La pandemia cinese favorisce od ostacola  l’avvento del “nuovo ordine mondiale”?

Tradizione Famiglia Proprietà newsletter 24 Giugno 2021

di Guido Vignelli 

Una questione problematica in tre ipotesi

Le recenti polemiche, non sempre prudenti ed equilibrate, sul problema della efficacia medica e dell’ammissibilità morale dei vaccini antivirali per contrastare la pandemia cinese, rischiano di assolutizzare una questione periferica facendo perdere di vista quella centrale e rendendo difficile valutare il ruolo svolto dalla pandemia nell’attuale situazione globale.

Pertanto, è necessario mettere in relazione il fenomeno pandemico con le pesanti misure sanitarie imposte dalle autorità politiche, con le loro gravi conseguenze economico-sociali, con il progetto ecologista e globalista noto come great reset e, più in generale, con l’attuale fase della Rivoluzione gnostica e anticristiana, quel processo storico multisecolare che da cinque secoli corrode quella che una volta si chiamava Civiltà Cristiana.

Al riguardo, è in corso un dibattito per rispondere alla seguente questione: il fenomeno pandemico sta favorendo oppure sta ostacolando il progetto globalista di un “nuovo ordine mondiale”, da tempo avviato da istituzioni internazionali come l’O.N.U. e i suoi organismi? Proviamo a chiarire il dibattito in corso sintetizzando tre diverse ipotesi interpretative avanzate.

Prima ipotesi: la pandemia favorisce il progetto globali sta

La prima ipotesi sostiene che la pandemia cinese sia lo strumento di un complotto anticristiano organizzato dal globalismo al potere.

Col pretesto delle misure sanitarie di prevenzione, vigilanza e tracciabilità, che comportano il reprimere libertà civili, da una parte si vuole organizzare un controllo politico-economico globale che faciliti la costruzione del “nuovo ordine mondiale”, dall’altra parte si vuole impedire che questa costruzione sia ostacolata dalle forze sociali rimaste sane capaci di suscitare una resistenza popolare e di avviare una rinascita politica e religiosa. Quindi, la pandemia sta favorendo il piano settario mirante a distruggere completamente quello che resta della Cristianità. 

Tuttavia, questa tesi pessimistica viene messa in crisi da un fatto indiscutibile: la pandemia sta favorendo non tanto una concentrazione di poteri quanto una loro frammentazione in direzione di una “selvaggia autarchia”. Ciò prepara non tanto un “nuovo ordine mondiale” quanto un nuovo disordine mondiale caratterizzato da insicurezza, precarietà, fragilità, vulnerabilità, le quali provocano fratture tra blocchi geopolitici e geoeconomici le quali rischiano di far esplodere un conflitto globale asimmetrico e “a pezzi”, come ha detto papa Francesco.

Pertanto, sembra che la pandemia, anche se nata per intervento delle forze settarie, oggi svolga oggettivamente un ruolo destabilizzante che ostacola il progetto globalista.

Seconda ipotesi: la pandemia ostacola il progetto globalista

La seconda ipotesi sostiene che la pandemia cinese sia lo strumento di un “complotto” filocristiano progettato dalla divina Provvidenza.

Dio si sta servendo dello shock globale provocato dal devastante contagio virale al fine di punire l’umanità per indurla a tornare alla vera fede; inoltre, Egli si sta servendo delle necessarie misure sanitarie prese dai governi al fine di suscitare, sia nelle autorità ufficiali che nella opinione pubblica, divergenze e contrasti che ostacolano la formazione del “nuovo ordine mondiale”, svelano il lato oscuro della globalizzazione e favoriscono il risveglio e la liberazione delle forze sociali rimaste sane ma finora ghettizzate. Quindi, la pandemia sta ostacolando il piano settario e favorendo quello divino mirante a una rinascita della Cristianità.

Tuttavia, questa tesi ottimistica viene messa in crisi da un fatto indiscutibile: anni fa, la pandemia fu auspicata e prevista proprio da quelle forze settarie che oggi la usano al fine di accelerare la realizzazione del piano globalista di controllo totale, approfittandosi di una situazione di paura, incertezza e insicurezza che ostacola una lucida presa di coscienza e una reazione efficace da parte delle forze sociali rimaste sane.

Pertanto, sembra che la pandemia, anche se nata senza l’intervento delle forze settarie, oggi svolga oggettivamente un ruolo accentratore che favorisce il progetto globalista.

Terza ipotesi: la pandemia favorisce e ostacola il progetto globalista

La terza ipotesi sostiene che la pandemia cinese possa essere un fattore – misteriosamente permesso o favorito da Dio – che fornisce alle forze occulte una occasione per fare una scelta azzardata e pericolosa che potrebbe dapprima favorirle ma poi rovinarle.

Infatti, la crisi pandemica sta inducendo la Rivoluzione ad approfittarsene per uscire dalla indecisione e dagli ondeggiamenti degli ultimi tempi e per compiere quel “salto qualitativo” che, imponendo provvedimenti oppressivi e repressivi disastrosi per la vita civile, le permette di conquistare rapidamente l’intera società. Come ammettono due sociologi cattolici favorevoli alla rivoluzione sanitaria, “il post-CoViD può essere davvero l’occasione per aprire un nuovo ciclo storico” (C. Giaccardi e M. Magatti, Nella fine è l’inizio. In che mondo vivremo, Il Mulino, Bologna 2020, p. 173).

Tuttavia, così facendo, la Rivoluzione rovina la propria immagine buonista e populista, rischia di rendersi impopolare presso le masse e di provocare una crescente reazione che favorisce le forze sociali rimaste sane. Da questa reazione, la Rivoluzione potrà salvarsi solo scatenando una globale e capillare persecuzione, facilitata dai poteri centralizzati ottenuti col pretesto delle misure sanitarie globali, ma ostacolata dalle chiusure, dalla frammentazione, dalla disorganizzazione e dal caos suscitati nel mondo dalle conseguenze della pandemia

Quindi, sia essa sorta per iniziativa settaria o divina, sia essa strumentalizzata dalla Rivoluzione per fini sovversivi o dalla Provvidenza per fini restauratori, sembra che la pandemia oggi svolga un ruolo misterioso, contraddittorio e paradossale, che insieme favorisce e ostacola il progetto del “nuovo ordine mondiale”, preparando le condizioni per uno scontro finale tra le forze settarie e quelle religiose

La questione dirimente: quale “nuovo ordine mondiale”?

Le tre ipotesi che abbiamo esaminato non sono tutte egualmente credibili. Ad esempio, la prima ipotesi afferma che la pandemia è strumentalizzata dal globalismo, il che è oggettivamente constatabile, mentre la seconda ipotesi afferma ch’essa è strumentalizzata dalla divina Provvidenza, il che è oggettivamente indimostrabile. La terza ipotesi tenta di superare il contrasto tra le prime due assumendo gli aspetti più credibili di entrambe ma delineando uno scenario difficile da capire. Comunque sia, queste ipotesi divergono tra loro perché presuppongono divergenti concezioni del ruolo svolto dal “nuovo ordine mondiale” nel processo rivoluzionario.

Com’è noto, il “nuovo ordine mondiale” risulterebbe dall’integrare tutte le nazioni, etnie, culture e religioni in una Repubblica Universale gnostica e laicista che, dissolvendo la Cristianità, porterebbe a compimento la Modernità e aprirebbe la “terza era della storia”. A questo scopo mirano potenti forze culturali, politiche ed economiche guidate da forze massoniche e sinarchiche, sia liberali che socialiste, con la complicità dei cristiani progressisti nel ruolo di “utili idioti”. 

Tuttavia, qui sorge un problema interpretativo. Questo progetto ha per risultato finale un super-Stato totalitario o una collettività anarchica? Mobilita come forze principali quelle economico-politiche o quelle culturali e tecnocratiche? Usa come metodo operativo quello di distruggere per costruire o quello di costruire per distruggere? Avvia un processo in inarrestabile accesa o in inevitabile declino?

Non c’è da stupirsi se, nell’analizzare il ruolo della pandemia cinese nel progetto globalista, sono sorte le divergenze prima da noi riassunte, dato che le stesse forze rivoluzionarie lungo i secoli si sono spesso divise sul modo d’intendere quel progetto, sul fine da perseguire, sul metodo da usare e sulle forze da mobilitare. Sono proprio le divergenze nell’analizzare la fase rivoluzionaria in corso a produrre le divergenze nel valutare il ruolo in essa svolto dalla pandemia.

Infatti, la prima tesi esaminata presuppone che la fase rivoluzionaria in corso abbia un fine principalmente costruttivo, ossia distrugga solo per meglio ricostruire, e mobiliti forze soprattutto economico-politiche per imporre ai popoli un super-Stato globale, usando il dissolvente liberale per costruire il carcere socialista. Quindi, la pandemia favorirebbe questo processo costruttivo in inarrestabile ascesa.

Invece, la seconda tesi esaminata presuppone che la fase rivoluzionaria in corso abbia un fine principalmente distruttivo, ossia costruisca solo per meglio distruggere, e mobiliti forze soprattutto tecnologiche e magiche per favorire l’anarchia globale, usando il carcere socialista per dissolvere ogni tentativo di ricostruzione. Quindi, la pandemia favorirebbe questo processo distruttivo che spinge a un inevitabile declino generale.

Infine, la terza tesi esaminata ipotizza che la fase rivoluzionaria in corso abbia un fine ambivalente e paradossale, sia costruttivo che distruttivo, ossia costruisca per ottenere il massimo rafforzamento del controllo sociale ma distrugga per ottenere il massimo indebolimento del corpo sociale, mobilitando tutte le forze disponibili, specialmente quelle culturali, mediatiche e magiche.

Infatti, le parole d’ordine che oggi circolano negli ambienti settari sono volutamente paradossali, come “conflittualità pacificatrice”, “distruzione creatrice”, “catastrofe restauratrice”, “epidemia risanatrice”. Quindi, la pandemia sembra svolgere un ruolo ambiguo e paradossale che potrà produrre risultati sia costruttivi e oppressivi che distruttivi e liberatori.

Un possibile ruolo provvidenziale della pandemia

Dal punto di vista psicologico, risulta difficile ammettere che l’attuale potere globalista miri a un fine principalmente distruttivo. Ciò è dovuto al fatto che il buon senso della gente comune ammette la distruzione solo come mezzo per sbarazzare il campo dagli ostacoli che impediscono la costruzione; ma è anche dovuto al fatto che la stessa propaganda rivoluzionaria usa tuttora slogan apparentemente costruttivi come “nuovo umanesimo”, “nuova solidarietà”, “nuova società”, “nuovo ordine ecologico” e oggi anche “nuovo ordine sanitario”.

Eppure, questi slogan derivano dalla necessità propagandistica di tranquillizzare l’opinione pubblica illudendola che le manovre globaliste – compresi i recenti provvedimenti anti-CoViD – vietino le giuste libertà civili al solo fine di favorire il necessario risanamento sociale o sanitario.

In realtà, la Rivoluzione pretende di costruire proprio ciò che la gente comune vorrebbe distruggere, ossia i fattori che impediscono la pace sociale, e viceversa pretende di distruggere proprio ciò che la gente comune vorrebbe costruire, ossia quei fattori che favoriscono la pace sociale. Pertanto, oggi il “nuovo ordine sanitario” vieta le giuste libertà civili non per favorire il necessario risanamento sociale, ma per imporre un controllo globale che impedisca ogni risanamento, soprattutto morale e religioso, e ogni ricostruzione, soprattutto politica e sociale. 

Come ammise Gramsci, l’uomo comune può capire il progetto moderno solo se ha rovesciato il proprio “senso comune borghese” nel nuovo “senso comune rivoluzionario”. Questo progetto è una coerente applicazione della dialettica negativa inventata da Hegel e del “rovesciamento dei valori”, auspicato da Rousseau, Marx e Comte prima che da Nietzsche, per cui l’odio, la negazione e la distruzione devono prevalere sull’amore, sull’affermazione e sulla costruzione.

Del resto, un noto massone fa dire a Satana: “Io sono lo spirito che sempre nega! E con ragione, perché tutto ciò che nasce è degno di morire! Perciò meglio sarebbe se non nascesse nulla!” (J. W. Goethe, Faust, vv. 1338-1341).

Questo spirito distruttivo diventa più facile da capire, se ci si rende conto che, proprio per il fatto di aver conquistato quasi tutto il potere, la Rivoluzione ormai non riesce più a mantenere le illusorie promesse con le quali ha sedotto l’umanità per secoli, non le procura più gli attesi vantaggi mondani, anzi glieli sta togliendo uno dopo l’altro col pretesto di salvare la salute e l’ecosistema.

Allora, come il Faust della celebre favola, anche la gente comune rifiuta quel “patto col diavolo” che la sta conducendo alla rovina e si ribella al potere delle forze occulte, le quali possono reagire solo con una repressione globale che però svela il loro fallimento e segna la loro condanna. Questa cruenta nemesi potrebbe manifestare il ruolo provvidenziale svolto dalla crisi pandemica oggi dilagante.