Esibire il corpo non rende più liberi. A scuola deve tornare l’uniforme

La Verità 26 Settembre 2020

L’abbigliamento è un potente linguaggio: in aula e in ufficio dovrebbe essere neutro, anche per le donne. La seduzione va lasciata fuori dalla classi: agli studenti bisogna insegnare un codice di comportamento

di Silvana De Mari

Si chiamava Francesco Bellomo il magistrato direttore della scuola di formazione dall’ampolloso nome «Diritto e scienza» che imponeva alle sue borsiste di firmare un dress code. Il dress code stabiliva l’uso obbligatorio di minigonne, tacchi e scollature. Ci congratuliamo sia per il concetto di diritto che per il concetto di scienza.

Qualcuna di queste borsiste, tutte laureate in legge, ha denunciato. Questo vuol dire che altre non hanno denunciato e si sono adattate alle richieste. Immaginiamo fossero quelle che già al liceo avevano scoperto che una gonna molto corta con alcuni professori garantiva il mezzo voto in più. I nostri complimenti a tutta la comitiva della scuola Diritto e scienza.

Ripeto per coloro che fossero distratti: non si tratta di ragazzine mezze morte di fame appena sbarcate da qualche landa dimenticata da Dio, che devono assolutamente avere il posto di lavapiatti, senza il quale non mangiano, e se lo procurano accorciando le sottane. Si tratta di rampolle della borghesia con una maturità liceale e una laurea in giurisprudenza, che stavano per diventare magistrato.

A molti uomini piace guardare le mutande delle donne, e, se hanno del potere, incentivano come possono. Esiste, piantato nelle parti ancestrali del cervello, quello che si chiama istinto sessuale, un istinto di una potenza assoluta, secondo solamente l’istinto di sopravvivenza. Senza istinto sessuale Playboy non avrebbe venduto copie e, soprattutto, l’umanità si sarebbe estinta.

Con il termine libido si intende la voglia di passare all’atto. Questa voglia è molto più forte nei maschi che non nelle femmine. Nei dieci comandamenti è scritto l’ordine: non desiderare la donna d’altri, cioè la donna che non ti ha scelto. Perché lo dice solo i maschi? Perché loro hanno il testosterone, che è dinamite. Noi fanciulle abbiamo gli estro-progestinici.

Noi andiamo forte sull’istinto materno. Le bambine vogliono le bambole perché hanno già l’istinto materno. Se così non fosse l’umanità si sarebbe estinta. Una donna normale pensa al sesso sei volte al giorno quando ha 20 anni, tre volte al giorno quando ha 40, e dai 50 in su comincia succedere spesso che abbia mal di testa. Un uomo normale pensa al sesso dieci volte all’ora.

Ė la sessualità degli uomini che quindi va imbrigliata, perché sessualità esplosiva, e può fare disastri se esplode e genera frustrazioni infinite ove debba essere repressa. Il testosterone fornisce una voglia estrema di mettere le mani addosso a una donna, e la forza muscolare per poterlo fare anche contro la sua volontà.

A noi non viene detto di non desiderare l’uomo delle altre, perché se anche ci eccitiamo non abbiamo la forza di imporre niente a nessuno e perché abbiamo una libido più bassa. Se una donna ha un po’ di testosterone in più, ha una maggiore presenza di peli, ha una massa muscolare maggiore e una libido maggiore. Da qui lo storico detto «donna baffuta sempre piaciuta». Prima dell’avvento degli istituti di estetica, i baffi a una donna erano permessi senza nessun problema.

La nostra comunicazione ha due canali, logico e analogico, verbale e non verbale, quello non verbale è più potente e dove sia in contrasto col linguaggio verbale, prevale. Se una persona con voce gelida, e labbra serrate ci sibila che è tanto contenta di vederci, è evidente che di noi non gliene importa un accidente e che ci preferirebbe altrove.

Se la nuova chiesa 3.0 sempre più spumeggiante e misericordiosa, periodicamente bofonchia qualche sillaba contro l’aborto, poi riversa clamorosi ed evidenti fiumi di approvazione su pilastri dello sterminio statale degli innocenti come Bonino,chiamata una grande italiana, Pannella, definito «Uomo di grande spiritualità», qualsiasi cosa possa voler dire, e Lilianne Ploumen grandissima abortista olandese, gratificata con l’onorificenza dell’Ordine Pontificio di San Gregorio Magno, è evidente che la Chiesa non combatterà più di tanto per i bimbi non nati e che San Gregorio Magno si sta rivoltando nella tomba insieme a Sant’Ignazio da Loyola: ecco invece il linguaggio analogico.

L’ABITO FA IL MONACO

II vestiario è linguaggio non verbale, potentissimo linguaggio non verbale. L’abito fa il monaco. Nel mondo del lavoro l’abito deve essere neutro, è comunicazione, un vestiario non consono equivale a urlare, a spostare l’attenzione su se stessi e sul proprio corpo. Ringraziamo tutti Francesco Bellomo e le sue stagiste per aver dimostrato, al di là di ogni ragionevole, dubbio che mettere la minigonna e la scollatura e i tacchi può aiutare sul mondo del lavoro e non metterli può penalizzare.

Nessun uomo si sognerebbe di andare sul posto di lavoro, o a scuola se studente, con le spalle scoperte, Le donne lo fanno. Se abbiamo la stessa dignità di un uomo e facciamo lo stesso lavoro, non dovremmo mostrare lo stesso quantitativo di centimetri di pelle? Nessun uomo mostra mai le mutande. Le donne lo fanno. Se una donna o una ragazza ha una gonna corta, tutte le volte che si china raccogliere qualcosa o si allunga per scrivere alla lavagna, si vedranno le mutande. Tutte le volte che allarga le gambe, cosa molto facile da fare se si è abituate a portare spesso pantaloni, si vedranno le mutande. Mostrare le mutande non è un comportamento neutro.

È normale essere scelte per quanto mostri da un produttore. Perché i conduttori televisivi, maschi, hanno giacca e cravatta, e le fanciulle che fanno lo lavoro sono tutte tizie bionde, cognitivamente intercambiabili, e tutte con gonne corte e scollature? Una donna non bionda in camicia accollata e pantaloni lunghi non è capace di condurre un talk show? Le donne sono oggetti sessuali o non lo sono?

Se non lo sono, perché non si vestono come i maschi, che, quando il corpo non c’entra, lo lasciano fuori dai giochi? Nel momento in cui mostra molta pelle, una donna sta dicendo: sono un oggetto sessuale con il lin­guaggio non verbale. Lei ha il diritto di farlo? La libertà non vuoi dire fare quello che si vuole. La libertà è un assunzione di responsabilità, capire il senso di cosa si sta facendo.

La donna libera di mettere la minigonna o portare scollatura abissali e canotte sul posto di lavoro o a scuola non è una donna libera, ma qualcuno non in grado di comprendere le conseguenze del proprio comportamento, o qualcuno che, ha già scoperto che, come il giudice Bellomoha dimostrato, quel comportamento paga.

Sul posto di lavoro gli unici maschi che mi mostrano le spalle e le gambe sono quelli che vendono i biglietti di ingresso alle piscine estive. Resterei esterrefatta davanti a un giornalista o un professionista maschio che mi mostri le spalle e le gambe, e in realtà sono estremamente perplessa davanti a giornaliste e professioniste che mostrano spalle e gambe.

E il giudice Bellomo, onore a lui e alle sue stagiste, ci ha dimostrato che chi ha la gonne corte fa più carriera, prende voti più alti a scuola da molti professori maschi, non tutti, ma alcuni sì, sarà più facilmente scelta come assistente e così via.

EDUCAZIONE

Così come a scuola è vietato urlare, anche il linguaggio non verbale deve essere codificato. A scuola sì fa silenzio: il vestiario deve essere silenzioso, il corpo con tutta la sua potenza seduttiva deve essere silenziato dove la seduzione sia fuori posto. Grembiule a tutti, maschi e femmine, studenti e professori, come i camici dei medici. Il grembiule ha le tasche per le penne, può essere lavato a 90 gradi, quindi è igienico, e leva il corpo dai giochi.

Per quanto riguarda gli studenti maschi, i sedicenni che devono sedere di fianco a una coetanea che mostra le gambe, le spalle e l’ombelico, ogni tanto hanno il problema di nascondere le erezioni. Il corpo femminile può causare desiderio in un uomo e, soprattutto in un uomo giovane, il desiderio si trasforma in erezione. Una elementare forma di cortesia , per una donna, è evitare di causare erezioni che non ha intenzione di soddisfare.

Ripeto: la libertà è un’assunzione di responsabilità. Capisco la conseguenza delle mie azioni. Non faccio gesti, il vestiario è un gesto, che abbiano conseguenze indesiderabili per me o un altro. Una forma di intelligenza minima, è tenere il corpo fuori dai giochi, quando non è il momento del corpo nei giochi.

Molti hanno gridato all’innocenza: moltissime ragazze e ragazzine si abbigliano in determinate maniere per somigliare ai deliranti schemi offerti dai giornali femminili, non per sedurre nessuno. Sarebbero, secondo questa teoria, troppo galline per capire che un vestito sexy vuoi dire eccitante, che causa eccitazione, e forse anche erezione in un maschio e soprattutto un maschio giovane.

RIMEDIO

A maggior ragione, visto che sono galline, non sono in grado di gestire la libertà che non è fare l’accidente che si vuole, ma un’assunzione di responsabilità di quello che si sta facendo, e necessitano quindi di un codice di comportamento rigidissimo, come quello che vigeva giustamente ai tempi miei, che ha evitato una marea di malintesi: il vestiario è comunicazione e a scuola si fa silenzio.

A meno che la ragazza non abbia già capito che quel corpo esposto le sta procurando un voto in più, come in futuro le potrà garantire un posto di borsista presso la scuola di «Diritto e scienza», per diventare magistrato. Allora, a maggior ragione, grembiule per tutti.