei prossimi decenni, ha spinto Putin lo scorso 19 Giugno a dire davanti ai delegati al Congresso del Partito, come riporta l’agenzia TASS, che «Le autorità del paese debbono concentrarsi nello sforzo di rovesciare la complessa situazione demografica (…) per una serie di fattori oggettivi, siamo di fronte a una trappola demografica (…) Una famiglia forte e prospera, con figli, è il futuro della Russia».

Quella del premier russo non è solo retorica. Egli infatti ha fatto approvare un pacchetto di misure che va sotto il nome di “Capitale per la Maternità e per la Famiglia”, comunemente detto “Maternity Capital” (MatCap) che consiste essenzialmente in una considerevole somma di denaro messa a disposizione delle famiglie che hanno un figlio, che può essere spesa per il miglioramento delle condizioni di vita.

Nella maggior parte dei casi serve a comprare o ristrutturare l’abitazione, accendere un mutuo o pagare dei ratei di un mutuo già in corso; altre volte viene impiegato per l’istruzione dei figli o per costituire un fondo pensione per le madri. Fino al 2019 il MatCap veniva assegnato solo alla seconda nascita o quelle successive ma a partire dal 2020 anche i primogeniti fanno scattare il diritto al MatCap per una somma minore, che però viene integrata nel caso di una seconda nascita.

Il MatCap è cospicuo e ha niente a che vedere con le elemosine elargite dai nostri governi passati e presenti. Nel 2021 è stato di 484.000 rubli annui per le madri che hanno un primo figlio, che al cambio corrente (15 luglio 2021, un rublo = 0,011 euro) equivale a € 5.324. Per le famiglie che hanno un secondo figlio e oltre  il MatCap è di 639.000 rubli (7.029 euro). Si tratta di somme che sarebbero per noi già rilevanti, ma si comprende meglio quanto sia seria la politica demografica russa se si tiene conto che il reddito pro capite nel 2020 è stato di circa 8.500 euro.

Le autorità russe stimano che nel 2021 oltre un milione di famiglie usufruiranno del MatCap, il quale può essere ricevuto solo una volta, viene indicizzato annualmente al costo della vita, può essere richiesto senza limiti di tempo, è esente da tasse. Altre provvidenze minori riguardano le famiglie a reddito più basso.

Non c’è dubbio che siamo di fronte ad un forte incentivo che non ha equivalenti nel mondo occidentale e difatti gli effetti sono stati notevoli, anche se tuttora si dibatte se essi siano transitori o se abbiano determinato uno stabile cambiamento nelle preferenze riproduttive delle coppie. Stando ai dati, il numero annuo delle nascite, pari a 2,3-2,4 milioni negli anni Ottanta è sceso rapidamente dopo il 1990 arrivando al minimo di 1,2 milioni. Nel 2014-15, anno successivo all’adozione del MatCap, le nascite superarono i 1,9 milioni, confermando il successo di questa nuova politica, anche se nell’ultimo quinquennio sono andate diminuendo, fino a poco più di 1,4 milioni nel 2020.

In realtà la diminuzione recente ha riguardato tutti gli ordini di nascita, anche dei primogeniti, e questa è la ragione per l’estensione del MatCap anche ai genitori di questi.

Il governo russo insiste nel dire che il MatCap avrebbe consentito la nascita di 4 milioni di bambini dal 2007 a oggi ma anche se le controprove di questo ancora non ci sono resta il fatto che la Russia è il primo stato europeo a correre seriamente ai ripari per frenare una tendenza che ci sta portando al suicidio. In Italia più velocemente che altrove.