Come la Fondazione Gates impedisce e non aiuta lo sviluppo umano

Dal sito Vita umana internazionale 14 Dicenbre 2020 

di don Shenan J. Boquet

L’apertura alla vita è al centro del vero sviluppo

 Risolvere i problemi del mondo – povertà endemica, fame, guerre, malattie, ecc. – è una questione complessa, a dir poco. Lasciare un segno anche piccolo, ma duraturo, su uno solo di questi problemi in genere richiede una grande quantità di attenta riflessione, pianificazione, ricerca, denaro e tempo. Anche a queste condizioni, c’è sempre il rischio che un piano apparentemente “brillante” fallisca tragicamente davanti alla complessità imprevista del mondo reale, o che un approccio che funziona bene in un luogo fallisca catastroficamente quando applicato altrove

Non c’è da meravigliarsi, quindi, che anche i filantropi ben intenzionati spesso cedano alla tentazione della “scorciatoia” – la panacea per tutti i mali, il grimaldello che apre tutte le serrature, la “soluzione” universale a un problema enormemente complesso. Purtroppo, le conseguenze di cedere a questa tentazione sono spesso disastrose … o anche peggiori.

Shenan Boquet, presidente di HLI

Niente dimostra questa verità in modo più sinistro della lunga e macabra scia di orrori che il movimento eugenetico ha lasciato dietro di sé. Molti dei primi eugenetisti erano persone ben intenzionate, che desideravano sinceramente ridurre o eliminare la sofferenza umana. Tuttavia, innamorati della scienza della genetica e delle nuove tecnologie appena scoperte e di una comprensione grossolanamente semplificata o errata della natura umana e dei diritti umani, hanno imboccato il sentiero diabolico dell’eliminazione della sofferenza non eliminando l’origine della sofferenza, ma piuttosto eliminando le persone che soffrivano.

Le persone considerate “inadatte”, tra cui migliaia di bambini, furono soppressi nelle cliniche dai Nazisti. I metodi andavano dalla morte per fame alla gasazione. L’immagine della clinica Am Spiegelgrund (il campo da gioco) di Vienna era uno di questi centri.

La clinica Am Spiegelgrund (il campo da gioco) di Vienna era un centro di eugenetica. Immagine per gentile concessione del Centro di Documentazione della Resistenza Austriaca.

Alla fine, anche gli eugenetisti hanno aumentato la sofferenza. L’omicidio sistematico dei ritardati mentali, o dei disabili, nei campi di concentramento nazisti è chiaramente l’esempio più cruento: ma non dobbiamo dimenticare la sofferenza (ancora presente in posti come la Cina e l’India) delle innumerevoli persone povere e indifese che sono state sterilizzate a forza, o costrette ad abortire i loro figli non nati; per non parlare della sofferenza degli innumerevoli bambini non nati assassinati nel grembo della madre nel nome di un mondo migliore.

L’eugenetica “morbida” di Melinda Gates

Purtroppo il demone dell’eugenetica non è stato ancora esorcizzato dal pensiero occidentale. Si è solo mimetizzato o ha assunto sembianze più “compassionevoli”. La tentazione di fondo è ancora tra noi: perché è ancora vero che è molto più facile eliminare i poveri e i sofferenti, che eliminare l’origine complessa e irriducibile della loro povertà o della loro sofferenza.

Questi pensieri mi sono venuti in mente mentre leggevo degli erronei sforzi filantropici della sedicente “cattolica devota” Melinda Gates e di suo marito, il fondatore di Microsoft Bill Gates.

All’inizio di questo mese, migliaia di persone hanno partecipato alla quinta Women Deliver Conference, autodefinita dagli organizzatori come “la più grande conferenza mondiale sull’uguaglianza di genere e la salute, i diritti e il benessere delle ragazze e delle donne nel XXI secolo”. Come nelle precedenti conferenze di Women Deliver, Melinda ha svolto un ruolo di primo piano all’evento di quest’anno e ha rilasciato diverse interviste ai media in occasione della conferenza. Melinda ultimamente è finita anche un po’ sotto i riflettori, per la recente pubblicazione del suo nuovo libro, “Spiccare il volo. Quello che ho imparato dalle donne” (Ed. Piemme, 2019).

Melinda Gates

Melinda e suo marito hanno fatto delle “questioni femminili” una delle massime priorità del loro impegno filantropico. Una parte di quello che fanno comporta sforzi veramente apprezzabili e degni di lode per migliorare la vita, il benessere e la salute delle donne. Sfortunatamente, qualche tempo fa Melinda ha anche preso la decisione di far diventare la promozione della contraccezione e il controllo della popolazione la parte probabilmente più importante del suo impegno.

Nel 2017, la Gates Foundation ha promesso 375 milioni di dollari per la “pianificazione familiare”, con l’obiettivo di fornire contraccezione a 120 milioni di donne in tutto il mondo, in particolare nei paesi in via di sviluppo. Questo è stato solo l’ultima parte delle molte centinaia di milioni che la Gates Foundation ha in precedenza speso per promuovere la contraccezione. Melinda difende l’impegno della sua fondazione per la contraccezione affermando che ci sono centinaia di milioni di donne con un “bisogno insoddisfatto” di contraccezione. In altre parole, afferma di fornire semplicemente qualcosa che le donne richiedono e che gli sforzi della sua fondazione rispettano sempre la libertà delle donne.

Tuttavia, è noto da tempo che le statistiche che parlano di un “bisogno insoddisfatto” di contraccezione sono totalmente fasulle: sono un’invenzione di attivisti e organizzazioni che propagandano contraccettivi e controllo demografico per giustificare il loro impegno radicale nel fornire preservativi e pillole, piuttosto che nutrizione e assistenza sanitaria che molte donne nei paesi del terzo mondo in realtà richiedono. Le statistiche sui “bisogni insoddisfatti” stilate dall’ONU, ad esempio, comprendono le donne che potrebbero facilmente accedere alla contraccezione se lo volessero, ma che non lo desiderano, sia per motivi personali che religiosi. Che scherzo!

Sfortunatamente, Melinda ha anche ripetutamente e pubblicamente di essere una cattolica “devota”, mentre allo stesso tempo respinge la dottrina morale cattolica sulle questioni sessuali come antiquata e persino mortalmente pericolosa per le donne. In un’intervista rilasciata nei primi di questo mese con David Rubenstein, ad esempio, Melinda ha descritto la contraccezione come “il più grande strumento di lotta alla povertà di cui disponiamo” e ha ripetuto l’affermazione fuorviante che “200 milioni di donne” vogliono poter accedere alla contraccezione, sostenendo che “non le stavamo aiutando”.

In risposta a una domanda su come avesse conciliato la sua scelta di dedicarsi alla diffusione della contraccezione con la sua fede cattolica, la Gates ha risposto: “È stata una decisione difficile per me a causa delle mie radici cattoliche”. E ha aggiunto: “Sono ancora Cattolica. Ma dopo aver incontrato così tante donne in tutto il mondo, ed esse mi hanno detto che questa era letteralmente una questione di vita o di morte per me come mamma … Ho dovuto lottare con la mia fede cattolica e chiedermi, in cosa credo? Credo nel salvare vite umane. Quindi, questa era la cosa giusta da fare” (Traduzione nostra).

A sentire la signora Gates, quindi, la Chiesa cattolica non crede di dover salvare vite umane, perché permettere alle donne di avere tutti i figli che vogliono è in qualche modo “una questione di vita o di morte”.

Cosa insegna la Chiesa cattolica

È un peccato che Melinda abbia una comprensione così superficiale della sua fede cattolica.

Vale la pena sottolineare due cose: in primo luogo, nei casi in cui le coppie abbiano un motivo per rimandare la nascita di un altro figlio, la dottrina della Chiesa consente e persino promuove la prassi della pianificazione familiare naturale (PFN). Non solo la PFN rispetta la legge morale di Dio e promuove la crescita nella virtù se adottata in accordo con i principi della Chiesa, ma la Chiesa la presenta sempre come parte di un messaggio più ampio. La PFN rispetta e promuove la naturale integrità dell’atto sessuale, la salute e il benessere del corpo della donna (non è necessario che la donna ingerisca quantità nocive di ormoni artificiali), la natura del matrimonio in quanto orientato alla procreazione, l’intima collaborazione di moglie e marito e la verità morale sulla sessualità.

In tempi recenti, anche molte organizzazioni sanitarie secolari hanno cominciato a promuovere metodi naturali di regolazione della fertilità, riconoscendo quanto sia stata dannosa la contraccezione artificiale per le donne. Sfortunatamente, tuttavia, la stragrande maggioranza del denaro e degli sforzi sono ancora investiti in una contraccezione pericolosa che erode anche il tessuto morale della società. C’è un grande bisogno di investimenti significativi da fare nello sviluppo della scienza della PFN, così come la creazione e la diffusione di programmi educativi per istruire le coppie su come utilizzare metodi naturali.

Il Papa San Giovanni Paolo II ha sottolineato questo punto esatto ventisei anni fa parlando a un gruppo di insegnanti della PFN, dichiarando con audacia che “è giunto il momento per ogni parrocchia e ogni struttura di consultazione e assistenza alla famiglia e alla difesa della vita per avere a disposizione personale che possa insegnare alle coppie sposate come utilizzare i metodi naturali”.

Se Melinda avesse veramente a cuore le donne e la sua fede cattolica, avrebbe potuto fare tantissimo bene investendo alcuni dei suoi miliardi di dollari in programmi che veramente sostengono le donne e rispettano la loro libertà, salute e dignità.

In secondo luogo, l’impegno dei Gates per fornire ai paesi in via di sviluppo quella contraccezione artificiale che le donne non chiedono, puzza di ingegneria sociale e di pensiero eugenetico paternalista. Il fatto che le coppie nei paesi in via di sviluppo spesso desiderino e apprezzino le famiglie numerose non significa nulla per molti filantropi delle élite occidentali: la presunzione di fondo, non così subliminale, è che le donne che desiderano famiglie numerose semplicemente non sanno cosa è bene per loro. In quanto tali, hanno bisogno di essere istruite e “incoraggiate” con campagne pubblicitarie su larga scala finanziate dall’estero e altre forme di coercizione sottile.

Nella sua enciclica Caritas in Veritate, Papa Benedetto XVI ha messo in guardia contro questo tipo di “sviluppo” avvelenato: “L’apertura alla vita è al centro del vero sviluppo” ha scritto, osservando che “quando una società s’avvia verso la negazione e la soppressione della vita, finisce per non trovare più le motivazioni e le energie necessarie per adoperarsi a servizio del vero bene dell’uomo”.

“Uno degli aspetti più evidenti dello sviluppo odierno è l’importanza del tema del rispetto per la vita, che non può in alcun modo essere disgiunto dalle questioni relative allo sviluppo dei popoli” ha aggiunto. Benedetto XVI denuncia particolarmente il fatto che “perdurano in varie parti del mondo pratiche di controllo demografico da parte dei governi, che spesso diffondono la contraccezione e giungono a imporre anche l’aborto”.

“Nei Paesi economicamente più sviluppati, le legislazioni contrarie alla vita sono molto diffuse e hanno ormai condizionato il costume e la prassi, contribuendo a diffondere una mentalità antinatalista che spesso si cerca di trasmettere anche ad altri Stati come se fosse un progresso culturale” (Questo sicuramente suona familiare!)

Il Santo Padre ha anche denunciato organizzazioni non governative come Planned Parenthood International e altre agenzie per essersi impegnate “attivamente per la diffusione dell’aborto, promuovendo talvolta nei Paesi poveri l’adozione della pratica della sterilizzazione, anche su donne inconsapevoli”. (Benedetto XVI, Caritas in Veritate, 28).

Papa Benedetto XVI ha osservato che “considerare l’aumento della popolazione come causa prima del sottosviluppo è scorretto, anche dal punto di vista economico”. Spiegando che: “L’apertura moralmente responsabile alla vita è una ricchezza sociale ed economica. Grandi Nazioni hanno potuto uscire dalla miseria anche grazie al grande numero e alle capacità dei loro abitanti. Al contrario, Nazioni un tempo floride conoscono ora una fase di incertezza e in qualche caso di declino proprio a causa della denatalità, problema cruciale per le società di avanzato benessere”. (Benedetto XVI, Caritas in Veritate, 44).

In effetti, il modello di sviluppo internazionale scelto da Melinda Gates è incredibilmente miope. È vero che molti dei paesi più ricchi hanno anche i tassi di natalità più bassi. Tuttavia, questa correlazione non significa che la seconda sia la causa della prima! Il semplice fatto di avere meno figli non garantisce la ricchezza. Inoltre, come molti paesi occidentali stanno imparando, o stanno per imparare, nel modo più duro, il crollo demografico produce gravi conseguenze: poiché il collasso dei tassi di natalità comporta la drastica riduzione dei lavoratori abili, con l’inevitabile risultato della diminuzione del gettito fiscale, i dispendiosi programmi sociali dovranno essere tagliati e gli anziani e i malati non avranno nessuno che si prenderà cura di loro. E questa è solo la punta dell’iceberg.

La mia ardente speranza è che Melinda Gates prenda in considerazione la dottrina morale della Chiesa a cui dice di appartenere e la verità su quello che le donne chiedono veramente nei paesi del terzo mondo. Problemi complessi richiedono soluzioni complesse: soluzioni che rispettino le culture locali, la libertà e la dignità delle donne e le verità morali.

Sommergere il mondo di pillole e preservativi può far provare la sensazione a Melinda di “fare la differenza”. Quello che non tiene in considerazione sono le conseguenze impreviste che derivano sempre dalla violazione della legge morale e della verità della natura umana. Con una migliore comprensione di entrambe, Melinda potrebbe fare un bene immenso per il mondo: investire i suoi miliardi per garantire cose come una migliore assistenza ginecologica, la formazione sui metodi naturali della regolazione della fertilità, condizioni di vita igieniche, alimentazione e istruzione. Questo è qualcosa su cui tutti potremmo essere d’accordo.

QUI articolo originale in inglese