Nel silenzio il metodo per capire noi e la Chiesa di oggi

La Nuova bussola quotidiana

19 settembre 2019

Oggi va curata la vita interiore, per recuperare aspetti come il silenzio, non per chiuderci in noi stessi ma per affrontare con forza questo difficile momento ecclesiale. Siamo in un passaggio epocale sociale e religioso: le due cose si intrecciano tra di loro, sollecitandosi a vicenda. Il libro di Padre Gentili su silenzio e contemplazione, scritto con Rosanna Brichetti Messori.

di Rosanna Brichetti Messori

Di recente è uscito “Cerca il silenzio – Troverai te stesso e Dio“ (Ares 2019). Si tratta di una intervista di Rosanna Brichetti Messori al barnabita padre Antonio Gentili, esperto di spiritualità, che da oltre quarant’anni tiene corsi di preghiera profonda e di digiuno ovunque lo chiamino. Ne è uscito un libro ponderoso, ma al contempo divulgativo, arricchito da una Appendice che aiuti anche chi non abbia la possibilità di accedere ai corsi, ad iniziarsi alla preghiera contemplativa. La Nuova BQ ha chiesto alla coautrice di parlarcene.

Mi chiedono spesso perché ho intervistato padre Antonio Gentili. E’ presto detto. Anzitutto perché ho avuto la fortuna di conoscerlo quasi quarant’anni fa quando lui era all’inizio della sua esperienza ed io, da parte mia, avevo bisogno di dare una svolta in profondità alla mia vita spirituale. Chi ha letto il mio libro “Una fede in due- La mia vita con Vittorio” (Ares, 2018) sa di che cosa parlo. Trovatami ad affrontare in condizioni di fragilità fisica e psicologica, oltre che spirituale, anni molto difficili e impegnativi, ho trovato , prima nella frequentazione di alcuni corsi – in pratica esercizi spirituali un po’ particolari – e poi continuando da sola ad applicare ciò che avevo imparato, un grande aiuto nei suoi insegnamenti e nella sua guida spirituale.

Così, attraverso la preghiera silenziosa nelle varie forme possibili lectio divina, preghiera del cuore, preghiera nuda, già presenti nella tradizione cristiana, ma caduti in disuso – ho poco a poco appreso a conoscere me stessa alla luce dello Spirito, nei miei limiti e nei miei peccati, ma anche in quell’unità profonda di corpo, anima e spirito che è ciascuno di noi. Unità che se viene ignorata o trascurata, come spesso succede, dà origine a disarmonie interiori di ogni tipo.

Una preghiera fatta di calma fisica e di silenzio mentale, dicevo, che ponendoci finalmente poveri e disarmati davanti al nostro Creatore e Redentore, ci permette anche di sperimentare la misericordia divina, quella grazia che se non la ostacoli, poco a poco ti ricrea, introducendoti sempre più nell’intimità con la vita trinitaria. In altre parole una progressiva demolizione di quell’io superbo, agitato e confuso che ciascuno di noi si ritrova come eredità della colpa originale, per far invece emergere quell’io profondo dove lo Spirito già abita e intercede per noi, ma che spesso non siamo in grado di intendere.

Immanenza e trascendenza che si uniscono dando origine ad una consapevolezza che non solo diventa pace, gioia e forza interiore, ma anche un modo per vivere con maggiore intensità e profondità la Parola di Dio e la vita sacramentale.

La seconda motivazione dell’intervista si collega alla prima ed è data dal fatto che sono profondamente convinta che oggi vada molto curata la vita interiore, ricuperando anche aspetti come appunto il silenzio terapeutico, non per chiuderci in noi stessi ma, al contrario, per metterci in grado di affrontare con maggiore forza e lucidità il difficile momento ecclesiale.

Siamo infatti in un passaggio epocale sia dal punto di vista sociale che religioso perché le due cose si intrecciano tra di loro, sollecitandosi e provocandosi a vicenda. Così, mentre la storia degli uomini procede, la Chiesa partecipando ad essa, ma anche detentrice della salvezza proposta dal Vangelo eterno, si sforza di volta in volta di innestarlo per far sì che tale storia diventi al contempo anche “storia di salvezza”. Ma tutto ciò oggi è particolarmente difficile perché la cultura che viviamo, assume forme fortemente antireligiose e soprattutto anticristiane e anticattoliche.

Così, la Chiesa, tesa tra una cristianità che si sta sgretolando – quella del Concilio di Trento – e quella del Vaticano II, che stenta a prendere forma, soffre le doglie del parto, divisa tra tensioni opposte che provocano lacerazione, alla ricerca di un equilibrio – quell’et-et che è conciliazione degli opposti – che sembra ancora lontano. Non dimentichiamo infatti che noi siamo eredi di una Tradizione che giustamente difendiamo da chi ci pare voglia strapazzarla, fin quasi talvolta a travisarla. E ciò è molto importante.

Ma dobbiamo anche ricordare che deve trattarsi di una Tradizione “viva”, che sappia cioè evolvere alla luce dello Spirito. «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future» (Gv 17, 12-13). Ecco, forse se c’è un momento storico in cui dobbiamo essere preparati a portare tale peso, a muoverci senza paura ma anche senza pericolose e devianti corse in avanti: ebbene, quel momento è questo.

Ma per farlo bene è necessario aver raggiunto un buon equilibrio interiore, insieme a una fede matura, che sappia cogliere i suggerimenti dello Spirito, intuire ed aderire con pienezza alla volontà di Dio e non alla nostra, spesso mascherata sotto gli arzigogoli della nostra ragione. Per questo ho pensato potesse essere utile ascoltare, io per prima, ma poi anche mettere a disposizione di altri, la “sapienza” di padre Antonio Gentili. E farlo non solo quando ci insegna come pregare meglio, ma anche quando, nei suoi insegnamenti, ci aiuta a trovare quella prospettiva di generale equilibrio oggi così rara, eppure così necessaria.

Egli, infatti, profondamente radicato in Gesù Cristo, con un atteggiamento che in tanti anni di frequentazione mi è sempre apparso prudente, ma libero e aperto, ci accompagna ad affrontare molti punti delicati. Da quelli che riguardano ognuno di noi: il disegno di Dio sull’uomo e dunque anche il ruolo di corpo, psiche, spirito e i rapporti tra queste tre realtà complesse. Il tutto riletto anche alla luce delle scoperte delle scienze umane, ma sempre sullo sfondo delle Scritture.

E, legati ad esse, aspetti importanti della vita come la notte, il sonno, il sogno, la morte, il cibo, il sesso, i rapporti uomo-donna. Ma anche aspetti più generali come il difficile rapporto tra il Gesù della storia e il Cristo della fede o come quello del confronto con le altre fedi, soprattutto, in questo caso con quelle spiritualità orientali delle quali  padre Gentili è un esperto conoscitore.