Son sempre più numerosi i cristiani del Dragone

cristiani_CinaVita e Pensiero n. 1 gennaio-febbraio 2012

Una ricerca stima sfiorino i 70 milioni i cristiani in Cina: all’incirca tanti quanti i membri del Partito comunista. Le donne risultano quasi il doppio rispetto agli uomini e molti appartengono ai ceti più abbienti, distribuiti fra città e aree rurali.

Rodney Stark

Per buona parte del Secolo XX tra gli intellettuali del mondo occidentale era diffusa l’idea che i cinesi fossero immuni alla religione: un immunità di gran lunga precedente all’ascesa comunista al potere

Quando, nel 1934, Edgar Snow ironizzava affermando che «in Cina, l’oppio è la religione del popolo», molti accademici ed esperti dell’informazione sorrisero concordando con lui e liquidarono il milione di cinesi convertiti dai missionari cristiani come “cristiani del riso”, cioè anime ciniche che avrebbero frequentato le missioni per i benefici che ne traevano. Poi, nel 1949, Mao Zedong giunse al potere. La religione venne messa al bando e tra gli scienziati sociali si concordava sul fatto che la Cina sarebbe presto diventata un modello della società post-religiosa e completamente secolarizzata. Ma non è stato così.

Al contrario, la supposizione di una Cina post-religiosa si rivelò essere l’oppio degli intellettuali occidentali. I cristiani cinesi del 1949 – quelli messi in ridicolo in Occidente come “cristiani del riso” – furono tanto “insinceri” da sopportare decenni di violenta repressione, durante i quali, nonostnte ciò, il loro numero crebbe. E nel momento in cui la repressione ufficiale s’indebolì, il cristianesimo in Cina continuò a crescere in maniera eccezionale.

Sfortunatamente c’è molto disaccordo su quanto sia stata sorprendente questa crescita: oggi ci sono 16 milioni o 200 milioni di cristiani in Cina? Entrambe le cifre sono state rivendicate come “ufficiali”, ma forse la più accettata indica che ci sono 130 milioni di cristiani cinesi. Una cifra spesso attribuita a un sondaggio condotto dal governo stesso. Ma non sembra verosimile che sia stato realizzato questo tipo di sondaggio – o almeno né gli esperti né le agenzie demoscopiche cinesi ne sapevano qualcosa – e quella cifra non è supportata da nessuno tra i sondaggi conosciuti.

La confusione deriva anche dal fatto che il governo mantiene traccia solo delle persone che appartengono ai gruppi cristiani ufficialmente registrati sotto le condizioni del Movimento patriottico delle Tre Autonomie. A questi gruppi sono iscritti a oggi 16 milioni di membri. Ma ci sono decine di migliaia di chiese cristiane in Cina che non sono registrate nel Movimento patriottico. Non sorprende che ci sia un vivo interesse tra diversi gruppi nell’appren-dere quanti membri facciano parte di queste chiese. Le stime quindi non si basano su dati certi, ma piuttosto su intuizioni e su resoconti aneddotici di osservatori per la maggior parte occidentali.

Tuttavia è possibile indicare una stima abbastanza precisa del numero di cristiani presenti in Cina. Il nostro punto di partenza è un sondaggio nazionale condotto nel 2007 da Horizon Ltd., una tra le maggiori e più attendibili agenzie demoscopiche della Cina. È basato su un campione probabilistico nazionale di cittadini nella Cina continentale grazie a tre indicatori. Gli intervistati dovevano avere almeno 16 anni, essere residenti in Cina da almeno tre mesi e non aver preso parte a sondaggi nei precedenti sei mesi.

Il sondaggio prevedeva interviste faccia a faccia effettuate da una squadra di intervistatori adeguatamente preparati – Horizon effettua spesso sondaggi di questo genere. Gli intervistati sono stati scelti attraverso un metodo basato su più livelli, che ha permesso di selezionare tra metropoli, città e paesi. La rilevazione è stata condotta in 56 località della Cina, tra cui le città di Pechino, Shanghai e Chongqing e 6 capitali provinciali (Guagzhou, Nanjiing, Wuhan, Hefei, Xi’an e Chengdu), oltre a 11 città a livello regionale, 16 piccole città e 20 villaggi amministrativi.

All’interno di ogni località sono state distinte le famiglie del quartiere, e i quartieri sono stati individuati all’interno di commissioni di quartiere definite a livello amministrativo. Sono stati sorteggiati i membri di ciascuna famiglia per un totale di 7021 cittadini cinesi intervistati. I dati raccolti sono stati messi a disposizione dell’Istituto per gli Studi Religiosi della Baylor University attraverso una generosa donazione della John Templeton Foundation.

Di questi 7021 cittadini cinesi intervistati, nel 2007 il 3,1% ha dichiarato di essere cristiano (il 2,9% protestante e lo 0,2% cattolico). Secondo questo tipo di dati, si potrebbe dedurre un totale di 35,3 milioni di cristiani cinesi maggiori di 16 anni. Ma per diverse ragioni sappiamo che questa cifra gioca al ribasso.

Molti cinesi infatti rifiutano di partecipare ai sondaggi e si presume che i cristiani non siano soliti prestarsi a questo tipo di interviste (non si dimentichi che è rischioso per un cittadino cinese dichiararsi cristiano). Inoltre, è probabile che alcuni dei cristiani che accettano di essere intervistati pensino non sia saggio ammettere l’appartenenza alla fede cristiana quando chiesto da un esterno. Per avere una stima precisa del numero di cristiani cinesi è necessario tenere presente entrambe le inibizioni sopra descritte.

Per affrontare questi temi abbiamo lanciato un secondo studio in collaborazione con i colleghi della Peking University di Pechino. Basandoci sui contatti all’interno della comunità cristiana cinese, siamo riusciti a condurre indagini tra i membri delle chiese cinesi provenienti da molte delle aree individuate nel precedente sondaggio. Gli intervistatori sono stati inviati per raccogliere interviste con queste persone, tutti cristiani praticanti (nonostante questo dettaglio fosse sconosciuto agli intervistatori).

Di questi cristiani, il 62% ha rifiutato di essere intervistato, rispetto alla percentuale complessiva del 38% relativa al sondaggio precedente. Adeguando questa differenza nelle percentuali di risposta emerge una stima di 58,9 milioni di cristiani dai 16 anni in su. Inoltre, di quel numero di cristiani che hanno accettato di essere intervistati, il 9% non ha ammesso di essere cristiano durante l’intervista. Correggendo questo aspetto ci troviamo ad avere un numero di cinesi cristiani dai 16 anni in su pari a 64,3 milioni. Un totale che risale al 2007 e che di certo ora è aumentato. È del tutto credibile stimare che ci siano all’incirca 70 milioni di cristiani cinesi a oggi.

Non sappiamo come si siano potuti stimare oltre 200 milioni di cristiani in Cina. Non siamo stati in grado di trovare un articolo, un documento, un riferimento che includa una stima e la relativa spiegazione, per non parlare di stime che forniscano una solida metodologia di ricerca e appropriato rigore scientifico. Sembrerebbe che i cosiddetti esperti abbiano semplicemente ripetuto dati privi di fondamento che hanno sentito da altri. Al di là di questa importante scoperta, il sondaggio permette di fare luce su chi si sta convertendo al cristianesimo.

Come avviene per tutti i gruppi religiosi nel mondo, le donne cinesi propense a diventare cristiane sono quasi il doppio rispetto agli uomini. Non sorprende che nessun membro attuale del Partito comunista abbia confessato di essere cristiano, anche se l’1,7% di quanti appartengono alla Lega della gioventù comunista lo sono.

Alcuni ritengono che le persone anziane siano più predisposte a diventare cristiane, mentre altri credono che gli anziani siano legati alla tradizione e che siano piuttosto i giovani a convertirsi. Ma i dati ricavati dal sondaggio mostrano che l’età non ha un’incidenza significativa. È opinione diffusa che il cristianesimo abbia radici più forti nelle aree rurali che nelle città, ma i dati si discostano da questa tesi. Inoltre, separando i cinesi in base al loro luogo di nascita e residenza (fino ai 15 anni), non emergono particolari differenze.

Contrariamente al giudizio della sociologia tradizionale, alcuni osservatori hanno indicato che il cristianesimo si sta diffondendo più rapidamente tra i cinesi privilegiati. E i dati supportano questa visione: se si escludono il Partito comunista e i membri della Lega della gioventù comunista (che sono già raggruppati tra le persone con redditi più alti), più alto è il reddito, più è facile che un cinese sia cristiano.

Di certo, anche se i cristiani cinesi fossero in totale 70 milioni, essi costituirebbero comunque soltanto poco più del 5% della popolazione, sebbene siano tanto numerosi quanto i membri del Partito comunista cinese. Può risultare vitale per la sicurezza della comunità cristiana il fatto che i cristiani siano indicati tra i più ricchi e non vivano concentrati in aree rurali. Infatti, gli americani in visita nelle principali università cinesi rimangono colpiti dall’atmosfera cristiana che spesso prevale, in contrasto con la maggior parte dei campus americani di matrice cristiana.

Nonostante molti anni di drammatica persecuzione religiosa, ora abbiamo una dimostrazione concreta della resilienza del cristianesimo in Cina e del notevole sviluppo che sta continuando a vivere.

(Traduzione di Gabriele Ripamonti)

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Rodney Stark è uno dei massimi sociologi della religione al mondo. Insegna alla Baylor University, in Texas  ed è noto per i suoi lavori storici (tradotti in Italia da Lindau), soprattutto La vittoria della Ragione (2006), Ascesa e affermazione del cristianesimo (2007) e Gli eserciti di Dio. Le vere ragioni delle crociate (2010)