Una piccola fiammella accesa tempo fa

professoreTracce (Litterae communionis) ottobre 2010

Pubblichiamo la lettera inviata a un professore

Sono una sua ex alunna di circa dieci anni fa. lei mi è venuto in mente spesso in questi anni. In particolare mi ha appassionato il Cantico delle creature, tanto è vero che il mio secondo bambino l’ho chiamato Francesco.

Ammiravo la sua gioia e la sua fede, ma non la capivo. La vita però mi ha fatto vivere delle esperienze più grandi di me che mi hanno fatto incontrare Dio.Il mio bambino è volato in cielo a sei mesi di vita per una malattia genetica che si manifesta improvvisamente a cinque mesi con uno scompenso cardiaco  refrattario a qualsiasi trattamento. Purtroppo un anno e mezzo fa ci aveva strappato anche il piccolo Angelo, nostro figlio primogenito.

Una mamma e un papà giovani, inesperti nella vita e nelle grandi sofferenze che essa ti riserva, con due bambini in cielo e due grandi ferite nel cuore, l’una sopra l’altra.

Che dire, tutti sono senza parole in questo periodo, bastano gli occhi per parlare, quegli occhi che parlano di sofferenza e di compassione. Nel cuore un grande dolore, ma nell’anima una grande speranza, un grande desiderio (sete di stelle!!) che si tramuta in Amore.

Chi sapeva veramente cosa fosse l’Amore, quello autentico, prima che succedesse questo? La grande sofferenza porta o a grande odio o a grande amore, per fortuna Gesù ci ha preso la mano.

In questo periodo, così come in ospedale, mentre tenevo la mano di mio figlio supportato da macchine per respirare e da farmaci per sopravvivere, ho pregato tanto e ho letto Madre Teresa. Che grande donna, che grande Amore!

Forse da lassù mi ha passato un po’ della sua forza. Spero che in questo momento stia abbracciando i miei bambini, lei, madre biologica di nessuno, ma grande madre di tutti gli orfani d’Amore.

La ringrazio per quella piccola fiammella che aveva acceso dentro di me dieci anni fa e che ora è diventata un grande fuoco… Ma come tutti i grandi fuochi vanno alimentati, altrimenti rischiano di spegnersi, speriamo che il buon Dio butti ogni giorno un po’ di legna… O perlomeno che me la procuri.

Eleonora