E se noi donne facessimo un po’ di autocritica?

Ricognizioni 6 Dicembre 2020  

di Ilaria Manfredini

Care donne,

sono una di voi, per la precisione sono una ragazza di diciannove anni. Desidero scrivervi questa lettera perché sono preoccupata e dispiaciuta per tutto ciò che sta accadendo: il 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne, non ho fatto a meno di notare, aprendo qualche social, i numerosi post a riguardo.

Purtroppo tra tutti i video, foto o articoli, che dicessero le cose come stanno non ne ho visto nemmeno uno. La verità è che sono preoccupata per tutte noi, perché ciò che ricerchiamo non è realizzabile, e continueremo a lottare contro qualcosa che è profondamente umano.

Non voglio in alcun modo giustificare la violenza sulle donne, è qualcosa di orribile e ne sono consapevole; in generale la violenza non è mai qualcosa di buono, che sia contro le donne, contro gli uomini o contro i bambini. L’uomo (generico) ha una dignità tutta sua che è un bellissimo dono e va rispettata.

Quello che voglio dire con “qualcosa di profondamente umano” è che noi donne stiamo diventando delle grandi egoiste. Non ci siamo accontentate di tutti quei diritti sociali, politici ed economici che abbiamo ottenuto nel corso della storia.

Devo dire che in quegli ambiti abbiamo fatto molta strada (anche troppa) e abbiamo ottenuto tanto; così tanto che ci siamo spinte a chiedere qualcosa che va oltre la natura dell’uomo. Ma questo non perché il maschio sia un mostro, o un pervertito di natura; per un semplice fatto che oggi molti sembrano ignorare: l’uomo e la donna sono diversi!

E non sono diversi solo perché l’uomo è più grosso e più forte e quindi la maggior parte delle volte riesce a prevalere, lo sono soprattutto perché hanno un modo tutto diverso di agire, di reagire e di vedere le cose, e non è diverso perché il nostro modo sia giusto e il loro sbagliato, non è diverso perché loro sono degli animali; siamo diversi perché siamo stati pensati per una assoluta e perfetta completezza, che è bellissima e non va sminuita o evitata in alcun modo.

Pensate che il comportamento di un uomo è profondamente influenzato da quello della donna (ovviamente è vero anche il viceversa, ma in realtà ho notato che lo è molto meno), quindi abbiamo una grandissima responsabilità. E non lo dico tirando a caso o per sentito dire, quest’affermazione viene dalla mia esperienza; vi garantisco che ho una bellissima relazione di coppia proprio perché siamo entrambi consapevoli di questa diversità e ne custodiamo la preziosità.

Invece di valorizzare questa importantissima diversità che c’è tra uomo e donna, che cosa stiamo facendo noi? Stiamo chiedendo, anzi, imponendo agli uomini di smettere di essere uomini e cominciare a ragionare con la testa di una donna. Rendiamoci conto della gravità di questa cosa.

Siamo sempre pronte a dire che sono loro a non capirci, che ci sentiamo incomprese, ma ci siamo mai chieste veramente che cosa provano loro invece? Io naturalmente non sono nella testa di un ragazzo, ma non penso che ci voglia una laurea in antropologia per capire la difficoltà in cui li mettiamo anche solo andando in giro conciate come se ci avessero rubato due terzi dell’abbigliamento indossato.

Ci avete mai riflettuto su questo? Invece vi vedo più impegnate a parlare di quanto dobbiamo sentirci libere di andare in giro vestite come ci pare, all’ora che ci pare, dove ci pare ecc. “No, ma l’importante è piacere a se stesse e sentirsi a proprio agio.” Se lo dite voi… Io faccio un po’ fatica a credere che una ragazza si senta davvero a proprio agio indossando una minigonna e mostrando l’ombelico, io personalmente mi sentirei fuori luogo (in qualunque luogo, anche in discoteca), ma sarà forse un problema mio.

Siamo tutte d’accordo che essere chiamate “puttana” o essere trattate come tale sia una forma di violenza, soprattutto psicologica, e che non faccia per nulla piacere. Ma una cosa altrettanto vera è che una donna che porta ancora tutta la sua dignità, una donna come si deve, non gioca con le debolezze di un uomo provocandolo.

Vi ho già parlato di quanto il nostro atteggiamento li influenzi, di quanto il loro modo che hanno di porsi nei nostri confronti dipenda da noi. La maggior parte delle volte avviene inconsciamente, noi ragazze siamo costantemente alla ricerca di approvazione e attenzioni. Approvazione dalle amiche e attenzioni dall’altro sesso, ma bisogna stare molto attente e riflettere un po’ di più sulla vera immagine che diamo agli altri di noi.

Ci lamentiamo in continuazione per essere viste come oggetti di cui appropriarsi, ma non facciamo altro che mostrare la nostra materialità e il nostro corpo. Ci lamentiamo perché dicono che siamo facili, e poi con il primo che capita ci comportiamo con il massimo della confidenza, con un amico ci atteggiamo come se fosse il nostro ragazzo, e (altra cosa che non viene mai detta) con il nostro ragazzo ci comportiamo come se fosse nostro marito.

Ragazze dai, un po’ di dignità! Ora si potrebbero aprire tantissimi altri capitoli che non mi sembra il caso di aprire, quindi vediamo di rimanere dentro questo argomento. Ci tengo a precisare, anche se l’ho già detto, che io sono contro la violenza sulle donne e che tutto ciò non è per non portare rispetto a Giuseppina, che è stata violentata da Carlino; a me dispiace tantissimo per lei e sono certa che avrà sofferto tanto come molte altre ragazze, infatti prego per tutte loro.

Ma le cose vanno dette tutte, per completezza. Invece fin ora ho visto del gran vittimismo e basta. La violenza esiste, e non è solo sulle donne. Sotto un post di Instagram che trattava appunto di questo tema, un ragazzo chiedeva: ”Quando è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro l’uomo?” e una delle risposte (ovviamente da parte di una donna) è stata “Non è divertente, dovresti vergognarti per quello che hai scritto”. Come se avesse detto chissà quale assurdità.

Ebbene, i maschi subiscono violenza. E noi donne sappiamo essere molto perfide nei loro confronti. Ci sono stati svariati casi di bravi ragazzi entrati in depressione dopo essere stati lasciati senza alcun motivo valido dalla propria fidanzata. Noi non ci rendiamo conto, ma il peggior modo per violentare un uomo è psicologicamente, e per questo dobbiamo stare molto attente; non fanno dipendere da noi solo il modo di comportarsi, ma anche molte delle scelte che fanno, e a volte siamo micidiali nei loro confronti, li distruggiamo come se niente fosse, e possono metterci anche mesi o anni a riprendersi.

Come ho detto anche prima, noi donne stiamo diventando sempre più egoiste, sempre più rivolte verso noi stesse e verso i nostri problemi, che stando a quello che sento in giro sono avere una carriera favolosa, avere successo, sentirsi libere di fare qualunque cosa (anche col proprio corpo), farsi accettare dagli altri così come siamo (addirittura mi è capitato di leggere sul web che dobbiamo andare in giro mostrando tutta la peluria, perché “noi siamo belle così”).

Io più che femminilità, questa la chiamo egoismo e autocentrismo. E nel mentre che pretendiamo tutto questo (che di naturale ha molto poco), ci aspettiamo anche che il genere maschile magicamente esegua i nostri ordini, che cada ai nostri piedi per sopprimere un istinto che invece è del tutto naturale? Se noi per loro non facciamo neanche lo sforzo di metterci nei loro panni, su che base dovremmo pretendere questo cambiamento?

Cominciamo a pretendere da noi stesse il minimo necessario per essere delle vere donne e sono pronta a scommettere che anche loro cominceranno a vederci in modo diverso, non degli “oggetti da possedere”, ma delle vere e proprie persone con cui costruire una relazione.

Concludo quindi dicendo che i maschi non sono affatto il problema, mi sentirei profondamente offesa se lo fossero, dal momento che ho intenzione di sposarne uno e di dedicarmi a lui fino alla morte. Sarei una stupida allora, ma sinceramente non mi reputo affatto tale.